Tommaso Sacchi. Il teatro è sempre il teatro
Il futuro della Pergola secondo il presidente della Fondazione Teatro della Toscana
La Pergola è stata molto attiva durante il lockdown, non è vero?
E’ il più antico teatro all’italiana del mondo, non poteva spegnersi. La luce che ha lasciato accesa è stata una luce digitale con un canale, Firenze TV, già immaginato prima dell’emergenza che non può essere sostitutivo della vita del teatro ma complementare, e che ha tenuto compagnia a tantissime persone, nostri abbonati e amanti del teatro in genere.
Come state progettando il futuro?
Ci aspettano grandi sfide. Da gennaio arriverà il nuovo direttore artistico, Stefano Accorsi. Con lui stiamo lavorando per una nuova vita del teatro che faccia tesoro degli ultimi anni ma che rilanci su tanti fronti: rapporti internazionali, l’idea di un teatro che comunica in maniera più efficace, vicinissimo alle nuove generazioni con il potenziamento dell’offerta didattica delle nostre scuole di teatro, e da lì partire per nuove connessioni con istituzioni internazionali, a Parigi con il Theatre de la Ville ma anche Grecia e Spagna.
Quali cambiamenti vede nel mondo del teatro dopo la pandemia?
I mondi della cultura e dello spettacolo vivranno questa crisi in maniera molto forte ma non ci scoraggiamo; anzi, abbiamo capito che il teatro rimane teatro anche dopo la pandemia. Tiene la sua autenticità di straordinario attivatore di forti emozioni. Ma i grandi teatri del nostro Paese dovranno incarnare il ruolo di istituzioni del terzo millennio ed essere il luogo più curioso e più aperto delle nostre comunità. Luoghi della contaminazione dei linguaggi tra culture, della riflessione sulle diversità, del dibattito socio-politico.