La profondità del legno
Takafumi Mochizuki, da 12 anni lo Zouganista dell’Oltrarno
Perché ha deciso di lasciare il Giappone per venire a Firenze?
Ero contento della mia vita a Tokyo, ma sentivo il richiamo dell’Italia e del suo artigianato. Ho scelto Firenze per la sua storia e la sua bellezza e per imparare l’intarsio del legno, un’arte sconosciuta in Giappone.
Da dove nasce il nome Zouganista?
È una sorta di italianizzazione del termine “zougan”, che in giapponese significa appunto “intarsio”.
Letteralmente è dunque “l’artista dell’intarsio”.
Una fusione semantica che rappresenta quella fusione culturale, stilistica e artistica che cerco di realizzare nelle mie opere, attraverso riferimenti sia alla cultura giapponese che al Rinascimento fiorentino.
Cosa l’appassiona di più di questo mestiere?
Adoro la vita di bottega e ogni singola fase di lavoro. Ma se devo sceglierne una dico la bruciatura, un’antichissima tecnica fiorentina che veniva utilizzata per dare profondità.
Quale tipo di legno preferisce lavorare?
L’intarsio è un gioco di contrasti di colori, luci e venature. Ogni tipologia di legno, se affiancata a un’altra, si trasforma letteralmente…
Quali sono i suoi soggetti preferiti?
Nei miei disegni cerco di esaltare la prospettiva e la profondità… e devo dire che a Firenze, tra palazzi storici, monumenti e viste mozzafiato, ho l’imbarazzo della scelta.
In particolare dove va quando ha bisogno di ispirazione?
Spesso a Fiesole, così posso vedere la mia Firenze dall’alto in tutta la sua bellezza.