Magiche improvvisazioni
Simone Graziano, fiorentino, pianista e compositore, 38 anni, tra i punti di riferimento del jazz italian
Come è nata la sua passione per la musica?
Grazie a mia madre. La sera dopo cena aveva l’abitudine di suonare il piano, ero un bambino piuttosto insonne, e mi aiutava ad addormentarmi.
L’incontro con il jazz è stato grazie a chi o a che cosa?
Un amico, ai tempi delle medie, Sergio. Ragazzo curioso, intelligentissimo e solitario. Mi prestò un album di Thelonious Monk, “Underground”. Lo consumai fino a saperne tutti i brani a memoria. Se non fosse stato per Sergio non so se oggi farei il musicista.
Che ruolo ha giocato nella sua carriera l’essere fiorentino?
Firenze è la città in cui vivo, che adoro e a cui ho anche dedicato un disco del mio gruppo Frontal, dal titolo Trentacinque. Studiare le geometrie del Brunelleschi o Ie sculture di Michelangelo sono state tra le lezioni di composizione più importanti che ho ricevuto.
Dove si va ad ascoltare il jazz a Firenze?
Al Musicus Concentus alla Sala Vanni. Al Pinocchio Jazz, storico locale fiorentino, o alla Nof per il Monday jazz night.
Quali sono le sue prossime date in città?
Suonerò il 14 giugno al chiostro della cappella Brancacci per la rassegna dell’estate fiorentina “Secret Florence” in duo con Naomi Berrill al violoncello e voce.
Tre ascolti per un neofita?
Something Else di Cannonball Adderly, My song di Keith Jarrett, Until the quiet comes di Flying Lotus.