Nato tra i cristalli

Matteo Locchi, quarta generazione della storica Moleria in Oltrarno

L’insegnamento più prezioso che le hanno trasmesso sua nonna Paola e sua madre Giovanna, insieme a lei i pilastri del laboratorio?

Amore per il lavoro, attenzione verso i clienti e sentirsi privilegiati nel potersi dedicare a un mestiere antico, che la propria famiglia porta avanti da tanti anni. Ritengo che sia importante rispettare le tradizioni senza però rimanere ancorati al passato.

La fase di lavorazione che più l’affascina?

Nel nostro laboratorio tutto avviene come cento anni fa. Trovo molto affascinante la fase della personalizzazione. Io stesso amo incidere un monogramma, una data, una frase, qualcosa che colleghi l’oggetto ad un’occasione speciale.

Le vostre creazioni più iconiche?

Tra gli articoli che ci hanno resi - nel nostro piccolo - famosi, ci sono le ampolle per l’olio modello Andalusa o le collezioni Medicee, un calice per Papa Wojtyla, la coppa Volpi per il festival del Cinema di Venezia. Personalmente, poi, sono molto affezionato agli articoli che ho ideato nel tempo, come diffusori di fragranza per ambiente in cristallo o set per il sushi.

Per quanto riguarda il restauro, i lavori che più le sono rimasti impressi?

Nel tempo abbiamo realizzato tanti restauri ambiziosi e importanti, come alcuni reliquiari per i Musei Vaticani, penso ad esempio all’interno di una saliera appartenuta a Paolina Bonaparte e alla bottiglia da whisky per un supporto di legno appartenuto a Buffalo Bill.

Dove ama andare in città per rilassarsi e trovare l’ispirazione?

Sulla balconata al di sotto della basilica di San Miniato al Monte, vicino al piazzale Michelangelo.

Firenze in tre aggettivi.

Spontanea, permalosa, meravigliosa.

Instagram: @molerialocchi