Al cinema con Alberto Paradossi
Dall'interpretazione di Federico Fellini al film Zamora: tutti i successi dell'attore toscano
Com’è stato interpretare una leggenda come Federico Fellini in Permette? Alberto Sordi?
Un onere e un onore, come si dice. Non c’era materiale d’archivio sui suoi 30 anni, per cui ho dovuto immaginare come potesse essere e insieme a Edoardo Pesce (Alberto Sordi) siamo riusciti a dare vita a questa amicizia che dura oltre la naturale scadenza umana.
Il progetto più divertente e più difficile finora?
Divertente, la serie Netflix Guida Astrologica per Cuori Infranti, che ha segnato l’incontro con vari colleghi che sono diventati cari amici, una cosa rara. La più difficile, Hammamet: in poco tempo ho dovuto imparare a suonare la chitarra, perché in una scena il mio personaggio dedica al padre (Craxi, interpretato da Favino) Piazza Grande di Lucio Dalla.
A aprile è uscito al cinema Zamora, esordio alla regia di Neri Marcoré. Che esperienza è stata e di cosa parla il film?
Di Neri mi ha colpito il rispetto, artistico e umano, pur essendo allo stesso tempo molto puntuale nelle direzioni. Zamora, nome di un grande portiere spagnolo degli anni ’30, è il soprannome dato al mio personaggio deriso perché sceglie questo ruolo alle partite aziendali, con pessimi risultati. Alla fine, decide di farsi allenare da un ex portiere del Milan, Giorgio Cavazzoni (Marcoré), ormai caduto in disgrazia, per diventare quel campione che non è mai stato.
Sei nato a Lucca, i tuoi luoghi del cuore in città?
Sono nato e cresciuto nel centro storico, dove amo passeggiare le sere d’inverno, quando il silenzio fa emergere il rumore dei miei passi, mentre a primavera mi piace ammirare il tramonto dalle mura delle città.
Dove ti vedremo prossimamente?
Di recente è uscita anche la seconda stagione di Studio Battaglia in prima serata su Rai 1. Il resto è top secret.