Vino. I nomi da non perdere nella Lucchesia
Dai vitigni autoctoni delle Apuane scendendo fino alle bollicine della Versilia, risalendo per il ‘distretto’ biodinamico delle Colline Lucchesi
Province di Massa e Carrara
Partiamo dal confine con la Liguria, alla scoperta di territori variegati e atipici per la vicinanza delle Alpi Apuane con vette fino 2000 mt, e il mare che bagna il litorale sabbioso.
Questo areale ha assistito di recente alla riscoperta di vitigni autoctoni come il Massaretta o Barsaglina e il Vermentino Nero da parte di aziende come Cima a Massa, Terenzuola a Fosdinovo, Calevro a Massa, Terre Apuane a Carrara, Castagnini a Carrara e Monastero dei Frati Bianchi a Fivizzano.
Tra le aziende che nell’ultimo decennio si sono sviluppate in questo territorio dove una viticoltura eroica, strappata alle montagne e al mare, offre vini straordinari meritano una menzione speciale Le Canne di Luigi Pucci seguita dall’enologo Giorgio Baccigalupi come anche Castel del Piano, Belmesseri di Giuseppe Balestra, L’Aurora di Francesco di Pietro Mosti con l’enologo Marco Raffaelli, l’Azienda Fedespina di Antonio Farina, la Tenuta Lodolina di Alberto Tommasina. Nella produzione di spumanti con metodo charmat si sono distinte recentemente aziende come Cima con il San Lorenzo Bianco, Calevro con Le Viole (bianco) e Rosé da uve Massaretta, l’Emilius (bianco) della Tenuta Lodolina.
Provincia di Lucca
DOC Colline Lucchesi e DOC Montecarlo
Il territorio della provincia di Lucca è diviso in due denominazione la DOC Colline Lucchesi e la DOC Montecarlo. La grande distinzione è che quasi tutte le aziende delle Colline Lucchesi hanno strizzato l’occhio alla conduzione biodinamica: aziende che hanno poco più che un decennio di vita, guidate da giovani enologi e giovani proprietari che hanno optato per condurre le vigne con i principi di Steiner. Per questo Lucca, a livello italiano, è la zona più altamente concentrata di aziende biodinamiche, tanto che chi in Italia guarda a questo tipo di conduzione agricola si rivolge ai lucchesi come ad un distretto. L’azienda leader, pioniera di questa filosofia è la Tenuta di Valgiano, nel capannorese, anche sulla spinta del suo enologo Saverio Petrilli (il loro cru omonimo si aggira intorno ai 60 euro la bottiglia). La seconda è Fabbrica di San Martino, terza Podere Concori praticamente in Garfagnana, poi Tenuta Maria Teresa (che ha quasi terminato il processo di riconversione), Calafata nata con i principi della biodinamica da un team giovanissimo che fa parte di una associazione legata alla parrocchia del posto. In tutti questi casi, la produzione sta davvero dando prodotti raffinati.
Nella confinante DOC Montecarlo non ci sono aziende che si sono rivolte a questa filosofia, qualcuna si sta orientando verso il biologico. Negli ultimi 7-8 anni l’evento che ha caratterizzato il territorio è la trasformazione di un’azienda storica che è la Tenuta del Buonamico (che fa vino dagli anni ’60): industriali dell’olio di Lucca hanno investito in questa tenuta milioni di euro trasformandola completamente e rendendola più moderna. E questa oggi è un’azienda che dovrebbe contagiare il territorio costituito per la maggior parte da vecchi vigneron tendenzialmente restii alla modernità in senso lato.
Versilia
Vale davvero una menzione di merito la Tenuta Mariani fondata da Ido Mariani nel 2005 sopra il lago di Massaciuccoli, che produce una bollicina che farà molta strada, Segreto, Brut metodo classico (Pinot Nero e Chardonney).