Una visita speciale alla Galleria dell’Accademia di Firenze
Star indiscussa è il David di Michelangelo, ma molti sono i capolavori da ammirare in questo importante museo
In occasione della riapertura della Galleria dell'Accademia, in programma per il 2 giugno, vi accompagniamo in uno speciale tour dei suoi più importanti capolavori.
Qui infatti si viene da ogni parte del mondo per vedere lui, il David di Michelangelo, oggi come nel 1873, anno in cui fu trasportato dopo 350 anni in piazza della Signoria e si corre il rischio di non guardare con la dovuta attenzione i Pontormo, gli Allori, le sculture di Bartolini, gli splendidi fondi oro di Lorenzo Monaco, quelli dei grandi autori del ‘300 e del ‘400 e molto altro, custoditi in questo edificio incastonato tra la l’Accademia di Belle Arti e il conservatorio Luigi Cherubini, dove un tempo sorgevano gli antichi edifici dell’Ospedale di San Matteo e del Convento di San Niccolò di Cafaggio.
Mentre camminiamo verso le sale dedicate al tardo Trecento e a Lorenzo Monaco, riflettiamo su quanto l’ombra di Michelangelo domina questo luogo, comunque la si voglia vedere. Ma almeno al primo piano la storia è un’altra: siamo rapiti da questi fondi oro che nel loro insieme costituiscono una delle raccolte più importanti del mondo e da uno spettacolare esempio di opus florentinum in ricamo, un paramento anticamente collocato sull’altar maggiore di Santa Maria Novella.
Non si può descriverlo, non riusciremo a rendere lo stupore che crea in chi lo guarda per la perfezione tecnica, stilistica e lo stato di conservazione. Intorno e nella sala attigua le opere di Lorenzo Monaco. Tutte mirabili ma soffermatevi sull’Annunciazione e i santi Caterina d’Alessandria, Antonio abate, Procolo e Francesco d’Assisi. L’angelo di fronte alla vergine è un capolavoro contemporaneo per leggerezza, accostamento dei colori e tratto.
Scendiamo al piano inferiore. Nella Sala del Colosso cattura lo sguardo il modello in “terra cruda” del Ratto delle Sabine di Giambologna: realizzato tra il 1579 e il 1580 è tra i più antichi originali in scala 1:1 che si siano conservati in tutto il mondo. Intorno i dipinti di Botticelli, Ghirlandaio, Lippi, padre e figlio, Paolo Uccello in un tripudio che solo Firenze può donare.
Dalla Sala del Colosso si accede al Museo degli Strumenti Musicali, tutti provenienti dalle collezioni private dei granduchi di Toscana, Medici e Lorena, raccolti tra la seconda metà del secolo XVII e la prima metà del XIX. Tra questi
spiccano: la viola tenore di Antonio Stradivari, un violino di Stradivari del 1716 e un violoncello di Niccolò Amati del 1650 e un primo esempio di forte-piano introvabile.
Se le stanze dedicate alla Gipsoteca di Bartolini sono una quinta scenica di eccezionale bellezza al di là del valore delle singole opere, la Galleria dei Prigioni è da capogiro: le 4 statue di Michelangelo, il capolavoro di Pontormo con Venere e Cupido, la cortigiana del Ghirlandaio che ti guarda ammiccante… Intanto passiamo e ripassiamo di fronte a questo David che guarda lontano: avevamo deciso di non considerarlo unico protagonista, ma lui - in questa posizione privilegiata - s’impone in tutta la sua superba Bellezza.