Tutto quello che dovete sapere sulla maschera di Stenterello
La maschera storica del Carnevale di Firenze
Forse non tutti lo sanno, ma il Carnevale ha radici antiche a Firenze.
A Firenze, infatti, la tradizione dei carri chiamati trionfi (allestiti in legno e juta) consentiva di festeggiare i giorni che precedevano la Quaresima in modo vivace, curioso e affollato.
Le sfilate dei carri, le feste, il gioco vennero mantenuti nel periodo in cui regnarono sulla Toscana i Lorena: il corso delle carrozze, i veglioni, i balli nei teatri (a cominciare da La Pergola, nella quale venivano anche fatte debuttare per l’occasione opere e commedie) e i sontuosi ritrovi in maschera in piazza Santa Croce erano generalmente consentiti nel pomeriggio e di sera, mentre i teatri rimanevano aperti più a lungo e diventavano il luogo perfetto nel quale allestire anche feste danzanti, che erano organizzate anche nelle dimore privatee nei palazzi dei nobilie dei diplomatici stranieri.
E proprio alla fine del Settecento, al teatro del Cocomero nacque, grazie all’attore fiorentino Luigi del Buono, il personaggio di Stenterello: magrissimo per gli stenti vissuti, pallido, traballante, popolano e povero, ironico e astuto, rappresenta l’uomo che riesce ogni volta a salvare la pelle e allo stesso tempo a criticare e polemizzare con le autorità, il tipo perfetto del fiorentino dei suoi tempi.
Sul panciotto giallo una doppia dichiarazione d’identità: il 28 sul petto (e a Firenze, si sa, è il numero di chi è tradito dalla moglie) e la scritta posa piano sul bordo lo identifica come un tipo calmo, apparentemente distratto ma capace di scansare ogni fatica.
Le calze fin sopra il ginocchio di colori diversi e una passione per il vino lo segnano da sempre, mentre è Pellegrino Artusi a raccontare che a Stenterello piacciono le frittelle di tondone (quelle descritte dalla ricetta 181), profumate di limone e dolci di uva malaga.Per rivivere la magia del Carnevale di Firenze con Stenterello, guarda i video del meraviglioso Carnevale di Firenze 2020!