Toscana my love
Vive nella quiete del Palagio ed è uno dei volti più noti della musica internazionale: parliamo di Sting
Gli uccellini cantano e le campane suonano. Rumori di pace campestre e di domeniche dimenticate si mescolano con il liuto delle canzoni rinascimentali di John Dowland, il musicista inglese che Sting ha ribattezzato come ‘il primo cantautore inglese’ e che ha celebrato nel suo ultimo album del 2006, ‘Songs from the Labyrinth’.
Sono uccellini e campane che hanno fatto il giro del mondo, diventati altrettanto famosi della rivisitazione in stile rock del liutista rinascimentale cacciato dalla corte inglese perché convertito al cattolicesimo e portato nei teatri l’anno scorso dalla rockstar di Newcastle, in febbraio al Verdi di Firenze anche se avrebbe sognato, disse allora, palazzo Pitti.
Sono ormai internazionali, ma continuano a cantare, gli uccellini, nei boschi del Valdarno e a suonare, le campane, nelle chiese di Figline e del vicino Ponte agli Stolli, la frazione a trenta chilometri a sud di Firenze dove Sting ha registrato l’album e dove vive la maggior parte dell’anno. Nella villa Il Palagio che dice di considerare, nonostante le proprietà in Usa e Inghilterra, come la sua vera casa, quella dove ama vivere con la moglie Trudie Styler, i sei figli, il cane, il cavallo, la mountain bike. In mezzo a ettari e ettari di ulivi, cipressi, querceti.
“Per buona parte dell’anno sono orgoglioso residente della Toscana, molto consapevole dell’importanza di questa regione nella cultura mondiale, dagli etruschi al rinascimento fino a oggi”, disse tempo fa presentando insieme al presidente della Toscana, Claudio Martini, di cui è amico, il libro di quest’ultimo: “Un nuovo mondo globale da New York a San Rossore”. D’altra parte è proprio la quiete della campagna toscana che Sting ha spiegato essere la più adatta al suo spirito contemplativo, quella dove riesce a trovare l’ispirazione dopo lunghe passeggiate nei boschi o il bagno nei laghetti che trova sul cammino.
“Nei boschi in Toscana ho ritrovato la poesia, d’altra parte non sono il primo inglese che s’innamora di questa campagna», ha spiegato la rockstar inglese splendidamente over i cinquanta, che nella sua villa sopra Figline e davanti alle dolci colline verdi del Valdarno sembra sempre più simile a un signore rinascimentale.
E siccome Gordon Matthew Sumner, in arte Sting, tutto ha sempre fatto fuorché annoiare e non stupire gli altri e se stesso, ecco che adesso, dopo essersi cimentato con il liuto di Dowland e avere detto che mai e poi mai avrebbe ricostituito la band tra le più amate del mondo ma che pareva ormai irrimediabilmente sciolta 23 anni fa, ecco che ritrova Stewart Copeland e Andy Summers e rilancia i mai dimenticati Police. Il tour è iniziato il maggio scorso, entrerà nel vivo quest’estate e sbarcherà in Italia a ottobre.
Ma dove hanno ricominciato a suonare insieme Roxanne o Message in a bottle, magari litigando per i suoni e gli arrangiamenti, i tre dei Police? Proprio al Palagio, la villa che si raggiunge in tre o quattro chilometri per la strada in salita che parte da Figline. Da fuori si vede la casa biancoavorio, di un colore invecchiato dal tempo, immersa nel grande parco, ristrutturata e arredata dall’architetto-amico Alan Mertens. Il recinto e le body guards, che sono sempre lì quando c’è Sting, non solo sbarrano il passo ma spesso fermano anche le persone che lavorano all’interno se non le riconoscono.
Ma di fronte allo sguardo di chi riesce a varcare i cancelli, la casa in stile antica villa padronale toscana che Sting ha comprato dal duca Simone Velluti Zati, appare adagiata nel giardino all’italiana di bossi, rose e limoni, digradante via via verso il parco selvaggio e naturale curato dallo studio inglese Arabella Lennox Boyt e rifornito dal vivaio pistoiese Piante Mati. Ma il segreto della musica e la capacità di Sting di restare al centro del mondo pur dal suo solitario rifugio toscano, che lui difende con tutta la possibile britannica riservatezza, stanno sospesi per aria: nel ballatoio che dall’ultimo piano della villa porta alla fattoria a pochi metri e lì, alla super moderna e super tecnologica sala di registrazione che il cantante ha costruito nel fienile.
Tutto accade e è accaduto in quel fienile trasformato in tempio della musica. Ultimamente lì hanno ritrovato il loro sodalizio i Police e da quelle colline toscane è partito il nuovo tour della band mai tramontata, appena iniziato ma già con i biglietti esauriti e i cuori dei vecchi e nuovi fans che battono forte. Lì sostanzialmente vive Sting, sulla sua poltrona con il leggio da musica incorporato nel bracciolo.
La gente di Figline all’inizio lo guardava con curiosità, poi si è abituata alla sua gentile riservatezza e alla sua timidezza scompigliata, solo quando arrivò in paese l’estroverso Dustin Hoffman ospite in villa. Adesso i figlinesi lo considerano uno di loro, lo vedono andare su e giù per la campagna in mountain bike con gli amici o le guardie del corpo a rispettosa distanza.
Lo incontrano nei boschi o ai laghetti che Sting, appassionato della naturalezza del vivere, preferisce alla sua bella piscina tra i prati e gli olivi. Qualche anno si erano anche abituati a vedere sui muri delle case centinaia di manifesti con la foto del cantante mentre dona il sangue e con sotto scritto: ‘Se lo dona Sting lo puoi donare anche tu’. Sting lo aveva fatto per aiutare i donatori di sangue «Fratres» di Figline, un’associazione tra le più numerose della zona. «Siamo orgogliosi – dice il sindaco di Figline Riccardo Nocentini – che Sting ricordi in ogni intervista i nostri boschi e le nostre colline. Spero di riuscire prossimamente a coinvolgerlo in un grande evento locale».
Dalla stessa sala di registrazione toscana è partito il famoso dvd «All this time» che fu inciso al Palagio la sera dell’11 settembre 2001. La data era già stata fissata e doveva essere una festa per pochi eletti, nel giardino della villa. Diventò invece una serata molto triste, con i musicisti americani che non riuscivano a raggiungere per telefono le loro famiglie.
Sting oltretutto aveva perso un amico nel crollo delle Twin Towers e non intese cedere al panico. «Sono arrabbiato, confuso, impaurito», disse, ma andò avanti con le lacrime negli occhi, dedicando alle vittime delle Torri ‘Fragile’: canzone emozionante e intensa come non mai aveva scritto.
Dopo l’anno di tour con i Police, dalla campagna toscana partiranno, è probabile, anche le prossime novità del cantante che non scorda, nonostante gli impegni, la passione per l’agricoltura biologica. In Toscana, dove arriva atterrando a Peretola con il suo aereo personale da lui stesso guidato, produce olio, vino e marmellate.
Ha anche comprato qualche anno fa per quasi sei milioni di euro, a poca distanza dalla sua villa arredata in uno stile misto toscano-provenzale-britannico-etnico, un enorme appezzamento di terreno, 200 ettari messi in vendita dalla Asl locale e dotati di una decina di case coloniche che, con l’aiuto dell’architetto Mertens, Sting sta riadattando. Si dice che non le affitterà, che ci sistemerà gli amici quando vengono a trovarlo. E dalle parti di Ponte agli Stolli si è già visto Madonna chiedere le indicazioni della strada per arrivare al Palagio, Springsteen, George Clooney, Elton John, Tom Hanks. Solo per fare alcuni nomi.