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11 Giugno 2018

The Elegance of Speed. Archivio foto Locchi

Dal 12 giugno al 16 settembre, la storia dell'automobile a Firenze e Toscana attraverso gli inediti scatti di Archivio Foto Locchi

Il fascino del mondo dei motori, fatto di polvere e velocità, imprese al limite dell’impossibile e una passione che può cambiare la vita. Un mondo costruito da uomini che vogliono superarsi ogni giorno. Questo mondo, nella sua eleganza tutta italiana, è raccontato fino al 16 settembre nelle sale di Palazzo Pitti attraverso gli scatti dell’Archivio Foto Locchi grazie alla volontà di Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, che ha accolto l’iniziativa e per l’occasione scritto la prefazione al catalogo che accompagna la mostra - dal titolo The Elegance of Speed - allestita e progettata da Gruppo Editoriale e Archivio Foto Locchi.

Un capitolo nuovo della storia di Firenze e della Toscana letto attraverso le fotografie che hanno fissato nell’immaginario i volti scolpiti dal sole dei piloti e l’eleganza futuribile del design delle loro auto. La mostra, diretta da Alessandra Griffo, è curata da Alessandro Bruni, Erika Ghilardi e Matteo Parigi Bini ripercorre le tappe di una vicenda siglata Toscana.

Quella Toscana che con le sue bellissime strade vede nascere progressivamente una rete di circuiti (Circuito del Mugello, Coppa della Consuma, Circuito delle Cascine, Circuito di Firenze, Firenze-Fiesole) accendendo la passione per la velocità e la destrezza dei piloti. E Firenze, città dove Barsanti e Matteucci avevano ideato il primo motore a scoppio, brevettandolo nel 1853, dove circola la seconda automobile d’Italia (1894) e nel 1901 transita il Giro d’Italia Automobilistico. Sono feticci destinati a un mercato d’élite e lo rimarranno per svariati decenni. Tanto che, mezzo secolo dopo, nel Giardino di Boboli di Palazzo Pitti (la stessa location di questa mostra) la città dedica alle automobili un evento emblematico orientato sull’estetica, il I Concorso d’Eleganza per Automobili tenutosi nel 1948.

Articolata in tre sezioni, una dedicata alle corse nella regione, una ai Concorsi di eleganza per auto e una ai piloti che col loro coraggio cambiarono la storia dell’uomo e del suo rapporto col tempo e la velocità, la ricca rassegna cattura l’occhio e la fantasia per i suoi scatti in bianco e nero senza tempo e per i mondi sui quali si può affacciarsi. Le corse che attraversavano le dolci curve del paesaggio toscano e le sue asperità di confine, hanno segnato la storia della velocità in assoluto, perché proprio nel 1934, in un tagliente novembre, l’ingegner Giuseppe Furmanik, tra Badia a Pacciana e Canapale (sulla Firenze-Mare) ottenne il nuovo record sul chilometro lanciato nella Classe 1100 cmc a bordo di una Maserati 4CM, con una velocità di punta di 222,634 km/h, battendo il record di George Eyston su MG.

Neppure tre mesi dopo i tecnici della futura AUDI tentano di battere il record di Furmanik, con il polacco-tedesco Hans Stuck. L’impresa riuscì con una potente Typ B che raggiunse la strepitosa velocità di 317 km/h, annullando ogni record precedente, mentre l’auto divenne la Typ Lucca. Una foto di Stuck con la moglie avvolta in una lunga pelliccia animalier rivela un universo dai contorni ancora oggi mitici. Ma non era finita, perché a giugno dello stesso 1935 Tazio Nuvolari, su un’Alfa Romeo bimotori preparata dal Drake, supera i 300 km/h e sul chilometro lanciato raggiunge i 323,175 km/h indossando una semplice tuta e un casco bianchi… perché in fondo era soltanto una prova.

E proprio ai piloti, di cui sono in mostra anche alcuni preziosi cimeli come caschi e tute, insieme a un bolide in miniatura che Ferrari preparò per il figlio Piero nelle officine di Maranello, è dedicata una sezione che rivela uomini innamorati della velocità e dei cavalli meccanici che nel Novecento non avevano bisogno freni, almeno quando li guidava Nuvolari, il mantovano più veloce d’Italia.

Accanto a lui sfilano il raffinato Giannino Marzotto - che saliva in auto in camicia, giacca e cravatta e il thailandese Principe Bira, che oltre alla Formula Uno partecipò a quattro Olimpiadi come velista; ma anche l’aristocratico Felice Trossi, che correva con auto e yacht senza mai perdere la sua “estrosa e scanzonata disinvoltura”, o l’intrepido, scaramantico Ascari, che se ne andò il giorno in cui aveva lasciato a casa il casco che indossava sempre. La storia di questi piloti (tra cui si conta soltanto una donna, la nobile Maria Teresa de Filippis detta Pilotino, che abbandonò le corse quando il collega che l’aveva sostituita in gara all’ultimo momento morì in gara) è una storia del Novecento sui generis, nelle cui immagini si vedono cambiare i costumi, i luoghi, i volti degli appassionati, le mode.

Alla moda, naturalmente quella delle carrozzerie, è dedicata la terza sezione. I concorsi di eleganza rappresentarono un momento particolare dell’avventura delle quattro ruote, occasione di sfoggio d’eleganza in un primo momento, divennero poi una modalità di presentazione del prodotto-auto. 

Ma in mostra non vedrete solo questi incredibili scatti ma anche e le coppe, le tute e i caschi dell’epoca e un piccolo bolide costruita da Enzo Ferrari in solo 7 esemplari per i bambini dei sui più importanti clienti (che ci è stata prestata da Mauro Lotti) e sentirete anche il rombo di queste auto da collezione grazie all’impianto studiato da K-array, azienda tutta toscana che nel Mugello produttrice di sistemi di diffusione di alta gamma e che ringrazio per la collaborazione.

Il progetto è stato realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze impegnata per la secondo volta nella valorizzazione e comunicazione di un archivio così importante, e con il sostegno di K-array, azienda produttrice di sistemi di diffusione di alta gamma e gestione dell’audio professionale con base nel Mugello, presente in questa mostra con un sofisticato impianto audio, e Caffè Gilli, salotto buono di Firenze dal 1733 che più di una volta ricorre negli scatti dell’Archivio Foto Locchi.

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