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Susan Sarandon (ph. Mike Coppola)

text Teresa Favi

14 Giugno 2024

Susan Sarandon, la grande attrice americana con un po’ di Toscana nel sangue

La nostra indimenticabile chiacchierata al Lucca Film Festival

Susan Sarandon incarna l’essenza del cinema come poche altre attrici riescono a fare. Premio alla Carriera alla scorsa edizione del Lucca Film Festival, Susan ‘la combattiva’ non solo è tra le più brave e riconosciute attrici del cinema globale, ma è una voce sul campo e tra le gente. E, a telecamere spente (ne siamo stati testimoni), lontana anni luce dall’essere personaggio, mostra la sua semplicità, al punto da camuffarsi per le strade di Lucca - la sua Lucca (e fra poco capirete perché) - ammirandone la bellezza come una persona qualsiasi.

Susan Sarandon riceve il Premio alla Carriera al Lucca Film Festival dell'anno scorso

Non ho mai sognato di fare l’attrice, ero molto timida da giovane. Qualche recita insieme ai miei otto fratelli, ma per la maggior parte scrivevo, semmai. L’unica cosa che volevo era andare via dal New Yersey e scoprire il mondo a New York” esordisce, all’inizio dell’incontro con il pubblico nella Chiesa di San Francesco, l’italo-americana a cui il destino ha riservato invece una carriera folgorante nel mondo del cinema. Susan Sarandon ha lavorato infatti con i più grandi registi di Hollywood, tra cui il grande Billy Wilder, Ridley Scott, Louis Malle e Tim Robbins (entrambi suoi compagni di vita per un certo periodo) fino a Robert Altman, Oliver Stone, Robert Redford e Peter Jackson. Lei che è stata la protagonista di alcuni tra i film di maggior successo degli ultimi quarant’anni, da The Rocky Horror Picture Show (Jim Sharman, 1975), Le Streghe di Eastwick (George Miller, 1987), Thelma & Louise (Ridley Scott, 1991) e Dead Man Walking (Tim Robbins, 1995), film che le è valso l’Oscar nel 1996 come miglior attrice protagonista, fino a La regola del silenzio (Robert Redford, 2012), Cloud Atlas (Andy e Lana Wachowsky, 2012) fino a indossare i panni della regina della musica Country nella serie Monarch (2022).

Susan Sarandon e Nicola Borrelli (Presidente del Lucca Film Festival) sul red carpet del Lucca Film Festival 2023

Quanto al mistero di Lucca, eccolo presto svelato. Il bisnonno dell’attrice si chiamava Mansueto Rigali, figurinaio di Loppia, vicino a Coreglia Antelminelli, sulle alture che dominano Lucca, emigrato negli States nell’Ottocento e padre di Anita Rigali, lanonna materna di Susan, bellissima ballerina e showgirl di New York scomparsa molto giovane in circostanze misteriose dopo aver dato alla luce Leonora Criscione, madre della Sarandon.

Prima di leggere l'intervista, sfoglia tutto il numero di Firenze made in Tuscany, che ha come cover story la grande attrice.

Firenze made in Tuscany n.71

Qual è il primo film che l’ha emozionata?

Il primo film che mi ha mostrato il cinema come una visione è stato Il conformista di Bernardo Bertolucci. Non avevo mai visto niente di simile prima d’allora. Non credo che i film debbano dirti cosa fare, ma penso che facciano scattare qualcosa di nuovo nel modo di vedere il mondo o nel modo in cui ci si sente. È una cosa davvero speciale ed è per questo che bisogna essere molto responsabili sul tipo di film che si sceglie di fare e quello che viene detto in un film.

Susan Sarandon e Geena Davis, protagoniste di Thelma & Louise

Oggi che la sua carriera è al top, cosa la spinge a continuare?

Fare cinema è come andare nel West a cercare l’oro e il set è paragonabile a una tribù; è un esercizio continuo di compassione ed empatia, ogni ruolo ti fa scoprire personaggi che sembrano non avere niente in comune con te, ma alla fine capisci che non è così.

Tra i moltissimi film che ha interpretato, ce n’è uno che ha amato più degli altri?

Che è come chiedermi di scegliere tra i miei figli... Sono legata a Dead Man Walking, perché ho trovato il libro, l’ho prodotto e si è aperto un dibattito sulla pena di morte che prima non c’era. Di questo sono molto fiera e sono molto vicina a sorella Helen, che è rimasta nella mia vita. Poi Bull Durham, l’esperienza che ha portato alla nascita di due dei miei figli (sul set Sarandon si mise con Tim Robbins, ndr).

Susan Sarandon, Cher e Michelle Pfeiffer in Le streghe di Eastwick

Quando deve scegliere se prendere parte o no ad un film, che cosa la fa decidere?

Sono sempre le storie a farmi decidere. Amo quelle capaci di fare luce su ciò che accade nei cuori degli altri; storie che possano unirci nell’umanità e che ci incoraggino a essere protagonisti delle nostre vite. Guardandomi indietro e ripensando ai film che ho fatto nell’arco della mia carriera mi accorgo che in qualche modo sono basati tutti sull’amore…

A proposito di amore, che cosa prova quando è circondata da quello del pubblico?

Sono sempre sorpresa ma anche molto commossa quando il pubblico mi dimostra il suo affetto. Quando apro la posta dei fan e leggo cosa hanno significato per loro i film ai quali ho preso parte, è gratificante. È bello sapere che le persone sono toccate da quello che ho fatto nel cinema. A teatro hai un rapporto diretto con il pubblico ma quando fai un film sei alla mercé di tanti fattori, dal montaggio alla musica, per esempio, che ti impediscono di sapere che effetto ha sulle persone. Quindi, è bello sentire che un film ha significato qualcosa per qualcuno.

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