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Galleria Palatina (ph. Pasquale Paradiso)

text Francesca Lombardi

4 Ottobre 2024

Simone Verde ci racconta i suoi Uffizi

La riapertura del Corridoio Vasariano e la valorizzazione della Galleria Palatina: la nostra intervista al direttore

Sarà la riapertura imminente del Corridoio Vasariano - l’antico percorso che corre attraverso gli Uffizi e sopra la il Ponte Vecchio progettato da Vasari per il matrimonio del granduca Francesco - o il nuovo orientamento del direttore Simone Verde, ma il nostro incontro nel suo studio affacciato sull’Arno ci ha lasciato la sensazione di un movimento, sia di pensiero che fisico, verso Palazzo Pitti e i capolavori della Galleria Palatina, da lui molto amata. Accanto alla sala dei marmi antichi, così come era allestita nell’Ottocento, le sale dei maestri fiamminghi del Quattro e Cinquecento che abbiamo ammirato, e la riapertura l’Appartamento della Duchessa a Palazzo Pitti di questo inizio di autunno, verranno ancor più valorizzate le collezioni, creando una sezione dedicata alla loro storia al piano terreno della Galleria delle Statue e delle Pitture, e nella Sala Bianca di Palazzo Pitti.

Sempre a Pitti, inoltre, si apriranno al pubblico dei depositi, mostrando, per la prima volta nella storia del museo, il patrimonio di mobilia storica e arazzi della Reggia, mentre una sezione ripercorrerà la storia di Boboli. In programma anche l’apertura del Teatro di Bacco.

(Per scoprire storie, opere e curiosità sugli Uffizi, clicca qui! Mentre qui trovi un approfondimento sul Corridoio Vasariano)

Simone Verde

Con l’apertura al pubblico del Vasariano, si realizzeranno i Grandi Uffizi e le Gallerie degli Uffizi saranno un complesso unico, senza soluzione di continuità. Cosa proverà il visitatore?

L’apertura avverrà nei prossimi mesi. Il percorso sarà accessibile a tutti coloro che acquisteranno un biglietto apposito per il Corridoio, che avrà un accesso contingentato e un allestimento particolare. Saranno garantiti molti ingressi al giorno, selezionati in base alla priorità di prenotazione.

Al di là dell’indubbio impatto economico, come spiega il ruolo così centrale dei Musei oggi?

Lo storico polacco Krzysztof Pomiam ha scritto che i musei sono una strana invenzione. Inutili ma indispensabili, sono una trovata recente che ci sembra esistita dalla notte dei tempi. La verità è che nelle nostre città hanno sostituito la cattedrale, il tempio, il santuario. Mettendo l’uomo e le sue creazioni al centro, quasi un avamposto della modernità.

Corridoio Vasariano (ph. Pasquale Paradiso)

Da questo punto di vista, di tempio della modernità, qual è la sua idea di Uffizi?

Gli Uffizi hanno già un loro ruolo definito, che noi possiamo solo rafforzare.

Tutta la museologia moderna si ispira agli Uffizi, alla Tribuna e in generale alla Galleria in cui all’uomo viene attribuito il ruolo di mediatore tra Dio e la sua creazione. Questa centralità dell’umano, ribadita poi in chiave laica dopo la Rivoluzione Francese è il senso dei musei dell’Occidente che gli Uffizi hanno per la prima volta declinato in senso collezionistico.

Le acquisizioni, capitolo importante. In che direzione andrà durante il suo mandato?

Le acquisizioni hanno un importantissimo valore scientifico poiché accompagnano e documentano la ricerca scientifica.

I musei non devono essere luoghi dove esibire valori sociali codificati ma spazi di emancipazione nei quali le raccolte servano per farci comprendere la natura e i meccanismi culturali che ci caratterizzano. In questo senso sono veri e propri strumenti di politica culturale e civile radicato nella capacità critica della ricerca che le acquisizioni procedono a documentare.

Come vede la gestione dei flussi turistici a cui in certi mesi è sottoposta Firenze?

È innanzitutto un fenomeno globale che dobbiamo saper governare, non guardandolo come una sciagura ma come un’opportunità, per veicolare presso il più ampio pubblico i principi e le missioni del nostro lavoro.

Le nuove sale dei maestri fiamminghi

In questo senso quale può essere una politica culturale virtuosa?

La chiave fondamentale, a mio parere, sta nel superare una certa inclinazione alla propaganda delle collezioni, all’autoesaltazione acritica delle raccolte, tentazione molto forte per ragioni di mercato, anche turistico. Se si seguono invece i principi della ricerca scientifica ecco che il museo diventa un laboratorio culturale e i visitatori da massa informe diventano cittadini.

Le opere meno note che le sono più care e ci suggerisce di vedere alle Gallerie degli Uffizi?

Una galleria intera, la Palatina: ‘quadreria’ barocca dei Granduchi. Una vera e propria opera d’arte in cui l’allestimento è esso stesso un capolavoro composto di capolavori. Uno scrigno unico al mondo e modello europeo insuperato del suo tempo, basta pensare alla Galerie de l’Apollon del Louvre.

Cosa ha provato la prima volta che è entrato qui da Direttore?

Grande brivido di responsabilità, nessuna euforia, purtroppo: sono fatto così.

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