Salvatore Ferragamo. Eleganza come emozione
Simbolo della moda italiana Made in Florence. A lui è dedicato il nostro terzo speciale sui marchi che hanno fatto grande la moda italiana
Quel palazzo che troviamo in fondo a via de’ Tornabuoni prima di arrivare al ponte a Santa Trinita è palazzo Spini Feroni, austera costruzione della fine del 1200.
Ma a Firenze è conosciuto come Palazzo Ferragamo.
La storia di Salvatore Ferragamo, il più famoso calzolaio del mondo, per Firenze è un grande orgoglio. Un po’ mercante un po’ pioniere Salvatore Ferragamo fu uno di quegli italiani che potrebbe essere definito “poeta-globetrotter” dove le poesie furono scarpe bellissime. Parte da quell’Italia del 1915 per andare in America e coltivare la sua passione.
A Santa Barbara apre un negozio di riparazione di scarpe e su misura e comincia la collaborazione con il mondo del cinema e con i registi del tempo. Presto la stampa lo definisce “shoemakers e shoedesigner” e lo consacra al regno del mito.
Ma Ferragamo vince anche per la particolare comodità che sa dare dei suoi modelli, ha studiato l’anatomia del piede e ha brevettato, per sostenere l’arco del piede, il sistema delle lamine d’acciaio da incorporare nella suola. La fama e l’ambizione lo riportano in Italia e dove se non a Firenze terra degli artigiani dalle mani d’oro?, apre la sua prima bottega.
Non si perde d’animo con la crisi del '29, i personaggi dell’epoca, le grandi signore vogliono le sue scarpe, arrivano da Parigi, da New York e da Londra. L’autarchia con la carenza dei materiali mette in moto il suo ingegno, usa pelli di coccodrillo e lucertola, crea la più straordinaria scarpa del secolo, la zeppa con il tacco di sughero: resterà il simbolo degli anni Quaranta.
Nel ’38 acquista a rate quel palazzo Spini Feroni ancora oggi quartier generale della società. Nel Quaranta sposa Wanda Miletti, giovane donna del suo paese natale. Alla morte di Ferragamo nel 1960, la fama internazionale del marchio non subì flessioni inaugurò invece una nuova stagione grazie alla moglie Wanda e ai suoi sei figli, tutti impegnati ai più alti livelli dell’azienda. Dalle calzature e borse negli anni Settanta si passa al total look, alle passerelle della moda, allo sviluppo delle linee uomo, ai profumi, agli occhiali, tutto sempre all’insegna della grande artigianalità.
Dopo una piccola collaborazione con il creativo Marc Audibet arriva in Ferragamo il giovane Massimiliano Giornetti, un made in Ferragamo, con studi al Polimoda. L’azienda lo tiene d’occhio per la sua attenzione maniacale ai dettagli, per la capacità di rispettare la storia e lo spirito del marchio per saper amalgamare senza scosse la visione personale della moda con le esigenze della storica maison.
Viene scelto per rilanciare la maglieria, nel 2004 diventa responsabile della linea uomo, nel 2010 è nominato direttore creativo, il primo direttore creativo nella storia dell’azienda di tutte le linee, inclusa donna e accessori. Giornetti rivela una grande capacità di interpretare i valori fondanti dello stile Ferragamo, la qualità e il comfort dominano senza nulla togliere alla sua concezione stilistica.
A lui si rivolgono le donne che amano l’oggetto da indossare, quello ben fatto, con linee pure, volumi attenti al corpo e tessuti che sanno durare. A febbraio del 2019 l’azienda affida alla matita di Paul Andrew la direzione creativa di tutte le linee, uomo e donna comprese.
Già in azienda dal 2016 come Design Director calzature, Paul Andrew si sente investito metaforicamente a prendere il posto di Salvatore Ferragamo. Debutta con una sfilata memorabile in Piazza della Signoria durante il Pitti Uomo. La sua visione è un sartoriale che guarda allo sportswear meravigliosamente lavorato, il comfort a sostegno del lusso, il contrasto di materiali nobili, tradizionali e tecnologici fanno il resto. Il suo motto: equilibrare due mondi, guardare indietro per forgiare un futuro eccitante.