Ponte Vecchio raccontato dagli orafi
Storie e segreti del ponte più ammirato nel mondo attraverso i racconti dei gioiellieri che l’hanno fatto diventare grande
Dicono che l'oro è un investimento sicuro perché il suo valore raramente si deprezza. A Firenze la stabilità dell'oro si manifesta in una forma diversa: è nel Ponte Vecchio.
Nessuno scorcio di Firenze è più famoso di quello di Ponte Vecchio, l'unico ponte di Firenze scampato alla Seconda guerra mondiale perché si dice che Hitler se ne fosse innamorato.
Da secoli orafi, gioiellieri e Ponte Vecchio vivono in simbiosi. E' una storia incredibile di alto artigianato, lavoro di cesello, pietre preziose, bellezza duratura e gioielli realizzati come abiti su misura, racchiusa in una storia ancora più grande che rende un acquisto sul Ponte Vecchio una ‘esperienza’ assoluta. Noi, ve la raccontiamo attraverso i suoi protagonisti.
Il Corridoio Segreto
Non c'è visita a Firenze che non lasci il tempo di una lunga passeggiata lungo l'Arno. Ma il Granduca di Toscana, Cosimo I, non aveva tempo per fare passeggiate. Dopo che lui e sua moglie Eleonora di Toledo si erano trasferiti a Palazzo Pitti, cioè dall'altra parte del fiume, inaugurando per primi la moda della reggia fuori città che un secolo dopo tocca l'apoteosi a Versailles, Cosimo 'per recarsi a lavoro' doveva attraversare più volte al giorno il Ponte Vecchio per andare e venire da Palazzo Pitti a Palazzo Vecchio dov'era la sede del Governo fiorentino.
Così, il Granduca chiese all'architetto di corte Giorgio Vasari di costruire un corridoio sopra il ponte, un passaggio segreto tra i due palazzi, quello che tutti conosciamo come il Corridoio Vasariano. All’epoca il Ponte Vecchio era il luogo dove i macellai e i conciatori fiorentini avevano le loro attività. Perché mai, vi starete chiedendo... Perché era un posto strategico. Gli scarti di quelle lavorazioni povere finivano dritti nell'Arno e venivano portati via dalla corrente.
Dai macellai agli orafi
Fu Ferdinando II, nel Seicento, a spostare i macellai dal Ponte Vecchio nel quartiere di Santa Croce, e a fare venire al loro posto gli argentieri, i gioiellieri, gli orafi e i mercanti d'oro, esercizi ben più consoni al nobile passaggio. Da questo momento in poi, l’oro e il Ponte Vecchio diventano una sola cosa così come la conosciamo oggi.
Quella forma irregolare...
Ben presto gli orafi trasformano i portali dei laboratori in tavoli, detti madielle, sui quali espongono la loro merce. Madielle e laboratori dentano spazi di lavoro e di vendita, negozi tramandati da una generazione all'altra come patrimonio di famiglia. Quelli di successo, quando si presenta la necessità di ampliarsi, riescono persino a costruire delle estensioni sul fiume con degli aggetti esterni, una diversa dall’altra per dimensione e formato. Poi si comincia a salire anche in verticale.
E' così, che nel corso dei secoli, i gioiellieri hanno dato quel tipico aspetto asimmetrico al Ponte Vecchio che fa innamorare a prima vista i viaggiatori di tutto il mondo!
Vuoi conoscere gli orafi di Ponte Vecchio?
Orgogliosi e fieri di essere eredi di una tradizione tanto importante quanto secolare, molti sono figli d’arte, più legati alle loro botteghe che alla casa. In questo video ci hanno raccontato aneddoti e passioni ma anche la sensazione provano ogni mattina: sentirsi parte di una lunga storia e il privilegio di vedere da dentro quella meraviglia unica al mondo. Possono farlo soltanto loro!
Dunque, vi presentiamo gli orafi che hanno contributo a rendere unica questa esperienza di storytelling e più vicina a tutti noi la vita sublime sul Ponte Vecchio:
Elisa Tozzi Piccini di Fratelli Piccini
Pierferdinando Vettori della Gioielleria Vettori
Filippo Cassetti di Cassetti
Gianna Peruzzi di Fratelli Peruzzi
Giuditta Biscioni di G. Biscioni
Roberto Vaggi di Sergio Vaggi & Figli
Ignazio Tomasini di Tomasini Francia
Marco Monaco, AD di T. Ristori