Piero Pelù per la prima volta in gara al Festival di Sanremo
Intervista esclusiva a chi, il rock in Italia l'ha creato e arriva al Festival della canzone italiana per festeggiare i suoi 40 anni di carriera
Tutto è pronto per il il settantesimo Festival della Canzone Italiana che, dal 4 all'8 febbraio, terrà incollati ai teleschermi milioni di telespettatori. Un Festival che ha scelto anche il nostro Piero Pelù, simbolo di un rock fiorentinissimo e sfrontato, che quest'anno (anche se non sembra) compie 40 anni di rock. Ripubblichiamo un'intervista esclusiva di qualche anno fa...
Non te lo aspetteresti mai da un rocker come lui, o forse sì… Puntuale come orologio svizzero, al nostro appuntamento al Teatro della Pergola di Firenze Piero Pelù arriva in bicicletta e al primo sguardo sappiamo già molto di lui. Tutto ha le sembianze di un ritrovo fra vecchi amici, accumunati da passioni veraci e primitive: quello per la musica, per la terra, per la Toscana, per gli affetti più elementari. Scopriamo un uomo, padre, nonno (si, il nipotino si chiamerà Rocco e nascerà proprio in questi giorni, ndr), innamorato della campagna sì “ma solo come ospite”, San Frediano centrico, come ama definirsi, focalizzato sul presente, senza lasciar spazio a nostalgia per il tempo che fu. La nostra chiaccherata nasce in occasione dell’attesissimo ritorno live dei Litfiba con il nuovo disco Eutòpia, un lavoro a quattro mani con il “socio” Ghigo Renzulli.
“Eutòpia”. Presentaci l’essenza di questo nuovo lavoro in studio…
Eutòpiaè un album estremamente positivo, 10 brani ispirati dal quotidiano e della politica attraverso cui ho cercato di dare respiro a situazioni ricche di positività e a casi di personaggi che esprimono speranza, quasi eutòpici appunto. Per rimanere in Toscana penso all’esperienza di Don Santoro alle Piagge e il suo importantissimo lavoro sociale.
Origini e storia del Cornocuore. Simbolo storico dei Litfiba
E’ nato come un semplice disegno mentre stavo scrivendo l’album Spirito. Rappresenta una delle tante contraddizioni che quotidianamente osservo, vivo e scrivo in musica. Un amore appunto, ma con le corna.
A che cosa ci dobbiamo preparare questo 7 aprile al Nelson Mandela Forum?
Arrivateci allenati. Non dico altro.
Il romanzo “Tu non c’eri” di Erri De Luca è diventato un film e tu per la prima volta ti sei cimentato in veste di attore.
E’ stata un’esperienza molto importante, sia dal punto di vista attoriale, anche se mi ritengo un attore ventriloquo, che musicale. Quella di “Tu non c’eri” è stata la prima colonna sonora composta interamente da solo. La storia si fonde su un incontro generazionale, sulla sua iniziale incomunicabilità, un dialogo simbolico tra padre e figlio, intenso e commovente.
Proprio in via de’ Bardi i Litfiba formarono la loro “tana” leggendaria. Come avvenne questa magia?
Vivevamo in quel luogo, ci passavamo anche 15 ore al giorno e scrivevamo la nostra musica. A Firenze non è mai stato facile poter produrre del rock in cantine come questa, basti pensare che quando iniziai con la mia band liceale, i Mugnions, provammo in viale Milton nel garage del palazzo dei miei genitori: dopo tre riunioni di condominio ci buttarono fuori. In via de’ Bardi 4 nacque invece una strana alchimia con gli abitanti di quella palazzina, che accettava e godeva delle nostre schitarrate. Tra poco la nostra cantina diventerà uno Speakeasy con musica live, un progetto molto interessante…
In che modo nacque la tua New Have fiorentina anni ‘80?
Quando frequentavo il Liceo Dante avevo tre amici: Pasquinelli, Piovanelli e Moriani e con loro andavamo sempre al Contempo, un piccolo negozio di dischi in via Verdi. Fu lì che nacque la magia. Al Contempo conobbi Federico Fiumani dei Diaframma, il gancio per il mio primo live: l’8 marzo dell’1980 al Circolo Bencini di piazza Puccini, con i Mugnions. Poi ci fu il leggendario primo concerto dei Litfiba il 6 dicembre dell’80 alla Rokkoteca Brighton e il resto è storia…
La tua carriera discografica vanta ben 5 dischi da solista. Il lavoro a cui è più legato e perché
“Né buoni né cattivi”, il mio primo album da solista. Frutto di una delusione profondissima data dalla fine con i Litfiba, un album come un grido di disperazione.
Accompagnaci, dalla mattina alla sera, nel suo personale tour della città.
Dopo la sveglia, uno sguardo dalla finestra, in contemplazione dei tetti di Firenze, colazione con ginger e limone e poi, in bici, direzione San Lorenzo, alla ricerca degli ingredienti per un pranzo come si deve. Nel pomeriggio fino al tramonto una bella biciclettata fino ai Renai e poi musica live, alla Flog, al Volume in Santo Spirito, Nof in San Frediano e Jazz Club in Santa Croce.
“Identikit di un ribelle” è il titolo della sua autobiografia in cui spiccano l’impegno contro le mafie e la droga. In sostanza, ribelle è chi….
Chi è se stesso. Chi non cade nell’omologazione. Chi confronta.
P.s: Se doveste intravedere Piero Pelù a bordo di un ciclomotore d’epoca a insieme ad altri appassionati, niente paura, si tratta della sua geniale Mosquitos Way, manifestazione dedicata ai ciclomotori storici a rullo e a pedali costruiti prima del 1990, ideata dal nostro rocker.