Pier Luigi Nervi e lo Stadio Artemio Franchi
La storia di un progetto tra i più geniali e innovativi del panorama architettonico italiano
Questa è la storia fiorentina di Pier Luigi Nervi, uno dei più innovativi architetti italiani, protagonista di una grande mostra itinerante che aprirà il 25 gennaio a Manifattura Tabacchi.
Nato a Sondrio nel 1981, Pier Luigi Nervi si dedicò appassionatamente allo studio del cemento armato, aprendo nuovi orizzonti all’architettura.
Iniziò la sua carriera nel 1913 lavorando come progettista nella SACC (Società Anonima per le Costruzioni cementizie) che negli anni precedenti aveva acquisito l’esclusiva, per l’italia centrale, del brevetto Hennebique sulle costruzioni in cemento armato.
Tra le maggiori opere realizzate da Pier Luigi Nervi in Italia troviamo il complesso di opere per le Olimpiadi di Roma del 1960, il Palazzo delle esposizioni a Torino, il grattacielo Pirelli, le autorimesse di Orvieto e il suo incarico più prestigioso, quello ricevuto dal Pontefice Paolo VI per la costruzione della nuova aula per le udienze pontificie in Vaticano (Aula Paolo VI).
Già prima della vicenda dello stadio comunale, l'attività di Pier Luigi Nervi come progettista e costruttore godeva di notevole fortuna. Il giovane ingegnere, laureatosi a Bologna nel 1913 e fin dal 1920 titolare a Roma dell'Impresa di costruzioni Nervi & Nebbiosi, aveva già realizzato nel capoluogo toscano la struttura della copertura della sala del gioco della pelota dell'Alhambra (1919-1921) e a Prato la struttura in cemento armato del Politeama Banchini (1925); nel 1932 fonda insieme all'ingegner Giovanni Bartoli l'Impresa Nervi & Bartoli, e a quella si devono le successive realizzazioni fiorentine della Manifattura Tabacchi (1937-1940), dei trampolini e del fabbricato del Circolo del Golf all'Ugolino (1934) nonché una attiva partecipazione a vari cantieri della stazione di S. Maria Novella (1932-1935), la realizzazione di una diga a Granaiolo e il completamento del cinema Gambrinus e, proprio a Firenze, la sua architettura si concretizzò nella progettazione e costruzione dello Stadio Berta (oggi stadio Artemio Franchi).
Figura tra le più geniali e innovative del panorama architettonico italiano, nello stadio fiorentino Nervi traduce la sua eccezionale fiducia nelle "magnifiche qualità plastiche del cemento armato" nella realizzazione di strutture fino allora assolutamente inedite, che all'arditezza delle soluzioni costruttive e formali coniugano una eccezionale economicità di realizzazione, dovuta essenzialmente alla modularità del progetto e alla estrema razionalità organizzativa del cantiere.
Esteso su un'area di circa 50.000 mq. compresa tra i viale M. Fanti, E. Paoli e Maratona, lo stadio comunale "Artemio Franchi" caratterizza il quartiere del Campo di Marte proponendosi come grande spazio aperto all'interno della ordinata maglia delle costruzioni residenziali realizzate negli anni tra le due guerre.
L'opera fu progettata dall'ingegner Pier Luigi Nervi nel 1930 e realizzata dalle ditte Nervi & Nebbiosi e Nervi & Bartoli in due lotti successivi, tra il dicembre 1930 e il dicembre 1932.
Oltre ad essere una delle più innovative architetture nel panorama nazionale tra le due guerre ed una delle più significative applicazioni del cemento armato nell'architettura pubblica, esso rappresenta il primo e il principale episodio di una serie di attrezzature sportive a servizio del quartiere e della città che sorgono nelle immediate vicinanze e che costituiscono il "polo" sportivo fiorentino.
La struttura in cemento armato fu realizzata in due distinte fasi: la prima fu dedicata alla realizzazione di una tribuna centrale, caratterizzata da una copertura a sbalzo di oltre 22 metri.
Nella seconda fase, iniziata nel 1932, i lavori furono eseguiti non più dalla società Nervi&Nebbiosi, che si era sciolta l’anno prima, ma dalla Nervi&Bartoli e vennero costruiti l’anello delle gradinate, le scale elicoidali esterne e la torre di Maratona, alta 55 metri.
Lo stadio è asimmetrico rispetto al campo di gioco, presenta infatti l’ormai famigerata (e politicamente chiacchierata) forma a “D”, a causa di un vincolo progettuale: la necessità di rispettare la lunghezza di 220 metri della adiacente pista di atletica sul lato ovest.
Il costo complessivo dell'opera, il cui progetto prevedeva una capienza complessiva di 60.000 persone, con 40.000 posti a sedere di cui 5000 nella tribuna coperta, fu di 9.000.000 di lire.
Lo stadio di Firenze mostra la genialità di Pier Luigi Nervi nella progettazione e nella costruzione di grandi opere in un’Italia arretrata e frenata dall’autarchia. Fu ben presto apprezzato anche all’estero, diventando, negli anni ’40, il simbolo dell’evoluzionismo nell’architettura, motivo per cui la figura di Nervi fu utilizzata dal regime fascista per propagandare il progresso.
Il 9 Gennaio del 1979, morì a Roma Pier Luigi Nervi. Definirlo “solo” ingegnere è limitativo: in lui si sono fuse le tre figure di ingegnere, architetto ed imprenditore, in una parola: “Costruttore” con la C maiuscola, summa dei saperi delle discipline del costruire secondo le regole dell’Arte, dove professionalità ed umanità sono una cosa sola.