Nicolò Incisa della Rocchetta racconta il mito di Sassicaia
Il marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, figlio del leggendario Mario, e la storia del vino toscano più famoso nel mondo
Nicolò Incisa della Rocchetta, nato a Roma da padre piemontese e madre tosco-americana, e Sassicaia: il vino italiano forse più famoso al mondo e il suo produttore non hanno bisogno di presentazioni. Ecco la nostra intervista.
Cosa rende Sassicaia un vino unico al mondo?
Sicuramente non esserci mai fatti influenzare dalle mode ed aver voluto a tutti i costi mantenere uno stile che fosse improntato all’eleganza e soprattutto al netto legame con il territorio e le sue vocazioni.
La liason tra Sassicaia e Bolgheri: come e quando è iniziata?
Direi senza dubbio che è iniziata verso la fine degli anni ‘40.
Quando avete capito che Sassicaia era un vino speciale?
Lo capimmo intorno alla metà degli anni ‘50, dopo un periodo sufficientemente lungo di invecchiamento e aver riscontrato come aveva aggiunto valore a tutte le sue caratteristiche.
Qual è il vostro mercato di riferimento?
Tutti i mercati, nessuno escluso. Ogni realtà ha le sue caratteristiche ma è altrettanto importante essere presenti ovunque. E’ ovvio che mercati come gli Stati Uniti e l’Asia rappresentano però grande importanza sotto il profilo delle quantità.
Mi può tracciare un profilo del vostro consumatore tipo?
Il nostro consumatore modello è un amante delle principali caratteristiche del Sassicaia: finezza dei tannini, complessità, profondità e persistenza.
Appurato che a noi italiani non fa difetto la qualità, cosa ci manca per competere con i francesi, anche a livello di immagine e marketing?
I francesi hanno 150 anni di storia e di esperienza in vantaggio su di noi e sicuramente anche un maggior spirito di corpo tra di loro.
Progetti per il futuro?
Continuare sulla strada tracciata da mio padre..
Cosa beve Nicolò a una cena con gli amici, se ha voglia di assaggiare qualcosa di diverso?
Io cerco sempre di bere i vini prodotti nel territorio in cui mi trovo, spesso viaggiando all’estero ho modo di apprezzare prodotti che altrimenti non avrei avuto occasione di conoscere.
Un giorno nella sua azienda, qual è il momento che preferisce?
Certamente la mattina presto...quando vedo i miei cavalli in allenamento.
Vino e cavalli, c’è un primo e secondo posto nella sua classifica personale?
I cavalli mi provocano maggiori emozioni...ma spesso anche delusioni.
Come vede il vino toscano tra 20 anni?
Prevedo che vi sarà una grande selezione tra i produttori e sempre di più dovremo concentrarci su produzioni che esprimano appieno il territorio.