Al museo Bardini la prima mostra italiana di Anj Smith
Fino al prossimo 1° maggio una selezione di 12 dipinti della pittrice britannica
Piccoli mondi inquietanti punteggiano le pareti blu del Museo Bardini: sono le opere sofisticate e colte di Anj Smith, in mostra fino al prossimo 1° maggio nelle bellissime stanze appartenute al collezionista fiorentino.
Come racconta Sergio Risaliti, curatore della mostra: “Qui sono passate le opere di John Currin, Glenn Brown, Luca Pignatelli e AliBanisadr in dialoghi che hanno contribuito all’incontro tra tempi storici e generi, forme e contenuti senza distinzione e steccati tra ieri e oggi. Adesso è la volta di Anj Smith, che prosegue in questa prospettiva critica e metodologica. Smith è un’artista internazionale con un linguaggio pittorico raffinato e colto che intreccia psicologie oscure, giustapposizioni ricontestualizzate, moda e natura, in composizioni che non potranno che incuriosire e attrarre, perfino nel più piccolo formato, dove la materia dell’artista raggiunge preziosismi rinascimentali.
Quelle di Anj Smith potremmo definirle piccole Wunderkammern, in cui lo spirito ghiribizzoso e alchemico del manierismo sembra rinascere sotto una veste assolutamente contemporanea, aggiungendo quanto di perturbante si nasconde tra le pieghe della realtà e dell’immaginario più glamour”. I suoi dipinti, realizzati con una perizia pari a quella di un miniaturista medievale o di un artefice di nature morte fiammingo-rinascimentali, non hanno nulla da invidiare a certi maestri del tempo antico. Nella sua maestria, tuttavia, non c’è mai nostalgia del passato o narcisismo artigianale: “Le mie opere sono influenzate dalla miniatura persiana, da Bosch e Botticelli, dalle nature morte olandesi, dagli allestimenti realizzati presso il Théátre du Châtelet di Parigi dove si esibiva il Balletto Russo” racconta la stessa artista. Ma questo è solo il punto di partenza, il mezzo per attraversare e raccontare un sentire contemporaneo e autentico.