I musei assolutamente da vedere a Firenze
La nostra selezione dei musei da visitare e le loro opere migliori
Firenze andrebbe assaporata lentamente ma se avete poche ore per provare a catturarne l’anima, ecco allora una mini guida per muoversi agili tra i musei più importanti di Firenze, per ognuno dei quali abbiamo selezionato le cose imperdibili. I musei più importanti e i loro capolavori. Possiamo partire per una full immersion di bellezza. Da non perdere anche il nostro approfondimento sulle mostre più belle da vedere in città.
La Galleria fiorentina amata da tutto il mondo è un luogo in cui tornare più di una volta per i grandi capolavori che emozionano senza staccare mai. La Galleria occupa il primo e secondo piano del grande edificio costruito tra il 1560 e il 1580 su progetto di Giorgio Vasari. Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mantegna, Correggio, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio sono solo alcuni dei nomi che scorreranno davanti ai vostri occhi, fino a quando arriverete di fronte a due fanciulle bellissime che rappresentano la stessa donna: Simonetta Vespucci, La Sans Par (La senza paragoni) per gli uomini del suo tempo. Simonetta fece innamorare Giuliano dei Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico, e lo stesso Sandro Botticelli che la dipinse nei panni della Venere e della Primavera (sale 10-14 degli Uffizi dedicate a Botticelli). In questo volo d’angelo dentro la Galleria difficile non menzionare Dittico dei Duchi di Urbino, 1465-1472 circa, di Piero della Francesca e il Tondo Doni, visibile oggi nella sala 41, all'interno dell'ala degli Uffizi dedicata a Raffaello e Michelangelo. Se cercate le 10 opere più belle da non perdere agli Uffizi cliccate qui!
Reggia di tre dinastie reali, i Medici, gli Asburgo-Lorena e i Savoia. Palazzo Pitti porta ancora il nome del suo primo proprietario, il banchiere fiorentino Luca Pitti. Attualmente ospita alcuni dei più importanti musei della città: la Galleria Palatina con i capolavori di Raffaello, Tiziano, Tintoretto, Caravaggio e Rubens, gli Appartamenti Imperiali e Reali al piano nobile del Palazzo, la Galleria d'Arte Moderna con le opere dei Macchiaioli, il Tesoro dei Granduchi, il Museo della Moda e del Costume, il Museo delle Porcellane, il Museo delle carrozze e il nuovo Museo delle Icone Russe. Il palazzo è completato dal Giardino di Boboli.
Ogni epoca ha il suo idolo e quando fu disposta la creazione della Palatina, star incontrastata del tempo era proprio Raffaello. L’allestimento che vediamo oggi rispecchia quello originario ed è il più importante esempio in Italia di quadreria barocca, dove i quadri sono esposti con criteri decorativi. Imperdibile la Madonna della Seggiola di Raffaello, uno degli ultimi tondi di scuola cinquecentesca tipicamente toscana. Assolutamente catalizzante, in virtù di un perfetto equilibrio di corpi: il Gesù Bambino con le forme morbide e fanciullesche, la Madre con lo sguardo pieno di Misericordia che attrae e conquista.
Corto circuito di cuore e testa. Da una parte la prima sala del Museo che occupa gli spazi scenici dell’ottocentesco ex Teatro degli Intrepidi e presenta, su una delle pareti lunghe, una ri-creazione di 36 metri di lunghezza della trecentesca prima facciata del Duomo, disegnata e scolpita da Arnolfo di Cambio e rappresentata fedelmente nell’epoca precedente al suo smontaggio avvenuto nel 1586-87. Sempre al primo piano scorgerete la Maria Maddalena penitente del Donatello di fronte a raccolta e ispirata penultima scultura di Michelangelo, la Pietà Rondanini.
È uno dei nostri musei più preziosi, così denso di capolavori da creare un capogiro. Nella sala Michelangelo, 3 capolavori. Il Mercurio di Giambologna è la celebrità che ci accoglie appena entrati. Per la sua leggerezza, è un vero miracolo: Mercurio sta in equilibrio sul soffio del vento, sfidando la forza di gravità. Il Bacco di un giovane Michelangelo, acerbo sì ma geniale nella precarietà della sua posizione che ne racconta l’ebbrezza. E infine il David di Donatello, piccole dimensioni per una scultura che è l’emblema plastico del primo ‘400, uno dei primi rilievi a tutto tondo dai tempi dell’antica Roma.
E se non ci fosse solo il David di Michelangelo, fantastica star di questo luogo meraviglioso? Qui si viene da ogni parte del mondo per vedere lui, oggi come nel 1873, anno in cui fu trasportato dopo 350 anni in piazza della Signoria e si corre il rischio di non guardare con la dovuta attenzione i Pontormo, gli Allori, gli splendidi fondi oro di Lorenzo Monaco… Se le stanze dedicate alla Gipsoteca di Bartolini sono un quinta scenica di eccezionale bellezza, la Galleria dei Prigioni è da capogiro: soffermatevi sulle 4 statue incompiute e intense di Michelangelo. Da poco sono state riaperte anche le sale del '200 e del '300 e la Sala del Colosso, mentre a breve riaprirà anche quella dei Gessi.
PALAZZO STROZZI
Capolavoro dell’architettura rinascimentale e dinamico centro culturale di livello internazionale, che organizza ogni anno mostre che spaziano dall’arte antica a quella moderna e contemporanea. Dopo il grande succeso di Jeff Koons, il 19 marzo inizia la retrospettiva dedicata a Donatello, che riunirà per la prima volta i suoi più importanti capolavori in un grande progetto realizzato insieme ai Musei del Bargello.
MUSEO NOVECENTO
Dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo. Il museo propone, oltre ad una collezione permanente, mostre e cicli espositivi, installazioni e progetti speciali.
Meraviglioso unicum di cui fanno parte oltre al Museo, la Chiesa di San Lorenzo, la Sagrestia Vecchia e la Biblioteca Medicea. Da non perdere una volta qui la Sagrestia Nuova, costruita a péndant di quella brunelleschiana, ideata nel suo arredo architettonico e scultoreo interno da Michelangelo. Una straordinaria scoperta del 1975 ruota intorno a un piccolo sotterraneo proprio sotto la cappella firmata da Michelangelo aperto solo su appuntamento: qui sembra che si fosse nascosto il Buonarroti durante i giorni del fallimento della Repubblica e il ritorno dei Medici al potere.
Concludiamo il nostro itinerario con un museo poco conosciuto e quasi mai affollato. Una esperienza intima che quest’inverno si arricchisce di nuove emozioni con la bella mostra dell’artista contemporanea Anj Smith (fino al 1°maggio). Le sale del museo, sede della collezione dell’antiquario e connoisseur fiorentino Stefano Bardini, non sono nuove a questo tipo di contaminazioni con il contemporaneo e i dipinti dell’artista, realizzati con una perizia pari a quella di un miniaturista medievale o di un artefice di nature morte fiammingo-rinascimentali, dialogano alla perfezione con la straordinaria raccolta d’arte antica del museo.