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Dana Al Fardan (ph. courtesy of Chopard)

text Teresa Favi

15 Luglio 2024

Lo spettacolo immersivo e multisensoriale di Dana Al Fardan Fiesole

Conosciamo meglio la pionieristica artista originaria del Qatar in concerto al Teatro Romano il 17 luglio

Pioniera della musica contemporanea in Qatar, Dana Al Fardan è compositrice, cantante, musicista sinfonica e cantautrice influenzata dalla sua cultura e dal patrimonio tradizionale del suo paese d’origine, ma che da anni gode di un’attenzione internazionale incredibile, rafforzata dall’uscita transcontinentale del suo quarto album, Indigo, che presenta a Firenze il 17 luglio con un concerto-evento al Teatro Romano di Fiesole. L’abbiamo sentita in anteprima per conoscere il suo mondo musicale autentico ma anche aperto a contaminazioni e a collaborazioni, a partire da quella con la London Metropolitan Orchestra, per una trasposizione musicale al Theatre Royal Haymarket a Londra del romanzo del celeberrimo poeta e pittore libanese Kahlil Gibran, Ali spezzate, e che ha portato per la prima volta la musica araba e il talento del Qatar a un pubblico nuovo (2021). Alla stessa stregua, quest’anno ha accettato di comporre le musiche eseguite dall’Orchestra Sinfonica Siciliana per la nuova versione dello spettacolo Giocando con Orlando con Stefano Accorsi, che ha riscosso un grandissimo successo al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo.

Dana Al Fardan (ph. Jamie Morgan)

Dana, come si è avvicinata alla musica e qual è stata la sua prima ispirazione?

Il mio modo di guardare il mondo è sempre stato filtrato dalla lente della musica. Ho amato la musica fin da bambina, da adolescente ho sviluppato una spiccata attitudine per le arti, ma per molti anni mi sono sentita in dovere di lavorare nell’azienda di famiglia. Per questo, dopo la laurea in scienze politiche, ho studiato gemmologia. Poi mi sono sposata e sono diventata madre di una bambina. è stato allora che, sebbene il lavoro fosse fonte di grandi soddisfazioni, mi è scattata una molla e ho deciso di seguire la mia vocazione per la musica.

Quale motivazione ha guidato una scelta così radicale?

Il pensiero che se non l’avessi fatto mia figlia non avrebbe mai saputo chi è veramente la sua mamma.

Ci aiuti a capire la sua musica. Quanto è legata alle sue origini mediorientali?

Le mie origini danno un colore particolare al mio lavoro, penso al deserto, al suono dell’acqua del Qatar… Evoco spesso le ‘radici’ attraverso una tessitura musicale tribale ed esoterica. Nel mio nuovo album questo è si sente molto in Heliodore e Harlequin. L’esempio più completo sarà contenuto nel mio prossimo album, Tempest. Ho appena finito di registrarlo e contiene ispirazioni dirette alla nostra tradizione musicale marinara, quella della regione del Golfo. Tempest è la testimonianza della contaminazione tra culture diverse provenienti dal mare, e consolida al tempo stesso l’universalità dell’esperienza umana con il racconto delle storie di mare. Ogni canzone includerà le caratteristiche fondamentali del canto qatariota tipico dei cercatori di perle, il Fjiri.

Quali sono le sfide quotidiane con cui da musicista si è confrontata?

Ogni giorno c’è un ostacolo per una compositrice e cantante come me. L’arte è il mio modo di vivere. Esprimerla senza confini è l’espressione più alta di ciò che sono. L’industria è un’enorme struttura globale con la quale cerco di confrontarmi in modo originale, sfuggendo alla sua necessità di classificarmi. Tuttavia, l’Italia è stata estremamente accogliente nei confronti di ciò che faccio e di come lo esprimo.

Cosa porta Dana Al Fardan al teatro romano di Fiesole?

Il concerto è basato sul mio ultimo album Indigo, un’esperienza multisensoriale dove ogni canzone è inserita in uno schema di colori e in un paesaggio sonoro diverso progettato per alzare la frequenza vibrazionale, eseguita da un’orchestra da camera di sei musicisti e dall’elettronica. A Fiesole, Indigo viene eseguito dai membri dell’Orchestra Filarmonica di Firenze e della Qatar Philharmonic Orchestra, in collaborazione con la Lyric Dance Company, per la direzione del Maestro Alberto Canestro.

Cosa ama della città e cosa spera di sperimentare a Firenze in questa occasione?

Mi sono innamorata di Firenze all’istante. È il luogo culturalmente più denso che abbia mai vissuto. Non dico che altri luoghi non lo siano, ma l’energia trasmessa dal significato storico-culturale di questo posto è palpabile. Ho visitato Fiesole lo scorso settembre e ho ‘sperato di fare’ un concerto qui. E ora, eccoci... Questa è l’energia di Firenze che ha attirato e continua ad attirare la maggior parte degli artisti e dei pensatori del mondo.

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