Leonia Frescobaldi si racconta tra storie, passioni e itinerari in città
Alla scoperta della 31esima generazione di una delle più antiche famiglie di Firenze
Leonia Frescobaldi discende da una delle più antiche e illustri casate fiorentine, legata alla storia della città da ben otto secoli. Banchieri, politici, imprenditori, ma anche artisti e poeti, i Frescobaldi annoverano molti illustri personaggi, a partire da Dino, letterato e amico e contemporaneo di Dante Alighieri. Come banchieri fecero prestiti anche ai Re d’Inghilterra Edoardo I e II. Di fede Guelfa, fin dal ‘200 hanno sempre avuto le loro torri, case e palazzi nel quartiere di Santo Spirito nell’Oltrarno. A loro si deve il finanziamento per la costruzione del ponte Santa Trinità, e la possibilità, data agli Agostiniani di costruire la Basilica di Santo Spirito sui loro terreni. Il ramo a cui appartiene Leonia ha, per eredità e discendenza, aggiunto il nome Franceschi Marini; che li fa discendere dal sommo artista del Rinascimento, Piero della Francesca. Leonia, è figlia di Eleonora e di Lamberto Frescobaldi, uno dei più apprezzati produttori di vino toscano di alta qualità.
A quale tra i personaggi della sua antica famiglia è più legata?
Alla mia quadrisnonna Leonia degli Albizzi, donna formidabile e determinata a cui devo il mio nome. Nell’Ottocento, periodo in cui le donne ancora non avevano la libertà di oggi, ha vissuto in Francia, tra Champagne e Borgogna. Sposò Angelo Frescobaldi nel 1877 portandogli in dote i castelli di Nipozzano, Pomino e la villa di Remole e impiantato in quei terreni i vitigni francesi che aveva portato dalla Francia. E’ stata una donna con gran carattere e ha gestito le aziende agricole in prima persona. Mi piace ricordare che fu premiata con una medaglia d’oro all’Expo di Parigi, nel 1889, per il vino prodotto a Pomino con i vitigni francesi portati da lei in Italia.
Oggi Frescobaldi è un grande brand del vino nel mondo, qual è il vostro progetto-simbolo?
Il progetto sociale attivato da mio padre dieci anni fa sull’isola carceraria di Gorgona. Fu l’unico, tra le 100 aziende contattate dalla direttrice carceraria, a rispondere alla sua mail. Quando fu deciso, chiamò me e i miei fratelli e ci disse: “Di tutti i progetti, questo è quello che mi commuove di più, mai come in queste esperienze capisci come tutto può cambiare in un attimo. Quindi, ragazzi, datevi da fare e date sempre il massimo”.
La sua etichetta preferita?
Il metodo classico Leonia, dedicato alla mia antenata.
Di cosa si occupa e quali sono le sue passioni?
Abito a Parigi e sono global brand manager nel marketing per una azienda leader nel settore dello Champagne. Amo cucinare, soprattutto per i miei amici. Mi piace viaggiare con lo spirito della scoperta perché sono molto curiosa; pratico molti sport, i miei preferiti sono lo sci fuori pista e il tennis.
Un itinerario a Firenze attraverso i luoghi più iconici legati alla sua famiglia?
A Firenze ovunque mi giri ho sempre un pezzo di storia della mia famiglia davanti agli occhi e di questo ne vado fiera. E quando vengono a trovarmi i miei dall’estero, di solito la prima tappa è la basilica di Santo Spirito dove si trovano molte tracce legate alla storia della mia famiglia, a partire dal fatto che gran parte di terreno su cui la Basilica fu edificata è stata donata da noi Frescobaldi. Questa donazione è resa evidente all’interno della chiesa da un cerchio bianco sul suolo, oppure guardando verso l’altare, dove campeggia un sole; lo stesso che ritroviamo oggi sull’etichetta di uno dei vini di famiglia più pregiati, il nostro Brunello di Montalcino ‘Luce’. Da qui, siamo nell’Oltrarno, attraversiamo il fiume Arno sul ponte Santa Trinità che fu stato costruito dal mio antenato Lamberto Frescobaldi e proseguiamo verso il Duomo dove, su una delle facciate, insieme agli stemmi delle famiglie che hanno contribuito alla sua costruzione, c’è anche il nostro. Essere presenti su uno dei monumenti più belli del mondo mi ha sempre fatto un certo effetto, e quando salgo in cima alla cupola del Brunelleschi, mentre ammiro il panorama mozzafiato di Firenze che mi si para davanti provo sempre un grande orgoglio fiorentino.
L’eredità più preziosa?
I valori che mi hanno trasmesso mio padre e mia madre: essere determinati, generosi, umili e saper riconoscere sempre il lavoro degli altri.