photo cover: Oniwakamaru sottomette una carpa gigante, Surimono Totoya Hokkei ©Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone Genova
Le mostre più belle da non perdere in Toscana
Tutte le esposizioni da segnare in agenda
Tutte le mostre più importanti delle principali città toscane:
Firenze
Qui un approfondimento su tutte le mostre da non perdere in città.
HELEN FRANKENTHALER A PALAZZO STROZZI (fino al 26 gennaio 2025)
Palazzo Strozzi presenta la più ampia retrospettiva mai organizzata in Italia dedicata a una delle artiste più rivoluzionarie del XX secolo. Una panoramica approfondita della produzione di Helen Frankenthaler, che mette le sue opere in dialogo con quelle di artisti contemporanei come Jackson Pollock, Robert Motherwell, Mark Rothko, Morris Louis, David Smith, Anthony Caro e Anne Truitt. L’esposizione propone un viaggio tra grandi tele, opere su carta e sculture, costruendo un percorso che esalta la straordinaria originalità dell’artista.
MASSIMO LISTRI FOTOGRAFIE (fino al 14 novembre)
Risale al 2019, un progetto di Massimo Listri realizzato per Firenze made in Tuscany, magazine nella fase iniziale dei lavori di restauro di Manifattura Tabacchi. Queste due immagini hanno dato il La a un meraviglioso spartito di 19 opere di grande formato dell’artista fiorentino, tra fotografie iconiche e altre inedite, in mostra proprio alla Manifattura Tabacchi. Un percorso monografico che diventa una immersione intensa e ritmata nel mondo di Massimo Listri: oltre gli spazi di Manifattura, che si mostrano al pubblico interpretati dallo sguardo assoluto e imbevuto di storia di Listri, altri luoghi straordinari come la Reggia di Versailles, la Reggia di Caserta, la Biblioteca Apostolica Vaticana, The State Hermitage Museum di San Pietroburgo e il Palazzo Reale di Napoli.
OLTRECITTÀ. UTOPIE E REALTÀ. DA LE CORBUSIER A GERHARD RICHTER (fino al 19 gennaio 2025)
Dal 26 settembre al 19 gennaio 2025, a Villa Bardini, l’inedita mostra OltreCittà. Utopie e realtà. Da Le Corbusier a Gerhard Richter. Fondazione CR Firenze e Generali – Valore Cultura lanciano una riflessione sul macro-tema delle città che non propone una visione ideale e futura dei centri urbani ma restituisce un ampio spazio per poterla concepire ancora a misura umana. Nell’esposizione, curata da Lucia Fiaschi, Bruno Corà, Silvia Mantovani e Claudia Bucelli, viene esposta per la prima volta in una mostra l’opera Firenze III/XII di Gerhard Richter, oggi fra gli artisti più influenti in ambito internazionale, che traduce l’idea del movimento e del dinamismo di una città - Firenze - che si smaterializza sotto i nostri occhi, come se la osservassimo dal finestrino di un treno, per divenire altro.
LA MOSTRA MICHELANGELO E IL POTERE AL MUSEO DI PALAZZO VECCHIO (fino al 26 gennaio 2025)
Fino al 26 gennaio 2025 Palazzo Vecchio accoglie la mostra Michelangelo e il Potere, a cura di Cristina Acidini e Sergio Risaliti, promossa dal Comune di Firenze in collaborazione con Fondazione Casa Buonarroti e organizzata dalla Fondazione MUS.E. Il progetto e la direzione dell’allestimento sono curati dall’architetto Guido Ciompi, in collaborazione con l’architetto Gianluca Conte dello studio Guido Ciompi & partners.
Michelangelo e il Potere si sviluppa al secondo piano di Palazzo Vecchio, tra la Sala delle Udienze e la Sala dei Gigli, con un percorso di più di cinquanta opere: sculture, dipinti, disegni, lettere autografe e calchi in gesso – frutto di eccezionali prestiti da prestigiose istituzioni come le Gallerie degli Uffizi, i Musei del Bargello, la Fondazione Casa Buonarroti, la Fundación Colección Thyssen- Bornemisza e le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, per citarne solo alcuni – scelti per illustrare il rapporto di Michelangelo con il potere, la sua visione politica e la sua determinazione nel porsi alla pari con i potenti della terra.
Pisa
HOKUSAI (fino al 23 febbraio)
Il Palazzo Blu di Pisa ospita una grande mostra dedicata al maestro giapponese HOKUSAI, fino al 23 febbraio 2025, prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa. (Per scoprire tutto quello che non sai su Palazzo Blu, la sua storia e la sue mostre passate, clicca qui!).
Attraverso oltre 200 opere provenienti dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e dal Museo d’Arte Orientale di Venezia, oltre che da collezioni private italiane e giapponesi, la mostra mette in evidenza l’eclettismo del massimo maestro del filone artistico ukiyoe, letteralmente tradotto immagini del Mondo Fluttuante, che ha segnato l’apice dello sviluppo dell’arte di epoca Edo (1603 – 1868) in Giappone, e la ricchezza del suo lascito evidente nelle opere dei tanti allievi che hanno continuato il suo stile.
Prato
CENTRO PECCI
È a Prato la prima personale di uno degli artisti emergenti più in voga e interessanti del momento, Louis Fratino (classe 1993), americano di origini italiane. Fino al 2 febbraio Satura raccoglie lavori dell’ultimo decennio e altri di nuova produzione: una serie di sculture, oltre 30 dipinti e più di 20 opere grafiche tra disegni e litografie, dove si percepisce un background culturale segnato da artisti come Picasso, Matisse, Filippo De Pisis, Carlo Carrà e Renato Guttuso.
Altre due le mostre di questo autunno-inverno al Pecci, entrambe dal 15 novembre al 2 febbraio: Le signorine, con le opere di Margherita Manzelli, che spazia dalla pittura alla performance confrontandosi con un nuovo immaginario del corpo femminile, che sfida qualsiasi idea precostituita di rappresentazione dei soggetti e Azioni e ritratti / viaggi in Italia, con gli scatti di Peter Hujar, uno dei più grandi fotografi del XX secolo che, tra gli anni ’70 e ’80, ha immortalato una comunità di persone a lui vicina diventate tra le figure più iconiche della cultura statunitense.
AREZZO
VASARI. IL TEATRO DELLE VIRTÙ (fino al 2 febbraio )
Fino al 2 febbraio 2025 presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e nei suggestivi spazi dell’ex Chiesa di Sant’Ignazio viene allestita la mostra Vasari. Il teatro delle Virtù, evento che va a costituire l’apice del programma di Arezzo. La città di Vasari. Il progetto della mostra, curato da Cristina Acidini in collaborazione con Alessandra Baroni, pone l’accento sull’utilizzo dell’allegoria, ovvero di quel patrimonio di invenzioni sacre e profane messe a profitto da Vasari per la gloria del granduca Cosimo I, suo protettore dal 1150 alla morte. A rappresentare il potenziale evocativo dell’allegoria non mancano manufatti altamente simbolici, in particolare la Chimera, straordinario bronzo etrusco identitario del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. ll percorso espositivo si articola in 8 sezioni tematiche pensate per presentare in maniera esaustiva non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete che cambieranno per sempre la storia dell’arte. Un focus speciale è dedicato alle rappresentazioni delle Virtù, figure simboliche intensamente presenti nella pittura di Vasari e del suo tempo in funzioni di allegorie religiose, morali e territoriali. La parte dedicata all’arte sacra, pubblica e privata, ha il suo apice nella sezione delle pale monumentali, opere che durante gli ultimi due secoli non sono mai uscite dalle sedi originali e che arrivano ad Arezzo in via del tutto eccezionale. Una sezione sulla grafica valorizza la centralità del disegno, che per Vasari è il progetto mentale e manuale da cui ogni artista deve partire. Anche per la Chimera d'Arezzo, strepitoso bronzo etrusco esposto in uno spazio dedicato insieme ai preziosi documenti che ne narrano il ritrovamento, l'intervento di Vasari fu rapido e perspicace: la inserì infatti nella propaganda politica del duca Cosimo, come simbolo della civiltà etrusca, precedente l'autorità dell'antica Roma e antenata dalla Toscana moderna. Qui tutte le mostre di Arezzo su Vasari.
Pietrasanta
IL BALCONE DEL CIELO (fino al 9 Febbraio)
Nel suggestivo Complesso monumentale di Sant’Agostino di Piazza del Duomo, Il balcone del cielo, mostra personale antologica di Franca Pisani esponente del gruppo dei capiscuola della "poesia visiva" e della "arte concettuale", Si tratta di dieci teleri (he ricordano le grandi tele molto diffuse in Veneto nel XVI secolo) di dimensioni notevoli, dipinti su fondo nero caravaggesco. Le tracce segniche e lo spazio mentale dimostrano come la pittura di Franca Pisani sia tornata al colore: risplendono infatti i gialli dei girasoli di Van Gogh, come i campi della "sua" Maremma, i rossi vermiglio del tramonto, gli azzurri cobalto, i verdi turchese del mare d’estate. E poi ci sono le figure femminili, che appartengono alla storia artistica di Franca Pisani e che sui teleri si presentano con un nuovo appeal: Per esaltare l’architettura ad una sola navata della Chiesa, il cui pavimento è disposto su vari livelli che si adeguano alla pendenza del terreno, sono stati realizzati dieci parallelepipedi in legno che accoglieranno le grandi tele che misurano 300 x 300 centimetri per formare una sorta di percorso.