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Allied Forces Gift Shop Archivio Giorgini
21 Novembre 2024

Le celebrazioni per gli 80 anni dall’apertura dell’Allied Forces Gift Shop di Giovanni Battista Giorgini

Scopriamo insieme la storia di questo luogo cruciale nella rinascita fiorentina post-liberazione

Firenze celebra l’80° anniversario dell’apertura dell’Allied Forces Gift Shop, il negozio di articoli da regalo riservato ai militari delle truppe angloamericane, simbolo di un capitolo fondamentale della ripresa economica e culturale della città. Questo luogo rappresentò un tassello cruciale nella rinascita fiorentina post-liberazione del 1944, rafforzando un legame speciale tra Firenze e l’America che andava ben oltre gli aspetti economici, intrecciandosi con la cultura e l’artigianato locale.

Fu un legame intuito già nel 1924 da Giovanni Battista Giorgini, pioniere che portò i prodotti dell’artigianato italiano negli Stati Uniti, avviando quel connubio tra moda e artigianato che avrebbe plasmato l’identità di Firenze nel mondo. L’iniziativa, promossa dall’Assessore alla Cultura Giovanni Bettarini, pone al centro l’eccellenza fiorentina e la sua capacità di costruire ponti culturali e commerciali duraturi.

G.B. Giorgini 1955 (Archivio Giorgini)

L’Allied Forces Gift Shop aprì le sue porte in via Calzaiuoli 56, su iniziativa del Comando alleato e sotto la guida di Giovanni Battista Giorgini, figura chiave dell’artigianato fiorentino e profondo conoscitore dei mercati internazionali. Lo spazio scelto, che negli anni successivi avrebbe ospitato i grandi magazzini Duilio 48 e COIN, divenne il punto di riferimento per le truppe angloamericane grazie alla fama che Giorgini aveva già acquisito negli Stati Uniti. All’epoca residente sulla collina di Bellosguardo, da cui si gode una vista panoramica su Firenze, Giorgini trasformò la propria casa in un luogo strategico per il Comando alleato, grazie anche alla perfetta padronanza dell’inglese da parte sua e della sua famiglia. La sua rete di rapporti con gli artigiani fiorentini e la sua visione commerciale lo resero la scelta naturale per organizzare il Gift Shop, che fu inaugurato in tempi record, appena un mese dopo la liberazione di Firenze.

Lo spazio fu suddiviso per accogliere 19 eccellenze artigianali che, seguendo la tradizione fiorentina, univano produzione e vendita. L’offerta spaziava dalla pelletteria all’argenteria, dalla bigiotteria al mosaico fiorentino, includendo anche giocattoli, profumi, stampe e persino una libreria e un pittore. Per l’abbigliamento, il nome di punta era Zanobetti, marchio iconico tuttora attivo. Questo modello, innovativo per l’epoca, non solo consolidò il legame tra alto artigianato e moda, ma gettò le basi per il futuro successo di Giorgini, che sarebbe culminato nella prima sfilata collettiva di moda italiana il 12 febbraio 1951.

L’esperimento del Gift Shop, durato fino al 1946, fu così apprezzato che venne replicato in altre città del Nord Italia, come Milano e Trieste, sempre sotto la supervisione di Giorgini. Questa iniziativa pionieristica non solo favorì la rinascita economica del dopoguerra, ma consolidò Firenze come capitale dell’artigianato di eccellenza, in grado di affascinare il mondo intero.

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