La nostra intervista esclusiva a Beatrice Venezi
Il direttore d’orchestra di fama internazionale sarà al Festival Mascagni a Livorno il 3 settembre
Durante il Festival Mascagni che si tiene a Livorno fino al 16 settembre ci sarà anche il concerto diretto da Beatrice Venezi, che si terrà il 3 settembre. Per l'occasione pubblichiamo la nostra intervista al direttore d'orchestra, presente sull'ultimo numero di Firenze magazine.
Direttore d’orchestra acclamata a livello internazionale, trent’anni, di Lucca, Beatrice Venezi ha un grande amore, Puccini, a cui ha dedicato il suo primo album My Journey ma ama anche sperimentare nuove forme e linguaggi musicali l’opera d’arte Pensieri Illuminati con Felice Limosani andata in scena a Milano lo scorso 31 dicembre e visibile in streaming. Bella e amata sui social, da un anno è direttore principale ospite dell’Orchestra della Toscana (ORT) di Firenze.
Come nasce la sua passione per la musica?
E’ stato attraverso la danza, quando ero piccola. Mi sono avvicinata al pianoforte alle elementari, ed è stato amore a prima vista. Da lì è iniziata la mia storia di musicista, mi sono diplomata in pianoforte, poi ho studiato composizione e direzione d’orchestra.
Qual è l’ingrediente fondamentale della sua direzione?
Credo che uno dei compiti fondamentale di un buon direttore, come di chiunque altro abbia un ruolo di leader, sia capire chi ha davanti e tirare fuori il meglio da ognuno, definendo un obiettivo comune che, nel nostro caso, è il concerto.
Quale grande direttore d’orchestra donna è il suo modello?
Nadia Boulanger, direttore e insegnate di composizione francese che ha formato le grandi menti della musica del Novecento da Bernstein e Copland fino a Quincy Jones e Piazzolla.
L’Italia vanta un patrimonio lirico monumentale e una buona parte è toscano. Quali sono i titoli lirici che lei ama di più?
Le opere di Puccini hanno un posto speciale nel mio repertorio. il titolo a cui sono più legata è Madama Butterfly, un’opera molto umana, con una storia rispetto alla quale, per una donna, è facile identificarsi. Da qualche anno mi sto appassionando al repertorio di Pietro Mascagni: si pensa generalmente a Mascagni come all’uomo dell’unica grande opera che è Cavalleria Rusticana, a volte esegue L’amico Fritz, ma ci sono tantissimi titoli straordinari che vale la pena riportare all’attenzione del grande pubblico.
Qual è il futuro della musica secondo la sua visione?
Posso dire quasi con certezza cosa non sarà: non sarà fatto dagli streaming che abbiamo visto in questi mesi. Il teatro ti permette di credere nella finzione teatrale, lo streaming no. Sento invece il bisogno di creare linguaggi ibridi, in questo vedo un grande futuro.
E’ direttore principale ospite dell’ORT di Firenze. Quali sono le caratteristiche di questa orchestra?
Abbiamo un ottimo rapporto. I maestri dimostrano la volontà di presentarsi compatti sul palcoscenico e di fare al meglio il proprio lavoro, anche quando questo comporta una prova supplementare. Trovo che questo sia un grande valore aggiunto.
Dove la vedremo impegnata nei prossimi mesi?
Fino a fine luglio sono impegnata a Londra con la direzione dell’Amico Fritz di Mascagni all’Opera Holland Park. Seguirà una serie di concerti in Italia, a Cortina, al Castello Sforzesco di Milano, al Festival Mascagni di Livorno con l’ORT. Farò l’apertura della stagione all’Olimpico di Vicenza, e poi tornerò per la secondo volta in Argentina. I primi sei mesi del 2022 sarò invece in Francia per una grande produzione della Sonnambula di Bellini.
Un breve itinerario ideale con Beatrice Venezi a Lucca, la sua città natale?
La casa di Puccini è imprescindibile e anche il suo museo. Nel centro di Lucca, piazza dell’Anfiteatro è un luogo che mi comunica vibrazioni positive: uscire dalla piazza e vedere la facciata bizantina della chiesa di San Frediano mi emozione sempre. Non si può prescindere da una passeggiata sulle mura, né da una visita sulle colline intorno a Lucca tappezzate di oliveti e vigneti, fino ad arrivare a Chiatri Puccini, tra la vallata di Lucca e il mare della Versilia, dove si trova la prima casa di proprietà di Giacomo Puccini.
Cosa ama di Firenze?
L’atmosfera… a Firenze si respira davvero il Rinascimento, la visione dei Medici. E’ la predisposizione a considerare ‘l’uomo al centro’. Questo, oggi, è di nuovo un concetto rivoluzionario, perché l’uomo non è più al centro. Firenze rappresenta per me un luogo dove far ripartire la rinascita dopo la tragedia che ci stiamo lasciando alle spalle. La città ha questa possibilità.
Se pensa a Firenze quale musica le viene in mente?
‘Firenze è come un albero fiorito’ l’aria di Rinuccio dal Gianni Schicchi. Ed è vero, Firenze è proprio come un albero fiorito…