La nostra intervista a Edoardo Nesi
Lo scrittore toscano e il suo forte legame con Forte dei Marmi
Il cielo è perfetto, così miracolosamente terso da sembrare dipinto: neanche una nuvola a gonfiarsi candida sull’orizzonte o a striarsi allungata dai venti d’alta quota fino a stemperarsi nell’azzurro totale, e il mare è appena increspato da una brezza lieve che viene dalla Corsica, il suo azzurro appena più intenso di quello del cielo come se fosse impegnato nel vano tentativo di scimmiottarne la perfezione, e si bacia con una lunga striscia di sabbia bianca e finissima che si stende a perdita d’occhio e pare volerlo proteggere dall’incombere di montagne così alte e implausibili da sembrare appena emerse dalla terra per via di qualche misterioso spostamento ctonio, ornate di boschi impenetrabili, squarciate da profonde venature di marmo candido.
Inizia così uno dei romanzi più belli di Edoardo Nesi, L’Estate Infinita. Pubblicato nel 2015, il libro racconta, con un lessico efficace come pennellate dense e materiche, la Versilia che appartiene a ciascuno di noi, sia che abbiamo trascorso qui un’estate o…tutta la nostra giovinezza. Una parentesi iniziale da imprenditore tessile - legata al Dna della sua città d’origine, Prato –, poi assessore alla cultura della Provincia della città e deputato della Repubblica, Edoardo Nesi è scrittore fin dall’adolescenza: la passione per la lettura, soprattutto di fantascienza, si trasforma presto nel desiderio di scrivere racconti. Matura fin da subito la capacità intercettare in maniera elegante, accattivante, i tormenti di una generazione di mezzo, incastonata tra un passato eccessivamente luccicante e un presente che ha mostrato ormai tutto il suo lato oscuro. Ha vinto il Premio Strega 2011 con Storia della mia Gente in cui racconta la realtà tessile di Prato e la storia della sua famiglia. Con L’estate infinita ha vinto il Premio Cortina d’Ampezzo 2015. Il suo ultimo lavoro è Economia sentimentale uscito nel 2020. “La Versilia, Forte dei Marmi ancora di più, non è un luogo, è uno stato della mente, un appello alla memoria di ciascuno di noi”: con queste parole di Edoardo iniziamo il viaggio nella ‘sua’ Versilia.
I LUOGHI DA NON PERDERE
Le stradine di Roma Imperiale
Qui il tempo sembra non essere trascorso: bambini biondi e bellissimi in bicicletta, i profumi del pranzo dalle ville eleganti. Tutto immutato e perfetto, come nelle estati dense di aspettative e di futuro degli anni ’60
Il Pontile
Una propaggine che arriva alle boe, stupenda all’alba e al tramonto, quando la spiaggia è deserta. Mi ricorda i tuffi da ragazzino, la paura e la conquista, le passeggiate dopo le notti in Capannina…
La spiaggia
Mai vista una spiaggia così lunga, una sabbia così elegante. L’estate qui ha i suoi riti e i suoi miti e la spiaggia è un momento centrale della giornata: il pranzo, il riposino, i programmi della serata. Un copione che si ripete…
La Versiliana
Mi piace molto venire qui: passeggiate silenziose al mattino, nel pomeriggio gli incontri al Caffè; qualche volta gli spettacoli della sera. In Versiliana si arriva rigorosamente in bicicletta, per godere del percorso dal centro al silenzio della pineta
Vittoria Apuana
Speciale perché era il luogo delle mie vacanze da bambino: mi ricorda quel periodo spensierato e leggero. Oggi la frequento spesso perché ci vive il mio caro amico, scrittore che amo, Fabio Genevosi
I posti preferiti di Edoardo Nesi: fuori dagli itinerari più glamour, lo scrittore toscano ci ha raccontato una Versilia antica, elegante e silenziosa. Dove non c’è nostalgia del passato, ma frammenti di autenticità
Ristorante Lorenzo
Il ristorante della famiglia Viani, in pieno centro del Forte dei Marmi. Cucina sublime eppure anche semplicissima. Tutte le mattine, da sempre, Lorenzo va sui moli di Viareggio e della Versilia alla ricerca del pesce migliore. Ma c’è molto di più.
Orlando
Da Orlando invece bisogna andarci apposta, incastonato com’è nella pineta di Roma Imperiale. Da ragazzo partivo da Vittoria per mangiare quella pizza che non è una pizza, le schiacciatine con le arselle, le torte coi frutti di bosco, i lamponi con la crema. Anche di notte, ci andavo, mille anni fa, dopo la Capannina.
La piazza dei Cavallini
Il regno dei bambini e delle bambine. In nessun’altra parte del mondo esiste una piazza intera, e una sorta di circuito, dedicato ai loro giochi. Ci ho passato dei pomeriggi a far salire e scendere i miei dalle macchinine fatte a mo’ di Formula Uno e dai calessini e dai dorsi dei pony. E poi la pesca a punti, dove si vince sempre, e da qualche anno, mi dicono, la novità del salto con gli elastici: bambini sparati in aria come astronauti, sullo sfondo del cielo blu
Il centro di Forte dei Marmi
… ma com’era quarant’anni fa, con le botteghe, gli artigiani, il rumore degli zoccoli e il profumo delle focaccine di Valè, dove ci si ritrovava al tramonto. Oggi è tutto diverso. Solo un angolo è rimasto pressochè intatto: la piazza col Fortino, il pozzo e le Apuane a far da quinta scenica.
Con un po’ di immaginazione e qualche struggimento si può ancora provare a respirare la vecchia Forte.