Alberi in versi di Giuseppe Penone in mostra agli Uffizi
Oltre 30 opere da scoprire lungo il percorso della Galleria fino al 3 ottobre
Il celebre verso del Paradiso della Divina Commedia "L'albero che vive della cima" è la metafora guida di Alberi in versi, la mostra dell'artista Giuseppe Penone ospitata nelle Gallerie degli Uffizi di Firenze dal 6 luglio al 3 ottobre.
Oltre trenta opere, tra sculture, installazioni, disegni e incisioni, disseminate lungo il percorso della Galleria che costituiscono un omaggio a Dante nei settecento anni dalla morte, e ripercorrono i temi centrali dell’opera dell’artista.
La rassegna è ispirata alla simbologia vegetale, l’albero è da sempre per Penone archetipo della scultura e insieme materia viva, simile a quella del corpo umano. Allo
stesso tempo l’artista ha scelto le piante come comune denominatore di un’indagine sul rapporto ambivalente tra interno-esterno, positivo-negativo, umano-vegetale, arte-natura. Al principio di “inverso” sono strettamente legate anche le tecniche utilizzate dall’artista, il calco e l'impronta: processi che implicano infatti il contatto, grazie al quale corpi e materie differenti si scambiano forma e sostanza, in una continuità senza gerarchie tra umano e non umano.
Il percorso della mostra, scelto dall’artista stesso, inizia con opere della fine degli anni Sessanta fino alle più recenti realizzate nel 2020.
La mostra si rivolge anche alla città e all’esterno del museo, ed era stata anticipata lo scorso 25 marzo, in occasione del Dantedì, dall'inaugurazione in Piazza della Signoria di un Abete, una monumentale installazione di acciaio e bronzo di oltre 22 metri.
“Alberi inversi sono i flussi vitali. Innalzano i vegetali del mondo che si avvitano nell’aria attratti dalla luce, sono i turbinii dell’acqua e della materia che precipita verso il centro della terra, sono presenti nelle spirali delle colonne di Santa Maria del Fiore, sono i pensieri che formano la memoria del nostro vissuto, radici che alimentano il nostro corpo” ha dichiarato l'artista Giuseppe Pennone.