La moda scende in campo per l’emergenza Coronavirus
Da Ermanno Scervino a Armani, da Dolce&Gabbana a Ferrari, Moncler, Etro, il gruppo Lvhm. La moda e il mondo del lusso sono in prima lotta nella battaglia
Se questo momento sospeso e complesso ha un pregio è quello di farci sentire tutti della stessa parte. In prima linea in questa rivoluzione sociale e culturale settori come la moda e il lusso che - dimenticato il loro significato originario- scendono in campo e riconvertono la loro produzione a fianco della ricerca e del settore sanitario.
Gli esempi nel nostro paese sono numerosi e eccellenti, in una gara di solidarietà senza precedenti. Partiamo da molto vicino: Ermanno Scervino, dopo aver acquistato importanti quantitativi di tessuto idoneo, ha annunciato di aver convertito la produzione della sua Sartoria - che fino a pochi giorni dava alla luce i capi più preziosi della Collezione con una cura da Haute Couture - per poter confezionare mascherine.
Come ci ha raccontato Ermanno Scervino: “il nostro desiderio è aiutare la comunità tramite il lavoro delle nostre sarte che si stanno dedicando alla produzione di mascherine e camici che verranno gratuitamente distribuiti alle strutture sanitarie del territorio”.
Come contributo alla lotta contro la pandemia COVID-19, Salvatore Ferragamo ha preso l'iniziativa di produrre e donare 100.000 di maschere antibatteriche TNT, fornire 50.000 pezzi di disinfettante per le mani e 3.000 maschere FPP1 alle unità sanitarie locali in accordo con la Regione Toscana. Ma non finisce qui: dall' 8 aprile, sarà attivo in via dei Massoni 21, il rinnovato Ospedale de “I Fraticini”, con i primi 60 posti letto messi a disposizione di USL Toscana Centro e AOU Careggi per ospitare pazienti CoViD-19, o con sintomatologie che prevedano quarantena. L’iniziativa, realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze, e della Salvatore Ferragamo Spa prevede l’adeguamento e l’arredo del vecchio plesso ospedaliero, dismesso dall’INCRA nel 1996. Trasferendo i pazienti in fase post-acuta, infatti, si permette agli ospedali di primo intervento di concentrare le proprie risorse sui casi acuti e, al contempo, si assicura una continuità assistenziale ai pazienti trasferiti. I degenti della struttura avranno infatti 2 medici, 15 infermieri e 14 oss dedicati alla cura dei reparti.
In materia di beauty e fragranze spicca un nome ed è quello di Dr. Vranjes Firenze. Il marchio fiorentino di fragranze preziose riconverte parte delle proprie linee per produrre uno degli articoli più richiesti in questa fase di emergenza da coronavirus, il gel igienizzante. Il prodotto sarà donato a ospedali, amministrazioni pubbliche, case di riposo e alle strutture sanitarie e assistenziali che ne faranno richiesta all'indirizzo info@drvranjes.it.
Nuovo gesto di solidarietà da parte della famiglia Della Valle che, anche a nome dei propri dipendenti, «dona la somma di 5 milioni di euro - come si legge in una nota - da destinare ai familiari del personale sanitario che ha perso la vita nella lotta al Coronavirus: il loro altruismo e il loro coraggio saranno per sempre un esempio per tutti noi».
Anche Gucci ha risposto all'appello della regione Toscana per la produzione di mascherine e camici per il personale sanitario: sono oltre 1.100.000 le mascherine chirurgiche e 55.000 i camici che saranno donati nei prossimi giorni. Nelle scorse settimane l'azienda, in collaborazione con la filiera, ha avviato la produzione del materiale richiesto.
Inoltre Kering, i suoi marchi italiani e tutti quelli con rilevanti attività nel Paese (Gucci, Bottega Veneta, Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni, Kering Eyewear e Pomellato) hanno effettuato una donazione pari a 2 milioni di Euro totali, destinati ad alcune delle principali realtà ed organizzazioni sanitarie del Paese localizzate in quattro aree dove il Gruppo e i marchi sono maggiormente presenti, ovvero nelle regioni della Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio.
Torniamo in Toscana con l’azienda Patrizia Pepe che si è mossa su un duplice fronte: ha dato il proprio contributo con una donazione e attivato una raccolta fondi a favore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi. “L’emergenza Coronavirus ci ha costretti a fermare le nostre attività quotidiane ma non ci deve fermare dall’agire con consapevolezza e coraggio. Con tutti i mezzi possibili dobbiamo restare uniti. Crediamo che ora più che mai ci sia bisogno di unire le forze per ritornare alle nostre vite, più forti di prima.” hanno fatto sapere in una dichiarazione congiunta Patrizia Bambi e Claudio Orrea.
All’estero, il gruppo spagnolo Inditex, proprietario di Zara converte parte della produzione alla realizzazione di dispositivi di protezione e camici. Obiettivo: 300mila unità, a disposizione per medici, infermieri e personale sanitario in Spagna. Non mascherine ma gel disinfettanti: il gruppo francese Lvmh, noto soprattutto per alcuni brand di moda come Louis Vuitton, Dior, Fendi, dedica in Francia la sua unità profumi e cosmetici a produrre esclusivamente il gel disinfettante da distribuire in tutto il territorio francese che saranno consegnati gratuitamente in via prioritaria ai 39 ospedali dell’Assistenza Publique-Hôpitaux de Paris.
Il Gruppo Armani ha convertito tutti gli stabilimenti italiani nella produzione di camici monouso destinati agli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il Coronavirus. Ma non solo, Giorgio Armani è infatti stato il primo tra i big del made in Italy e dall’universo fashion mondiale a dare il suo contributo con un'importante donazione: 1 milione e 250 mila euro per aiutare nella gestione dell’emergenza. Agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma e a supporto dell’attività della protezione civile.
Gli hanno fatto eco Donatella Versace e la figlia con una donazione personale di 200 mila euro; il Gruppo Edizioni Srl della famiglia Benetton che ha stanziato 3 milioni di euro per gli ospedali Ca' Foncello di Treviso, Luigi Sacco di Milano, Lazzaro Spallanzani e policlinico Agostino Gemelli di Roma. Bulgari ha investito sulla ricerca, fondamentale accanto alla gestione dell’emergenza, con una donazione per consentire l’acquisto di un macchinario per la prevenzione e la cura del virus.
Ricerca anche per Dolce&Gabbana: gli stilisti hanno infatti deciso di destinare i fondi all’Humanitas University per sostenere uno studio sulle risposte del sistema immunitario al coronavirus coordinato dall’immunologo Alberto Mantovani. Anche Etro ha fatto una donazione al laboratorio di virologia dell’Ospedale Sacco per la lotta al coronavirus, coinvolgendo una serie di influencer e celebrity in una campagna virtuale, complice la maglietta Milano never stops, che si riverisce naturalmente al dinamismo di pensiero.
Donazioni importanti per la ricerca scientifica mondiale anche da gruppi internazionali come Kering, già impegnato in prima linea per l'emergenza italiana, come abbiamo sottolineato sopra- e Moët Hennessy - Louis Vuitton, (Lvhm), che raggruppano insieme i brand del lusso mondiali.
Concludiamo tornando in Italia: lo straordinario successo della raccolta fondi di Chiara Ferragni e Fedez che ha superato i 3 milioni di euro; la Ferrari che si è detta pronta a mettere a disposizione le proprie fabbriche e i propri collaboratori per accelerare la produzione di respiratori polmonari per la terapia intensiva; e non ultima Moncler che ha donato 10 milioni di euro per poter avviare il progetto promosso dalle Regione Lombardia che prevede la realizzazione in tempi brevissimi di un ospedale con oltre 400 posti di terapia intensiva all’ interno della ex Fiera di Milano.
“Milano è una città che ha regalato a tutti noi un presente straordinario. Non possiamo e non vogliamo abbandonarla. È un dovere di tutti restituire alla città ciò che fino ad ora ci ha dato” commenta Remo Ruffini, AD del Gruppo. E riassume il pensiero di tutti noi