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Tracey Emin a Palazzo Strozzi
11 Febbraio 2025

La grande mostra di Tracey Emin a Palazzo Strozzi

A Firenze dal 16 marzo al 20 luglio il progetto espositivo che ripercorre le tappe più importanti della carriera dell'artista britannica

Dal 16 marzo al 20 luglio Palazzo Strozzi presenta Tracey Emin. Sex and Solitude, la più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata a una delle artiste più famose e influenti del panorama contemporaneo.

Tracey Emin, I waited so Long (©Tracey Emin - ph. HV-Studio courtesy of the Artist and Xavier Hufkens)

L’esposizione a Palazzo Strozzi indaga la poliedrica pratica artistica di Emin, attraverso un percorso che indaga diversi momenti della carriera dell’artista, dagli anni Novanta a oggi, in un intenso viaggio personale e collettivo sui temi del corpo e del desiderio. Il titolo fa riferimento a due parole chiave, sesso e solitudine, che permeano le oltre 60 opere molte delle quali presentate in Italia per la prima volta, come la monumentale scultura in bronzo I Followed You To The End (2024), esposta in dialogo con lo spazio rinascimentale del cortile di Palazzo Strozzi, o la storica installazione Exorcism of the Last Painting I Ever Made (1996), ricostruita in una delle sale del Piano Nobile. Parte fondamentale del percorso sono anche nuove produzioni, in diversi media, specificamente realizzate in occasione della mostra.

Tracey Emin è celebre per l’approccio diretto e crudo con cui traduce esperienze personali in opere profondamente intime, intense e potenti. Non rappresenta mai eventi specifici, ma cattura emozioni come la passione sessuale e la malinconia, che si esplicitano in un universo artistico fatto di dimensioni, forme e media diversi, in cui desiderio e amore si intrecciano con dolore e sacrificio.

Tracey Emin. Sex and Solitude (©photo Ela Bialkowska OKNO studio)

La mostra celebra l’intensa ricerca artistica di Tracey Emin, in cui figurazione e astrazione si fondono attraverso gesti pittorici energici e colori audaci, come nei dipinti It - didn’t stop - I didn’t stop (2019) e There was blood (2022), che evocano frammenti corporei e immagini di forte carica emotiva e sessuale. Anche la scultura, come in All I want is you (2016), traduce questa espressività in volumi tridimensionali che esaltano la vulnerabilità e la forza del corpo umano. Le sue opere testuali, dai neon agli arazzi, usano un linguaggio diretto e intimo per coinvolgere visceralmente il pubblico, come nell’installazione Those who Suffer LOVE (2009).

(©photo Ela Bialkowska OKNO studio)

L’arte di Emin è profondamente autobiografica e intreccia momenti privati con riflessioni esistenziali su temi come sessualità, malattia e solitudine. Il suo approccio alla figurazione si inserisce in un dialogo con maestri come Munch e Schiele, ponendosi in contrasto e in continuità con la tradizione rinascimentale incarnata dall’architettura di Palazzo Strozzi.

Il percorso espositivo della mostra Tracey Emin a Palazzo Strozzi

La mostra Sex and Solitude di Tracey Emin raccoglie oltre sessanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private internazionali, esposte tra il Piano Nobile e gli spazi pubblici di Palazzo Strozzi. Attraverso un percorso tematico, l’esposizione ripercorre diversi momenti della carriera dell’artista attraverso molteplici media, tra cui pittura, scultura, installazione e video, utilizzando materiali eterogenei come bronzo, neon e ricamo.

L’opera site-specific Sex and Solitude (2025), un grande neon azzurro sulla facciata del palazzo, introduce le tematiche centrali della ricerca di Emin: il corpo, la sessualità, la solitudine e la vulnerabilità. La scultura I Followed You To The End (2024), esposta nel cortile, esprime questa tensione tra monumentalità e intimità, mentre l’installazione Exorcism of the last painting I ever made (1996), presentata per la prima volta in Italia, documenta una storica performance in cui l’artista ha vissuto e lavorato nuda per tre settimane, ribaltando il ruolo della donna nell’arte da musa a protagonista.

Tracey Emin I Followed You To The End (©photo Ela Bialkowska OKNO studio)Tracey Emin Exorcism of the last painting I ever made (0©photo Ela Bialkowska OKNO studio)

La pittura è un fulcro della mostra, con opere che fondono figurazione e astrazione attraverso gesti intensi e pennellate vibranti, come Hurt Heart (2015) e Not Fuckable (2024). L’amore, esplorato tra desiderio e sofferenza, emerge nei ricami e nelle sculture in bronzo, mentre il linguaggio gioca un ruolo chiave nei titoli e nelle opere testuali. Celebri sono i suoi neon, come Love Poem for CF (2007) e Those who Suffer LOVE (2009), che trasformano le sue confessioni intime in potenti dichiarazioni visive ed emotive.

Tracey Emin, Hurt Heart (Foto © White Cube, George Darrell)

Biografia di Tracey Emin

Nata nel 1963 a Croydon, Londra, è cresciuta nella città costiera di Margate. Nell’arco della sua carriera ha sviluppato una pratica artistica che spazia tra disegno, pittura, arazzi, ricami, film, sculture in bronzo e installazioni al neon. L’artista trae ispirazione dalla propria vita, facendo riferimento a esperienze profondamente intime: dalla sua storia sessuale agli abusi subiti, dall’aborto alle relazioni affettive, fino, più recentemente, al cancro e alle sfide legate alla sua salute.

Nel 1999 ha attirato enorme attenzione mediatica quando è stata candidata al Turner Prize e ha esposto My Bed alla Tate Gallery di Londra. L’opera, realizzata l’anno precedente durante un periodo di forte instabilità emotiva, mostra il letto sfatto dell’artista circondato da oggetti personali e altri resti, come preservativi, biancheria macchiata di sangue, bottiglie di alcol vuote e mozziconi di sigaretta.

Da quel momento la carriera di Emin ha conosciuto una crescita costante: nel 2007 ha rappresentato il Regno Unito alla 52. Biennale di Venezia e nel 2011 è stata nominata Professore di Disegno presso la Royal Academy, diventando una delle due prime donne a ricoprire questo ruolo nella storia dell’istituzione.

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