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Uffizi

text Carlo Francini photo Ottavia Poli

15 Aprile 2024

La Firenze di Cosimo I

Tutti i luoghi che raccontano del primo granduca di Toscana, che rivoluzionò la città

Questa primavera saranno trascorsi 450 anni da quel 21 aprile del 1574 che vide spegnersi a Palazzo Pitti Cosimo I de’ Medici, secondo duca di Firenze e primo granduca di Toscana. Cosimo ebbe l’ambizione di dare vita a un progetto che ha profondamente influenzato ogni aspetto della vita toscana, dall’ordinamento istituzionale alla produzione artistica, dal fervore religioso all’imponenza architettonica, lasciando numerose tracce nella nostra città e nella nostra regione.

(Qui il nostro approfondimento sulla Galleria degli Uffizi, qui il nostro percorso al Corridoio Vasariano e qui un focus sul Giardino Di Boboli).

Il mausoleo con cui Cosimo volle celebrare il padre, in piazza San Lorenzo

Figlio di Giovanni delle Bande Nere - del ramo cadetto della potente famiglia dei Medici - e di Maria Salviati, Cosimo trascorse l’infanzia tra le verdi colline del Mugello. La sua vita ebbe una svolta nel 1537, alla morte di Alessandro, quando ottenne il ducato di Toscana. Il sostegno di Carlo V di Spagna e il matrimonio nel 1539 con Eleonora di Toledo consolidarono la sua posizione, consentendogli di avviare una politica di espansione territoriale che portò alla conquista di Piombino, dell’Elba e di Siena. Costruì fortezze e arsenali a Pisa, Pistoia, Livorno e Arezzo e in Romagna edificò le città-fortezza di Terra del Sole e Città del Sole, ma è Firenze il grande palcoscenico dove la magnificenza del principe darà i suoi frutti più esaltanti.

Ripercorriamo insieme i capisaldi cosimiani in una passeggiata che prende avvio da quello che ora noi conosciamo come Palazzo Vecchio ma che, grazie alla volontà di Cosimo, diventerà residenza della corte nel 1540 prendendo così il nome di Palazzo Ducale al posto di quello di Palazzo dei Priori. Le tracce di Cosimo qui sono davvero infinite ma conviene rammentare la grande decorazione del Salone dei Cinquecento, operata dal Vasari con la squadra dei suoi artefici, con le grandi pareti affrescate, il magnifico soffitto ligneo e l’Udienza con le sculture di Baccio Bandinelli. Nel Quartiere di Leone Xè possibile ammirare la Sala di Cosimo, dove si ripercorrono tutte le tappe salienti della sua ascesa al potere e delle sue conquiste. Una sala che racconta gli interessi geografici e intellettuali del duca è quella delle Carte Geografiche, qui due grandi cartografi, Egnazio Danti e Stefano Bonsignori, si daranno il cambio per illustrare tutto il mondo allora conosciuto.

La Loggia dei Servi di Maria in Piazza Santissima Annunziata, con episodi della vita di Cosimo

In piazza della Signoria conviene almeno nominare la statua del Perseo commissionata da Cosimo all’intemperante e geniale Benvenuto Cellini, monito diretto a tutti coloro che avessero avuto velleità di mettere in dubbio il potere del principe e il grande monumento equestre dedicato dal figlio Ferdinando all’augusto padre e realizzato dal Giambologna.

Sempre per la scultura non si può non menzionare la grande Fontana del Nettuno, realizzata da Bartolomeo Ammannati in una magnifica sfida tra il colosso di marmo bianco, ‘il gigante’, i suoi tritoni e il carro trainato da quattro cavalli che paiono emergere dal mare creando una serie di onde cristallizzate dalla vasca di marmo in breccia medicea (segno cosimiano per eccellenza) e sormontate da una serie di divinità marine in bronzo.

Corridoio Vasariano

La vicina Fabbrica degli Uffizi rappresenta una delle grandi novità portate a Firenze dall’artefice preferito da Cosimo, Giorgio Vasari. La realizzazione degli Uffizi offrirà l’opportunità di ridisegnare una vasta porzione del tessuto urbano compreso tra Palazzo Vecchio e il fiume Arno. Lo spazio intermedio tra i due bracci paralleli del nuovo edificio svolge una duplice funzione: da un lato, funge da strada, dall’altro da piazza. Qui prenderanno sede le magistrature (Uffizi) ormai totalmente assoggettate, anche spazialmente, al potere di Cosimo.

Palazzo Vecchio

Sopra gli Uffizi, Vasari con una abilità fuori dal comune, realizzerà il grande corridoio che unisce Palazzo Vecchio agli Uffizi per poi passare sopra Ponte Vecchio e raggiungere Palazzo Pitti.

Quel Palazzo Pitti che la duchessa Eleonora acquistò con risorse proprie con l’idea di realizzare qui il nuovo palazzo ducale con lo straordinario Giardino di Boboli.

Palazzo Pitti

La magnificenza del Palazzo e del Giardino di Boboli sono ancora oggi evidenti. Cosimo si avvalse dei suoi migliori artefici e in particolare di Bartolomeo Ammannati che dotò il palazzo del grandioso e impressionante cortile che lo collega al Giardino di Boboli.

Ritornando verso la parte destra dell’Arno attraversiamo il Ponte a Santa Trinita ricostruito per volere di Cosimo dopo la sua distruzione avvenuta nel 1557. Sarà Ammannati a realizzare il più bel ponte della città che si distingue per la snellezza delle arcate ellittiche e dei piloni rostrati, segnato da grandi targhe in marmo bianco con delle teste di capricorno, segno elettivo del duca Cosimo. Poco più avanti svetta la Colonna della Giustizia composta da un fusto proveniente dalle Terme di Caracalla e donato a Cosimo da Pio IV nel 1561. Ancora una volta opera di Bartolomeo Ammannati.

Proseguendo verso il centro non possiamo dimenticare un’altra grande fabbrica cosimiana, la Loggia di Mercato Nuovo ora chiamata amichevolmente del ‘Porcellino’. La loggia andrà a coprire e a dare dignità a uno spazio destinato fin dal medioevo ad accogliere banchi per la mercatura, i fondaci del commercio internazionale e la compravendita della seta. A realizzarla, nel 1546, Cosimo chiamò Battista di Marco del Tasso, l’architetto legnaiolo che già era all’opera in Palazzo Vecchio.

Cosimo sarà fonte di ispirazione anche per i nobili o borghesi che vorranno ammodernare i loro palazzi come ad esempio Giovanni di Buonaccorso Uguccioni, che realizzerà il suo palazzo in piazza della Signoria in uno stile che rimane un unicum nel panorama fiorentino ispirandosi al gusto romano dell’epoca legato a Bramante e Raffaello, mentre lo spagnolo Antonio Ramirez de Montalvo, cortigiano al seguito di Eleonora di Toledo, realizzerà il suo palazzo in Borgo degli Albizi al quale lavorerà Ammannati ma anche Giorgio Vasari.

Completiamo il nostro parziale viaggio nella Firenze di Cosimo, fermandoci nella Cappella di San Luca presso il Convento della Santissima Annunziata. La Cappella, nota anche come Cappella dei Pittori, fu concessa all’Accademia del Disegno al momento della sua istituzione, patrocinata dal duca Cosimo nel 1563, e dove i migliori pittori e scultori fiorentini del tempo lavorarono alla sua decorazione. La cappella ospita le sepolture di importanti accademici vissuti al tempo di Cosimo, come Benvenuto Cellini e Jacopo Pontormo, che riposano nella cripta-sacello sottostante, alla quale si accede sollevando una lapide in marmo bianco.

Cappella di San Luca nel Convento della Santissima Annunziata

Molte altre mete nella nostra Firenze hanno visto e ancora conservano tracce dell’intervento di quel giovane che - come ricorda il mausoleo con cui Cosimo volle celebrare il padre e che si trova oggi in piazza San Lorenzo -, pur appartenendo a un ramo cadetto della grande stirpe medicea, realizzò quello che al ramo principale, per intendersi quello di Cosimo il Vecchio e di Lorenzo il Magnifico, non riuscì, mettendo così in pratica il suo motto: Festina Lente (affrettati lentamente) a dare uno stato moderno a Firenze e alla Toscana.

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