1000 miglia. La corsa più bella del mondo
Fra accesa competizione agonistica a affascinante rievocazione storica
“Smetterò di correre il giorno in cui vincerò la Mille Miglia”. Incredulo, all’arrivo vittorioso di Brescia con la sua Ferrari 4100, Piero Taruffi deve farsi ripetere più volte che è lui il primo, che finalmente ha vinto. Non sapeva infatti che Collins, al comando a Firenze, si era ritirato. Gioia per il campione ormai cinquantenne, lutto per la Ferrari e per il mondo intero. In quel maledetto 12 maggio 1957 si conclude la storia agonistica della Mille Miglia.
A Guidizzolo, nel mantovano, a meno di quaranta chilometri dal traguardo, Alfonso de Portago, pilota ufficiale della scuderia Ferrari, fora una gomma a trecento orari piombando sul pubblico e morendo sul colpo, insieme al navigatore Nelson e a dieci spettatori. Tre giorni dopo il Governo italiano decreta la fine delle corse su strada. Un’epoca si chiude. Ma la Mille Miglia, come la definì Giovanni Canestrini, è lo stato d’animo di un paese.
Per ben ventiquattro edizioni, dal 1927 al 1957, la corsa più bella del mondo ha fatto conoscere l’Italia dei due dopoguerra attraverso una straordinaria gara velocistica che mobilitava migliaia di persone, centinaia di piloti e decine di case automobilistiche. Un coinvolgimento totale, non solo sportivo, raccontato con poesia da Federico Fellini nel suo Amarcord. Anche se le corse su strada sono concluse, la Freccia Rossa non può morire. E fu proprio così. Nel 1982 viene proposta la prima rievocazione storica con cadenza biennale. Non più una sfrenata prova di velocità, bensì una gara di regolarità. Il grande successo costrinse l’organizzazione a scegliere, dal 1987, la cadenza annuale. La Mille Miglia in chiave moderna inizia così la sua nuova vita. E quest’anno festeggia il ventisettesimo evento, superando il numero delle gare velocistiche originali dalle quali ha preso spunto. E’ un evento complesso. Di interesse culturale, tecnologico, turistico e sportivo organizzato, dallo scorso anno da Alessandro Casali e Sandro Binelli, due giovani imprenditori illuminati, determinati e appassionati. Il museo viaggiante più raffinato del mondo, ricco di oltre trecentocinquanta gioielli che hanno fatto la storia dell’automobile, attraverserà la nostra regione su quello stesso percorso che ha visto sfidarsi in sorpassi mozzafiato i grandi campioni del volante. Fra la Mille Miglia e la Toscana il feeling è davvero raro. La Freccia Rossa non solo vive eccitanti momenti agonistici dopo la discesa delle curve del Radicofani e prima di scalare i passi di Futa e Raticosa, ma viene accolta con enorme calore anche nelle città di Siena e Firenze. E proprio Firenze è la patria di Clemente Biondetti, vincitore di quattro edizioni velocistiche di cui la prima nel 1947, e di Pasquale Ermini, chiamato Pasquino. Costruttore geniale, le sue auto erano capaci di tenere testa alle Alfa Romeo, alle Maserati e anche alle Ferrari. In questa edizione la città gigliata arricchisce di dodici auto e relativi equipaggi fiorentini, la pedana di partenza a Brescia. Con una new-entry, quella dell’equipaggio composto dai giovani Niccolò e Filippo Ricci su Fiat 8V del 1952. Giuliano e Giulio Bensi saranno anch’essi su Fiat 8V, ma del 1954. Eugenio Ercoli ed Angela Citroni si alterneranno alla guida di una Ermini 357 Sport del 1955. Sempre su Ermini 1100 Sport del 1950 gareggeranno Gilberto Focardi con Nicola Marini. Concorrerà anche un’altra Ermini 1100 Sport Siluro del 1949 condotta da Stefano Pandolfi e Andrea Gallinelli. E sempre l’Ermini Sport Siluro del 1951 con a bordo Remo e Lorenzo Squarcia. La più antica auto toscana sarà la Giannini 750 Sport condotta da Giovanni e Luca Maggiorelli. Più tre auto straniere. Mercedes 300 SL comunemente chiamata “ala di gabbiano” del 1955 guidata dall’equipaggio Manlio e Gabriele Perrotta. Una Triumph TR2 del 1954 con alla guida Luca Parenti e Gabriele Cappellini e una Jaguar XK140 del 1955 guidata da Corrado Fratini, con co-driver il figlio Jacopo. E poi le due grandi marche protagoniste dello storico duello. Ferrari 225 S Export Berlinetta del 1951 condotta da Marcello Fratini e Alessandro Bruni contro un vero bolide: la Maserati A 6 G54 del 1956 portata da Mauro Lotti e Stefano Ricci. Una fantastica cavalcata su vetture d’ eccezione, lungo percorsi della nostra campagna. La prima vettura entrerà in Toscana sabato 16 maggio in provincia di Siena, la mattina alle ore 9.00. Passerà San Casciano dei Bagni, Castigione d’Orcia, Pienza, San Quirico d’Orcia, Siena, con controllo orario in Piazza del Campo, dove la prima vettura transiterà alle ore 11.04 e l’ultima alle 13.34. Sosta pranzo a Monteriggioni poi Castellina in Chianti, Greve in Chianti, Firenze, con controllo orario nel viale Machiavelli e transito della prima vettura alle 14.07 e dell’ultima alle 16.37. Dopo aver attraversato il centro le auto correranno su per la Bolognese verso San Piero a Sieve, Barberino di Mugello, Firenzuola, Passo della Futa e della Raticosa verso Monghidoro. E qui ci fermiamo perché... siamo già in Emilia.