Cosa vedere a Pienza, la città ideale voluta da papa Pio II
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Pienza è un raro esempio di urbanistica rinascimentale, la ‘città ideale’, l’utopia della civitas vanamente inseguita dagli uomini dell’antichità. Fino al Quattrocento si chiamava Corsignano, era un borgo fortificato a pochi chilometri da Montepulciano e si affacciava sulla Val d’Orcia, bellissima e ancor oggi intatta dal punto di vista paesaggistico. Posta sul crinale di un colle, era circondata da mura e aveva una forma allungata, percorsa da un asse viario principale. Da lontano domina la via Francigena che corre sull’altro versante della vallata.
E forse Corsignano sarebbe rimasto silente borgo agricolo se nel 1405 non vi fosse nato Enea Silvio Piccolomini, unico figlio maschio del nobile Silvio. Esiliati da Siena in seguito a una rivolta popolare che rovesciò gli aristocratici, i Piccolomini furono costretti a riparare in un loro piccolo possedimento in Val d’Orcia. Enea, dopo una giovinezza movimentata fra palazzi romani e ambascerie in Europa per il papato, a quarant’anni abbracciò l’abito talare e a 53 diventò Papa: e fu Pio II. La sua elezione accese molte aspettative negli umanisti del tempo, ma Pio II lasciò una traccia indelebile non tanto per le sue doti umanistiche o di devozione (anche se canonizzò Santa Caterina e tentò di mettere insieme una Crociata contro i turchi), ma per aver realizzato la città perfetta, ambita dai signori e dagli architetti dell’epoca e splendidamente dipinta nella città ideale di Piero della Francesca. E Pienza (come si chiamerà in seguito Corsignano) sarà il suo viatico per l’immortalità. Pio II arrivò a Corsignano pochi mesi dopo la sua elezione a Papa con un seguito di 10 cardinali e 60 vescovi. Commissionò la sua idea di città all’architetto Bernardo Gambarelli, detto il Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti.
Il progetto iniziale doveva riguardare soltanto la piazza principale, dove si dovevano prospettare la cattedrale, il palazzo gentilizio papale, la sede del comune e del vescovo. Il preventivo era per diecimila fiorini, dopo quattro anni di lavori (interrotti per la morte del Papa e dell’architetto) il conto era salito a cinquantamila perché l’intervento era stato poi esteso al borgo per ristrutturare i più importanti edifici affacciati sulla via principale per farne le residenze del seguito cardinalizio e rendere omogenea la visione architettonica. Rossellino ideò la piazza in posizione tangente alla via principale: lo slargo ha forma trapezoidale con il Duomo sul lato maggiore, il palazzo Piccolomini a destra, il palazzo vescovile a sinistra e, oltre la strada, il palazzo Pretorio. L’insieme è rinascimentale, il selciato è in cotto suddiviso in riquadri da listoni di travertino.
Oggi Pienza è una sofisticata e ricercata meta turistica, oltre che per l’unicum dell’urbanistica e dell’architettura, è apprezzata anche per i prodotti della campagna. Famosi i suoi salumi e il suo pecorino, un formaggio a pasta dura ottenuto dal latte di pecora, caglio, sale e fermenti lattici. È tradizionalmente stagionato in barrique di legno di rovere per almeno 90 giorni.