Il Palazzo dei Re
Luoghi aperti al pubblico in rarissime occasioni per due mostre dell’inverno fiorentino
Due importanti mostre fiorentine legate da un comune denominatore: mostrare i luoghi inediti di Palazzo Pitti, scrigni bellissimi aperti in rare occasioni. Stiamo parlando di Firenze Capitale 1865-2015. I doni e le collezioni del Re (fino al 3 aprile presso la Galleria d’arte Moderna) e Il rigore e la grazia. La Compagnia di San Benedetto Bianco nel Seicento fiorentino (fino al 17 maggio 2016 Cappella Palatina e Museo degli Argenti). Per Il rigore e la grazia il privilegio è doppio: è inedito non solo il contenitore ma anche il contenuto. In mostra infatti un nucleo di opere poco conosciute, dipinte da grandi artisti del Seicento fiorentino e accuratamente restaurate, restituite alla fruizione del pubblico e esposte in mostra fino a maggio prossimo negli ambienti annessi alla Cappella Palatina di Palazzo Pitti.
Il tesoro esposto in mostra proviene quasi interamente dal patrimonio della compagnia di San Benedetto Bianco, che è stata una fra le più importanti e prestigiose aggregazioni laicali fiorentine. Fondata nel 1357 presso il monastero camaldolese di San Salvatore, ma trasferitasi presto (1383) nel convento domenicano di Santa Maria Novella, la Compagnia entrò sotto la stretta influenza spirituale dell’ordine dei Predicatori e trovò inizialmente sede nell’area dell’attuale Chiostro Grande e poi, in via definitiva, in alcuni locali appositamente edificati da Giorgio Vasari nel 1570 all’interno del Cimitero Vecchio. In questa sede rimase fino alla costituzione di Firenze Capitale. La Compagnia continuò tuttavia la sua attività prima in un nuovo oratorio di via degli Orti Oricellari e successivamente presso la parrocchia di Santa Lucia sul Prato, dove si estinse. Fin dalla sua costituzione.
Il desiderio di rendere sempre più sontuosa la sede della confraternita aveva infatti spinto molti confratelli a donare dipinti, oggetti sacri e paramenti; per di più, tra i membri della Compagnia, oltre a componenti della famiglia dei Medici, nonché teologi, filosofi, letterati e scienziati, vi furono anche numerosi artisti. Nell’ottica di valorizzazione di patrimonio e territorio, per la mostra è stata eccezionalmente aperta la Cappella Palatina: realizzata in epoca lorenese per volere di Pietro Leopoldo è ancora consacrata ma visitabile fino ad ora solo in rare occasioni. Decorata con affreschi del pittore Luigi Ademollo (1793), all’interno c’è un altare in pietre dure su cui posa il prezioso Crocifisso eburneo di Balthasar Permoser. Aperta solo il 6 gennaio e la Domenica delle Palme per la messa, con l’autorizzazione del Vescovo possono anche esservi celebrati matrimoni o svolgersi altre funzioni religiose.
La Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti ha voluto celebrare invece la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario di Firenze Capitale d’Italia con una mostra dedicata alla presenza della famiglie regnanti nella Reggia fiorentina, che dal 1865 dette ospitalità anche ai Savoia, la terza grande dinastia a Firenze dopo quella dei Medici e dei Lorena. Di particolare interesse l’appartamento della Duchessa d’Aosta - cosiddetto per la prolungata permanenza a palazzo fino al 1946 di Anna di Francia – ambiente che fa parte della Galleria d’arte moderna. Per l’occasione le sue sale sono quasi tutte riaperte al pubblico.
Un percorso attraverso oggetti di rara bellezza come la monumentale specchiera eseguita dai fratelli Levera ed acquistata da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Nazionale del 1861, visibile nel Salotto Rosso. Lasciando la sala della Musica ed entrando nel Salotto Giallo, si trovano testimonianze delle passioni del Re gentiluomo, i cani, la caccia, i cavalli, oltre che tracce di quei passatempi prettamente maschili come il fumo e il gioco. Amante della natura incontaminata, trovava nei sontuosi giardini di Villa La Petraia uno spazio di fuga dalla quotidianità, dove poter coltivare i suoi interessi anche per la scienza e per la botanica, e da dove provengono alcuni oggetti esposti in mostra. Proseguendo si incontrano le presenze femminili che accompagnarono la vita del sovrano, Margherita di Savoia, nipote e nuora di Vittorio Emanuele e le figlie, Maria Pia e Maria Clotilde: a loro appartengono arredi, abiti eleganti, oggetti domestici insieme a fragili accessori come ventagli, ombrellini, porta bouquet o carnet da ballo, ed infine un piccolo repertorio di fotografie del tempo.
Nella stanza dei camerieri una galleria dove si possono ammirare i ritratti di personalità maschili e femminili che segnarono gli avvenimenti politici e culturali del tempo, parete che si collega all’apposito riallestimento della Sala 16 della Galleria d’arte moderna, del resto pensata come prolungamento della mostra. In ultimo la sezione dedicata alle cineserie appartenute ai Savoia.