Il nostro Leonardo
Nell’anniversario dalla morte del genio toscano, si riscopre il racconto degli anni fondamentali della sua formazione a Firenze
E’ nato qui, e di questi luoghi porta negli occhi immagini nitide, ispirazioni, suggestioni… Parliamo di Leonardo, indiscutibile genio che tutto il mondo ama, ma anche una personalità curiosa, passionale, un cervello brillante che riuscì a sintetizzare tutto il sapere del tempo e a usarlo per allargare la sua conoscenza. Impresa difficile, ma non impossibile: in 3 mesi di applicazione si poteva arrivare a avere piena padronanza della fisica, dell’astrofisica, della matematica, ma anche delle arti, della letteratura, della pittura, della musica. Lui studia, dipinge, fa ipotesi, sperimenta. Sullo sfondo, nei primi 30 anni della sua vita, la Toscana. Sono gli anni della formazione, dell’apprendistato nella fornace della nonna a Bacchereto prima e nella bottega del Verrocchio poi, degli studi di anatomia a Santa Maria Nuova e degli approfondimenti sul volo degli uccelli, con gli esperimenti a Fiesole. Noi abbiamo ripercorso queste tappe importanti della sua vita, consapevoli che ogni volta che vediamo il sorriso misterioso de La Gioconda a Parigi o la meravigliosa compostezza dell’Ultima Cena a Milano un sottile legame, un piccolo segno, uno sfondo ci riportano sempre a Firenze
VINCI
Leonardo nacque a Vinci il 15 aprile 1452. Figlio illegittimo, fu però riconosciuto dal padre, Ser Piero, e accolto nella sua casa di cui era capofamiglia il nonno Antonio. L’origine di Caterina, la madre, è ancora incerta: per la leggenda era una contadinella o una serva di osteria, mentre una recentissima ipotesi riconosce in lei una schiava orientale. A favore di questa ricostruzione vi è il fatto che l’impronta digitale di Leonardo mostri una conformazione tipica delle popolazioni di origine semita. La casa della famiglia da Vinci era situata, secondo la testimonianza di documenti d’archivio, di fronte alla Loggia del Comune (l’odierna piazzetta Guazzesi), in cima al lastrico oggi coincidente con via Roma. Qui sicuramente Leonardo trascorse gran parte dei suoi primi anni di vita, cresciuto dallo zio Francesco. Sono gli anni della passione per la natura e delle escursioni nei boschi di Vinci al seguito dello zio. A circa 3 chilometri da Vinci, ad Anchiano, è visibile una casa luogo di nascita di Leonardo: una vecchia costruzione di mattoni, al cui interno troviamo un piccolo museo didattico. In occasione del IV centenario della morte di Leonardo (nel 1919) prese forma l’idea di consacrare al genio vinciano un museo che, nella sua terra, ne illustrasse l’opera.
Il percorso museale è oggi articolato in tre sedi - la Palazzina Uzielli, il Castello dei Conti Guidi e la Villa il Ferrale - propone macchine e modelli presentati con precisi riferimenti agli schizzi e alle annotazioni manoscritte dell’artista, affiancati anche da animazioni digitali e applicazioni interattive. In particolare, nel Castello, antica dimora della famiglia Guidi, trovano spazio macchine e modelli che documentano gli interessi di Leonardo per la guerra, l’architettura, la meccanica e il volo. Due intere sezioni sono inoltre dedicate all’ottica e al movimento su terra e acqua, con particolare riferimento alla navigazione fluviale. Nella Galleria sotterranea e nell’Antica Cantina del Castello dei Conti Guidi, ha sede il Museo Ideale Leonardo Da Vinci nato dalla collaborazione di studiosi e artisti nel 1993, sotto l’egida dell’Armand Hammer Center for Leonardo Studies dell’Università di California a Los Angeles. É il primo museo che si propone di ricostruire la complessa personalità di Leonardo in ognuno dei suoi molteplici aspetti e campi d’interesse.
BACCHERETO
La famiglia della nonna paterna di Leonardo, originaria di Bacchereto, era tradizionalmente dedita alla professione di notaio, oltre che all’agricoltura e alla ceramica. È più che probabile che Leonardo iniziasse la sua attività artistica nel contesto della fornace di famiglia a Bacchereto, in quella Casa di Toia che esiste ancora ed è in parte adibita a ristorante.
FIRENZE
Intorno al 1469 ser Piero, padre naturale di Leonardo, abitò nell’odierna Borgo dei Greci, vicino a quella che era via del Canestruccio e alla casa degli Amadori (la famiglia di Albiera, prima moglie di ser Piero). Fu questa la prima probabile casa di Leonardo a Firenze, quando lasciò Vinci e lo zio per riunirsi alla famiglia del padre, notaio del Podestà. Sono questi gli anni dei primi studi di disegno nella bottega del Verrocchio. La famiglia del Verrocchio possedeva una casa all’incrocio di via dell’Agnolo con via Pentolini sive Malborghetto (oggi via de’ Macci). In un ambiente adiacente, o comunque posto nelle immediate vicinanze, si trovava invece la sua bottega, dove lavorò anche Leonardo, la cui presenza è documentata almeno nel 1476.
Altro punto cardine della giovinezza di Leonardo a Firenze fu l’Ospedale di Santa Maria Nuova: qui aveva la sua banca, depositava casse con libri a stampa, manoscritti e libri di disegni. Sempre qui eseguiva i suoi studi anatomici. Dopo la prima parentesi milanese, Leonardo tornò a Firenze per un lungo periodo. Abitò in via degli Spadai, in casa di Piero di Braccio Martelli, dove iniziò la compilazione del Codice Arundel. Attualmente la trecentesca via degli Spadai è denominata via Martelli e la casa che ospitò Leonardo è sede del Liceo Galileo.
FIESOLE
Fiesole è menzionata nel Codice sul volo degli uccelli. Qui Leonardo aveva acquistato due appezzamenti di terreno agricolo con una cava di pietra in prossimità dell’oratorio di Sant’Apollinare. Il vicino Montececeri è un altro luogo Leonardiano: dalla sua sommità Leonardo voleva tentare il volo umano. La leggenda vuole che Zoroastro da Peretola, figlio illegittimo di un Rucellai, allievo di Leonardo a Milano e a Firenze, tentasse il volo proprio dal Montececeri, cadendo rovinosamente.
IL PAESAGGIO DELLA GIOCONDA
In questo itinerario toscano non poteva mancare una piccola nota sui paesaggi della Gioconda poiché la natura nella quale s’adagia la donna abbigliata di nero e dal sorriso più attraente del pianeta, è quella che circonda l’antico ponte d’età romanica che ancora oggi può essere ammirato lungo l’Arno, nella provincia di Arezzo. Sul lato sinistro della Gioconda, si vede un corso d’acqua che si infila in una stretta gola. Si pensa sia la Gola di Pratantico, poco distante dal ponte, dove l’Arno riceve le acque di un immissario. Sempre sulla sinistra si possono osservare dei rilievi verticali e aguzzi. Potrebbero essere i calanchi, delle formazioni rocciose createsi con l’erosione delle piogge nei millenni. Queste formazioni rocciose si ritrovano anche in altri dipinti di Leonardo.
Itinerario redatto in collaborazione con Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci