Il nostro incontro con Jerry Calà
Il grande showman, fortemarmino d’adozione, si racconta dagli inizi agli ultimi successi
Protagonista indiscusso della commedia all’italiana, icona degli anni ’80 e grande showman con all’attivo un numero di spettacoli da record, tra cui l’appuntamento ormai leggendario che da 26 anni riempie La Capannina di Franceschi al Forte dei Marmi. È Jerry Calà, che in Versilia è di casa da quando, 40 anni fa, ha girato un film diventato generazionale, Sapore di mare. Un cult dei fratelli Vanzina, che ottennero non facilmente l’ok di Gherardo Guidi a riprendere alcune scene proprio nello storico locale, già al tempo sulla cresta dell’onda, senza sapere che questo avrebbe creato un legame indissolubile con Jerry, diventato uno dei simboli della Capannina. ‘Una vita da libidine’ - per citare uno dei suoi tanti tormentoni e la sua biografia uscita nel 2016 -, fatta di cabaret, musica, gli esordi con I Gatti di Vicolo Miracoli e poi il cinema, con ruoli all’insegna del divertimento, ma non solo, come la sua interpretazione in Diario di un vizio, film drammatico di Marco Ferreri, che nel ’93 gli valse il premio come Migliore attore per il gotha della critica italiana al Festival internazionale del cinema di Berlino.
Ricordi la prima volta che hai messo piede in Versilia?
Da ragazzo non ero uno di quei fortunati che poteva frequentare la Versilia. L’ho conosciuta negli anni ’70, per lavoro, quando portammo lo spettacolo de I Gatti di Vicolo Miracoli (gruppo cabarettistico e musicale, ndr) in un locale che oggi non c’è più, Oliviero ai Ronchi. Dopo di che tornai al Forte per Sapore di mare. Fu in quell’occasione che feci il mio primo incontro con la mitica Capannina, dove ho girato alcune scene, tra cui una delle ultime del film, con Marina Suma, definita una delle più belle scene della commedia italiana.
Dopo questa prima volta sei tornato moltissime volte alla Capannina…
Sì. Qualche anno dopo Gherardo Guidi mi vide cantare in una trasmissione televisiva, Serata d’onore, e mi chiamò dicendomi “Jerry, perché non inventi uno spettacolo per ricordare Sapore di mare?” E così è cominciata questa ‘storia infinita’, quella tra me e la Capannina, una storia che quando mi esibirò per il compleanno del locale, il 19 agosto, compirà 26 anni. In passato facevo ben due mesi di spettacoli, luglio e agosto, mese in cui facevo addirittura due show a settimana, il mercoledì e il venerdì. Oltre a tutti gli ultimi dell’anno, le Pasque, i primi maggio… Davvero tante serate, che mi hanno dato modo di conoscere a fondo Forte dei Marmi e tutta la Versilia, farmi molti amici qua e sentirmi a casa ogni volta che ci torno.
Come descriverebbe questo luogo unico?
Gherardo e il suo staff hanno avuto l’intelligenza di mantenere questo locale sempre fresco, di rinnovarlo senza però cambiarlo, conservando intatto tutto il suo fascino. Il mio angolo preferito è una porticina che per me è magica, quella che apro, dai camerini, e all’improvviso mi trovo davanti tutto il pubblico, lì per vedere il mio show.
Film come Vacanze di Natale e Sapore di mare hanno anticipato quello che poi è diventato il divertimento all’italiana, un fenomeno internazionale che ha reso l’Italia celebre nel mondo. Quanto è importante oggi, considerando anche il periodo che abbiamo trascorso?
La pandemia ha segnato uno stop brusco. Da tutto siamo passati a niente. Quello che noto adesso è una voglia sfrenata di divertirsi, uscire, vedere spettacoli. Gli eventi hanno il tutto esaurito, io stesso ho moltissime serate questa estate e sono tutte sold out. Ho già cominciato e appena esco sul palco sento che il pubblico è completamente preso dello spettacolo, sento il desiderio di cantare, svagarsi, ricordare i tempi belli e rinnovarli.
È appena uscito il tuo nuovo album Jerry Calà - Professione Entertainer.
Sono gli estratti della registrazione di una serata fatta questo inverno al Teatro Nuovo di Milano. Dalle 2 ore di show abbiamo creato una compilation di pezzi che tutti insieme fanno la storia della musica italiana. È un disco veramente divertente, perfetto per una festa.
Capito?!”, “Libidine”, “Non sono bello ma piaccio”… sono tante le tue battute diventate dei veri e propri tormentoni. Quello che ha più lasciato il segno?
Forse, ancor più di “libidine”, quello che alle persone piace di più è “libidine coi fiocchi”.
E tra le canzoni, quella che hai più nel cuore?
Ne faccio più di 40 e sono una più bella dell’altra. Non saprei scegliere. Quello che è certo è che per il pubblico è Maracaibo. Se non lo faccio non mi fanno scendere dal palco!
La tua soddisfazione più grande?
La mia famiglia, il mio unico figlio, Johnny, che ho avuto tardi, a 52 anni, e che amo più di me stesso.
Jerry Calà ha ancora un sogno nel cassetto che deve realizzare?
Ne ho realizzati tanti di sogni. Poi ce n’è uno costante: continuare a lavorare finché mi emoziono nel farlo, anche alla mia veneranda età. E lo farò, fin tanto che proverò un batticuore nel salire sul palco, non smetterò di fare i miei spettacoli.