Il Carnevale al tempo dei Medici
Chi ha inventato i carri mascherati? Probabilmente l’illuminato Lorenzo de’ Medici
"Quant’è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia! / chi vuol esser lieto, sia: /di doman non c’è certezza". Così inizia Il trionfo di Bacco e Arianna, il più famoso dei Canti Carnascialeschi (Carnevaleschi) composto dal signore di Firenze Lorenzo de’ Medici in occasione del Carnevale del 1490. Questo canto accompagnava, cantato e musicato, uno dei trionfi (carri allegorici, mascherati) – in questo caso quello di Bacco, accompagnato dal suo seguito: Arianna, ninfe e satiri - che, inventati probabilmente da Lorenzo stesso, usavano sfilare per le vie di Firenze durante il carnevale. La tradizione di queste parate di carri mascherati nel periodo di Carnevale ebbe grande fortuna anche in tutto il Cinquecento.
Se ne ricorda in particolare una, strabiliante per invenzioni sceniche e grandiosità di allestimenti, del Carnevale 1513, quando due compagnie di attori allestirono ben 10 carri che sfilarono fra le vie di Firenze tra il 6 e l'8 febbraio dedicati al tema del ritorno dell'età dell'oro. Alla fantasiosa scenografia urbana, descritta puntualmente da Giorgio Vasari nella Vita del Pontormo (1568), concorsero importanti artisti, quali Piero di Cosimo, Andrea del Sarto, il giovane Jacopo Pontormo, Andrea di Cosimo Feltrini, Baccio Bandinelli. Dipinti e apparati per tali allestimenti sono andati distrutti, ma rimangono alcune tele di Andrea del Sarto e del Pontormo dipinte in chiaroscuro con nudi e figure vestite all'antica che probabilmente erano destinate ad ornare gli archi trionfali dell'apparato viario.