photo cover Fondazione Bitossi © Delfino Sisto Legnani & Agnese Bedini / Archivio Fondazione V. Bitossi
Giornate Fai di Primavera 2024: tutti i luoghi aperti in Toscana il 23 e 24 marzo
La nostra mini-guida per scegliere quali visite FAI prenotare provincia per provincia
Le Giornate Fai di primavera 2023 tornano il 23 e 24 marzo in tutta Italia e consentono l'accesso gratuito ad oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti.
Anche in Toscana sono visitabili tanti luoghi speciali che rivelano una straordinaria ricchezza la cui importanza in termini di cultura, storia e tradizioni, talvolta nascosta o non convenzionale, racconta l’identità del nostro paese.
Vi ricordiamo che per partecipare alle Giornate FAI, è necessario prenotarsi (entro e non oltre la mezzanotte del giorno precedente la visita) tramite il sito del FAI.
AREZZO
PALAZZI STORICI AL SERVIZIO DEI CITTADINI
Il percorso porta i visitatori a scoprire quanta bellezza si cela dietro ai palazzi storici che, come cittadini, visitiamo ogni giorno nell'abituale svolgimento dei servizi pubblici. È questa bellezza, quotidiana e diffusa, quasi ignorata e sottovalutata, che invece è la chiave dell'unicità italiana. Nel percorso i visitatori possono scoprire la storia di 3 palazzi oggi sede di servizi al cittadino: Palazzo Pretorio, sede della Biblioteca Comunale Città di Arezzo, Palazzo Albergotti edificio, risalente al '300 e sede dell'Archivio di Stato, e il Palazzo delle Poste imponente e rappresentativo.
CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO (LUCIGNANO, AR)
Il chiostro si presenta oggi come una successione ininterrotta di volte a crociera, impostate su pennacchi laterali (capitelli a decorazione composita) e di colonne in pietra dotate di basamento e capitello composito. Uno dei quattro lati risulta completamente aperto, e corrisponde al lato di accesso, attraverso camminamento in pietra serena al centro del chiostro e alla cisterna, mentre i restanti tre lati mostrano varie stratificazioni architettoniche, vedremo il Recupero e rifunzionalizzazione del Porticato e Chiostro di San Francesco a Lucignano voluto dall'Amministrazione Comunale al fine di renderlo accessibile e fruibile quale bene storico di pregio.
FORTEZZA MEDICEA (LUCIGNANO, AR)
Il recupero della Fortezza Medicea, o meglio delle Fortezze, come vengono comunemente chiamati questi resti imponenti delle fortificazioni cinquecentesche, è oggetto di recupero dall'Amministrazione Comunale dopo che il bene è entrato a far parte del suo patrimonio. Conquistata definitivamente Lucignano in seguito alla battaglia di Scannagallo del 2 agosto 1554, Cosimo de' Medici pensò bene di fortificare ancor più questa già ben guarnita piazzaforte. Fece consolidare le strutture difensive esistenti e, soprattutto, fece costruire una nuova fortezza su di un colle a qualche centinaio di metri dalle mura del centro, paventando qualche tentativo di riconquista da parte dei Senesi che ancora operavano in Valdichiana. Vedremo la parte restaurata della Fortezza. Il torrino è quello sul quale l'amministrazione è intervenuta insieme alla porta reale e ai percorsi d'accesso, con le opere previste nel progetto di recupero.
FIRENZE
PALAZZO BUONTALENTI (ANTICO CASINO MEDICEO DI SAN MARCO)
Palazzo Buontalenti non è accessibile al pubblico, essendo la sede di una istituzione accademica internazionale (School of Transnational Governance, EUI). Il percorso di visita si articola all'interno dell'area restaurata e consente di ammirare soprattutto il celebre ciclo di affreschi secenteschi eseguiti nell'ala nord, commissionati nel 1621 dal cardinale Carlo de' Medici. Le sale sono cinque, ognuna dedicata ad uno dei granduchi di Toscana succedutisi sino a Cosimo II (Cosimo I, Francesco I, Ferdinando I e appunto Cosimo II, al quale fu destinata una ulteriore sala). Gli affreschi sono un compendio della miglior produzione artistica fiorentina di inizio Seicento, eseguiti con dovizia di riferimenti alle conquiste dei quattro granduchi sia in ambito militare che artistico-culturale: la visita permette di ripercorrere le imprese e i fasti della dinastia medicea, evidenziando al contempo le differenze di personalità tra i vari membri della famiglia assurti al trono granducale.
PALAZZO MARUCELLI FENZI
Ai visitatori viene proposto un percorso di visita che si sviluppa dagli appartamenti monumentali del piano terreno, con la Sala d'Ercole, la Sala della Giovinezza al bivio e quella dell'Amore punito, con i sublimi affreschi di Sebastiano Ricci e gli stucchi di Giovanni Baratta, fino a raggiungere il piano nobile tramite lo scalone monumentale per accedere alla sala da ballo, oggi aula Magna del Dipartimento SAGAS. Seppur il palazzo e alcuni degli ambienti siano regolarmente visitabili su richiesta, alcune stanze risultano inaccessibili ai visitatori esterni in quanto adibiti a luoghi di studio e uffici. La prossima edizione delle giornate FAI di primavera è dunque la giusta occasione per ammirare la bellezza di questi spazi e per conoscere la storia di un palazzo tanto importante per la storia fiorentina ma ancora tutto da scoprire.
SEDE DEL RETTORATO DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE
Si rendono visitabili luoghi accessibili, in generale, solo al personale e agli studenti dell'Ateneo, nonché ai docenti di altre Università, e aperti al pubblico solo in casi eccezionali. L'itinerario di visita inizia dall'atrio di ingresso, da cui si accede al braccio porticato che dà sul giardino interno, arricchito dalla mostra delle opere di Onofrio Pepe, allestita in occasione del Centenario dell'Ateneo. Percorrendo poi lo scalone, al cui termine si trova la statua di Galileo (copia della statua opera di A. Costoli per il portico degli Uffizi) si giunge al vestibolo dell'Aula Magna. Dalla grande sala si passa alla Sala del Senato accademico. Da qui, si prosegue per visitare la Sala del Consiglio di Amministrazione. È così possibile anche comprendere la complessità del sito e conoscere la storia della Casa della Sapienza, del Serraglio dei Leoni, del Teatro delle Cacce e delle scuderie medicee, quest'ultime studiate da Leonardo da Vinci per la loro monumentalità e funzionalità.
ARCHIVIO MUSEO FONDAZIONE VITTORIANO BITOSSI (MONTELUPO FIORENTINO, FI)
L'Archivio Museo Bitossi è aperto al pubblico su appuntamento dal lunedì al venerdì. Le visite sono accompagnate da una narrazione storico artistica sulle origini della famiglia e sul territorio, sull'evoluzione del prodotto dalla tradizione alla modernità, attraverso il lavoro di Aldo Londi e delle importanti collaborazioni con i designer. L'Archivio d'impresa come rappresentazione dell'identità dell'azienda, strumento di conoscenza è fonte inesauribile per nuove idee e collezioni. Il museo nella sua complessità diviene motore dell'immaginazione, crea empatia e muove emozioni attraverso storie artistiche, economiche e sociali. L'attività dell'archivio non si limita all'impegno strettamente archivistico di recupero, catalogazione e conservazione del patrimonio storico, ma offre assistenza e consulenza a studiosi, studenti, ricercatori e collezionisti. Collabora a iniziative culturali promosse da enti e istituzioni pubbliche e private internazionali.
SPAZIO BRIZZOLARI (SCARPERIA E SAN PIERO, FI)
Luogo aperto di rado, esperienza unica. In contrasto con l'area industriale che circonda lo Spazio Brizzolari, colpisce l'eccezionalità del sito: un piccolo angolo newyorkese immerso nel territorio del Mugello. Un percorso ricco di dipinti intensi, violenti nell'uso del colore, si snoda il pensiero di Antonio, l'ideologia di cui la sua produzione è permeata, il suo concetto di vestitismo cioè la trasformazione dei suoi abiti in opere d'arte. Galleria e Spazio Forma-Azione mirano ad ampliare il concetto tradizionale di museo, trasformandolo in un ambiente multifunzionale atto a generare uno spiazzamento e uno stupore che portano alla scoperta del bello in contesti inaspettati, non convenzionali. "Io voglio meravigliare" affermava lo stesso Antonio Brizzolari, e questo suscita lo Spazio Brizzolari!
GROSSETO
GIARDINO DEI TAROCCHI A GARAVICCHIO (CAPALBIO, GR)
Seguendo l'ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, al palazzo Ideale del Facteur Cheval a Hauterives in Francia, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo, Niki de Saint Phalle ha iniziato la costruzione del suo Giardino nel 1979: per più di diciassette anni si è dedicata con passione alla realizzazione delle ventidue ciclopiche statue, rappresentanti ciascuna uno degli Arcani Maggiori dei Tarocchi, ricoperte da mosaici di specchi, vetri e ceramiche, facendosi affiancare nel lavoro da diversi operai locali, da un'équipe di nomi famosi dell'arte contemporanea e soprattutto dal marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991 e autore delle strutture metalliche delle enormi sculture (ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro). L'accesso al Giardino è chiuso da una lunga muraglia in tufo, ideata da Mario Botta, con una sola grande apertura circolare al centro: questo muro di separazione tra il Giardino ed il mondo esterno è inteso quindi come la soglia di accesso ad un luogo di iniziazione, nettamente diviso dalla realtà di tutti i giorni e carico di complessità simbolica.
IL BORGO DI CASTEL DEL PIANO (CASTEL DEL PIANO, GR)
Le Celle saranno oggetto del nostro percorso , il sistema "Cella" è stato protagonista del primo contratto mezzadrile nell'821, fu una modalità di gestione dei poderi abbandonata solo pochi decenni fa. È da richiamare sicuramente l'attenzione sulla Cella di San Biagio che è collocata all'interno della Foresta di Gravilona poco lontano dall'abitato di Castel del Piano, è un luogo di ricchezza sorprendente. È da notare che gli "Statuti della Comunità di Castel del Piano" del 1571 stabiliscono che, dopo aver pagato i contributi dovuti alla Repubblica di Siena i vantaggi economici che la Foresta di Gravilona concede al paese devono essere usati per "pagare un maestro di scuola che insegni a leggere e scrivere ai figli di tutti". Di particolare attenzione anche le Celle di S.Maria del Noceto e Santa Lucia i cui particolari saranno svelati in loco.
LIVORNO
PARCO DI VILLA MAUROGORDATO
L'itinerario all'interno del Parco di Villa Maurogordato è una passeggiata in un'area recentemente riscoperta e valorizzata grazie al lavoro di alcune realtà cittadine, quali Associazione culturale Osservatorio di Monterotondo, Provincia di Livorno, ANPANA OdV e Reset Odv, che hanno pulito e riportato alla luce alcuni degli elementi che caratterizzavano il parco ottocentesco annesso alla Villa, quali la serra o il pergolato, che testimoniano la vitalità, la multiculturalità e la centralità di Livorno quale città portuale e non solo, fino almeno all'inizio del XX secolo.
PARCO DI VILLA RODOCANACCHI
Il parco e la villa Rodoconacchi si trovano nella zona di Monterotondo, area collinare che dista circa 7 km dal centro di Livorno. Ambiente agricolo già dal 1200, l'intera zona era sotto la cura dei Padri della Certosa di Calci, che stipulavano contratti di livello con i contadini locali. Questo uso del territorio rimase agricolo fino al 1700, quando iniziò la moda della villeggiatura fuori dalla città: a Livorno ricche famiglie di commercianti acquistarono i terreni e le pertinenze della zona e ristrutturarono le case coloniche, facendole diventare case di rappresentanza. Durante la Giornataè possibile fare una passeggiata alla scoperta del giardino e di tutti gli elementi che in esso sorgono e stanno tornando alla luce, come il lago artificiale, il mulino e il sistema di regimazione delle acque.
SEDE AZIENDA KAYSER ITALIA
L'edificio oggetto della visita viene costruito nel 1965 come sede dell'azienda BARCAS s.a.s. - Confezioni per signora, che realizza, appunto, abiti da donna che vende sia nel mercato italiano sia in quello internazionale (Libia, Egitto, Francia ecc.). Con alterne fortune e cambi di assetto societario l'attività prosegue fino al 1996, data in cui viene messa in liquidazione. Nei primi anni 2000 la Kayser Italia rileva la proprietà del bene, ristruttura l'immobile e pone qui la propria sede. L'area di business dell'azienda (attiva dal 1986) è nella progettazione, produzione, collaudo e assistenza di sistemi per la ricerca aerospaziale, sistemi e sottosistemi satellitari, sistemi avionici per la difesa.L'apertura nelle Giornate FAI prevede la visita guidata all'interno della sede, alla scoperta di alcuni deli ambienti in cui vengono progettati e realizzati componenti aereospaziali che parteciperanno in futuro a molti programmi dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Normalmente non visitabile in quanto luogo di lavoro, durante la giornata di Primavera Kayser Italia apre le proprie porte per offrire ai visitatori l'occasione di conoscere l'attività di una delle aziende fiore all'occhiello sia della nostra città che di tutto il Paese. La visita è guidata e i gruppi accompagnati sia da Volontari Fai che da personale dell'azienda, che fornirà informazioni e curiosità.
LUCCA
CHIESA DI SANTA CATERINA
La storia della chiesa di Santa Caterina da 200 anni si intreccia con quella della Manifattura Tabacchi aperta 7 luglio 1815, un legame forte e importate. Le operaie prima del turno di lavoro passavano a pregare, lasciando a Emilietta, la fedele custode, la spesa da riprendere a fine lavoro. Lo hanno fatto generazioni di sigaraie, finché la chiesa fu chiusa perché inagibile. Questo spiega il legame tra il luogo di lavoro e la chiesa non solo preghiera ma anche incontro tra donne di ogni età aspetto sociale che giustifica l'attaccamento ancora oggi così vivo a questa chiesa da parte della cittadinanza Evento speciale Domenica 24 marzo ore 16.30, Concerto del Maestro Chitarrista Meme Lucarelli; posti a sedere limitati per la partecipazione scrivere a: segreteriafaitoscana@fondoambiente.it
GABINETTO DI STORIA NATURALE DEL LICEO CLASSICO N. MACHIAVELLI DI LUCCA
L'apertura nelle giornate FAI prevede una visita guidata alle sale del Gabinetto, solitamente non aperto al pubblico, se non per motivi di studio, da parte degli Apprendisti Ciceroni. È possibile visitare anche l'Aula Magna con la sua collezione di strumenti di fisica. Si tratta di un'opportunità importante per il grande pubblico, che, nonostante alcune eccezionali aperture annue organizzate dalla Cooperativa Scolastica Arcadia, solitamente non conosce questo gioiello della città. Il gabinetto scientifico risale al 1857, all'interno nelle bacheche sono conservati resti naturalistici naturalistica, solo dei mobili che li contenevano. Nel 1850 il Granduca Leopoldo II donò tutta la collezione scientifica al Liceo di Lucca. Le collezioni naturalistiche del Museo vennero mantenute e ampliate fino alla prima metà del XX secolo. Nel 1870 da un inventario realizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione, risultano essere presenti nelle raccolte zoologiche del Gabinetto di Storia Naturale 86 preparati erpetologia, 180 ittiologici, 92 mammalogici e 940 ornitologici e uno scheletro di bufalo.
PIEVE DI SAN GIORGIO A BRANCOLI
La Pieve di San Giorgio a Brancoli è uno degli esempi più significativi del linguaggio architettonico maturato tra l'XI e il XII sec. Tipica di questo orientamento è la scelta di paramenti murari a grandi blocchi marmorei inquadrati alle estremità da paraste angolari, e di volumi chiaramente definiti, come per l'abside semicilindrica. All'interno, le colonne sono sormontate da capitelli con decorazioni fitomorfe di impronta classicheggiante; l'acquasantiera con protomi è firmata da Raito. A un gruppo di maestranze lombardo-lucchesi, convenzionalmente chiamato Guidi, pertiene il fonte battesimale esagonale, la recinzione presbiteriale e l'ambone. Da segnalare, inoltre, una Croce dipinta del XIII sec. e una terracotta invetriata con la raffigurazione di San Giorgio. Oltre la visita che vi porta alla scoperta della storia della Pieve di San Giorgio Brancoli, Domenica 24 marzo alle ore 18.00 nella PIEVE si tiene un concerto della durata di 40/45 minuti compreso le pause per spiegare al pubblico i brani scelti e la sequenza. Luogo solitamente aperto, accessibile gratuitamente.
ARTE BARSANTI: STORIA DEI FIGURINAI E FIGURINE IN GESSO (BAGNI DI LUCCA, LU)
Durante le Giornate FAI di Primavera solo per gli iscritti FAI sarà possibile visitare il laboratorio artigianale della ditta "Arte Barsanti", in cui insieme all'artigiano Simone Fiori ci muoveremo alla scoperta della tecnica e dei materiali tradizionali della produzione, approfondendone da vicino tutti i passaggi fondamentali. Inoltre sarà possibile ammirare un repertorio di oggetti storici e documenti che testimoniano la grandissima diffusione che queste creazioni hanno avuto ed hanno ancora oggi in giro per il mondo.
EUROMARCHI: SULLE TRACCE DEI FIGURINAI DI BAGNI DI LUCCA (BAGNI DI LUCCA, LU)
Durante le Giornate FAI di Primavera i visitatori saranno accompagnati alla scoperta della storia e degli aneddoti dei tradizionali "mammalucchi", nome dato nel dialetto locale alle figurine del presepe, attraverso la visita agli stabilimenti della ditta Euromarchi SRL. In particolare sarà possibile visitarne la sala espositiva, in cui sono raccolti i migliori esempi della produzione dal passato e una raccolta di documenti e oggetti storici che raccontano la storia e l'evoluzione dell'azienda.
MUSEO DI ARTE SACRA DI CAMAIORE (CAMAIORE, LU)
Durante le giornate FAI è possibile visitare le sale del museo, con le sue importanti collezioni di arte liturgica, permettendo di scoprire una perla sconosciuta ai più. Spiccano per importanza la Vergine Annunciata di Matteo Civitali, riportata al suo splendore grazie ad un incredibile lavoro di restauro. I visitatori rimarranno poi sicuramente affascinati dalla bella collezione di oreficeria sacra, e dall' imponente arazzo fiammingo, vanto della collezione per il suo stato di conservazione e del quale fu impedito un furto negli anni 30. La visita del museo, data la sua ubicazione nel centro di Camaiore, da anche la possibilità a visitatori di visitare la cittadina, la quale vide il suo splendore in epoca medioevale, e che all'epoca come ancora oggi è punto importante di passaggio e di partenza per il cammino delle Via Francigena.
MASSA
MUSEO ETNOLOGICA DELLE APUANE LUIGI BONACOSCIA
l'apertura della Raccolta Etnologica delle Apuane è straordinaria perchè normalmente è chiusa e può essere visitata soltanto da piccoli gruppi di persone su prenotazione. I visitatori sono guidati all'interno di numerosi settori espositivi tra i quali una tipografia, un pronto soccorso, una zona di lavorazione della terra e di olivicoltura, una cantina, una cucina e innumerevoli reperti (tra cui stufe, macchine agricole, lavorazione del ferro e del legno, lavorazione del marmo e del gesso, manufatti lapidei, mezzi industriali e agricoli, vite e vino) per immergersi a 360° in una delle testimonianza culturali ed antropologiche dello scorso secolo meglio preservate della Toscana.
RIFUGIO ANTIAEREO DELLA MARTANA
Ripercorrere le fredde e spettrali gallerie del Rifugio Antiaereo della Martana è un'opportunità unica per comprendere lo stato d'animo in cui viveva la popolazione durante gli allarmi aerei; le fotografie e le video interviste che vengono proiettati all'inizio della visita raccontano l'esperienza della guerra da chi veramente l'ha sperimentata sulla propria pelle; toccanti sono i racconti della guida che vi mette al corrente riguardo la modalità in cui i cittadini massesi si accalcavano dentro al rifugio, con gli occhi pieni di terrore, dopo essere stati avvisati dallo spaventoso suono della sirena, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
PISA
KINZICA, UBALDESCA E BONA, TRE DONNE IN SAN MARTINO
Il quartiere di Kinzica, a sud dell'Arno, teatro della vita delle tre donne di cui racconteremo la storia, viene compreso più tardi rispetto alla zona Nord - nella cerchia di mura che dal 1155 testimoniano lo sviluppo urbano di Pisa. Secondo la cronaca di Maragone, nel 1161 nella zona di Kinzica erano state elevate solo palizzate poi sostituite da strutture più solide fra la fine del XIII e la metà del XIV secolo. A Pisa l'insediamento gerosolimitano, chiesa e ospedale di San Sepolcro, sorse in Kinzica, fuori dell'antica civitas, tra il fiume e l'attuale via San Martino.La statua di Kinzica è un marmo romano di riuso inserito in un palazzo composto da due case torri del Duecento; la mensola su cui poggia serviva a sostenere le parti lignee. Secondo la leggenda Kinzica era una fanciulla che salvò Pisa dal pirata Musetto.Una passeggiata nel quartiere di Kinzica (circa 300 metri) nel centro cittadino, costituirà l'occasione di approfondire la storia della città attraverso la vita di tre donne famose a diverso titolo e legate a monumenti importanti quali le chiese di San Martino e di Santo Sepolcro. Il ritrovo sarà nella piazza San Martino dove gli Apprendisti ciceroni narreranno una breve storia del quartiere e della chiesa, ma soprattutto la vita di Bona qui sepolta e indicheranno altri luoghi della città che conservano la sua memoria. Si proseguirà per il n. 21 di via San Martino ove verrà narrata la leggenda di Kinzica e contestualmente si evidenzieranno le trasformazioni da case torri a palazzi. Ultima tappa la storia della chiesa di San Sepolcro e come si lega alla storia di Ubaldesca.
BADIA DI SAN SAVINO
La Badia di San Savino è un monastero-fortezza, una struttura fortificata che misura 56 metri per 67,70; si può ancora distinguere la merlatura che un tempo la coronava, sebbene sia stata coperta per ricavarne abitazioni e soffitte. E'disposta su due piani: al piano terra i locali di servizio (magazzini, cantine stalle), al piano superiore le abitazioni dei monaci.L'ingresso al monastero è di notevole interesse: un ampio portone con un arco a tutto sesto introduce a una ripida scalinata coperta con una volta a botte e poi a crociera che termina davanti alla chiesa.Questa, in stile romanico, è costruita con blocchi di calcare grigio-bianco del Monte Pisano. Sulle fiancate esterne della chiesa si trovano: un'iscrizione relativa alla fondazione del chiostro del XIII secolo, l'iscrizione funeraria dell'abate Guido e la lapide dell'abate Martino e del conte Tancredi del XII secolo. L'interno, a croce latina, custodisce una preziosa acquasantiera ricavata da un cippo etrusco. Alla fine del XVI secolo la chiesa è stata fortemente modificata. Nel 1944 il campanile è stato distrutto dai tedeschi in ritirata e ricostruito negli anni novanta in anastilosi. A sud della chiesa c'è l'antica cisterna un tempo circondata dal chiostro, sostituito da un cortile con buche da grano(XVIII-XIX).
PISTOIA
CHIESA DEI SANTI PROSPERO E FILIPPO NERI
I Volontari del Gruppo Fai Pistoia Montagna Pistoiese apriranno le porte della Chiesa di San Filippo e Prospero, la cui storia affonda le radici nell'epoca altomedievale. Durante il percorso si viene trasportati nella scoperta di un edificio che conserva ancora oggi la sua immagine Settecentesca e le decorazioni di artisti di epoca Barocca che hanno segnato la storia dell'arte della nostra regione come Giovan Domenico Ferretti. La chiesa, esempio scenografico di Barocco pistoiese, vi accoglie per raccontarvi la sua evoluzione e le sue decorazioni, che nascondono il gusto e la lungimiranza dei Padri Filippini i quali la resero, insieme al vicino Oratorio, uno dei luoghi più frequentati dalla nobiltà pistoiese del Settecento.
PALAZZO DE' ROSSI
Volontari del Gruppo Fai Pistoia Montagna Pistoiese vi accompagnano a scoprire alcuni ambienti di Palazzo de' Rossi, un edificio che nasce da un'antica leggenda pistoiese ed è parte fondante della storia del centro storico della città. Affacciato sull'omonima via, il Palazzo è sede della Fondazione Caripit dal 2000 ed è stato restaurato tra il 2009 e 2013, riportandolo dopo tanti anni, alla sua splendida immagine Settecentesca con decorazioni realizzate fino al XIX secolo. Il Gruppo Pistoia vi accompagna a scoprirne la storia in un percorso sviluppato su 5 piani, che parte dal mito del Guerriero Grandonio e le famose Teste Nere fino ad una delle viste più esclusive ed emozionanti della città di Pistoia.
PALAZZO REALI VANNUCCI (PESCIA, PT)
Volontari del Gruppo Fai Pistoia Montagna Pistoiese vi accompagna a scoprire alcuni ambienti di Palazzo Reali Vannucci, un palazzo privato nel cuore del centro storico della città. Affacciato su via Abbi Pazienza, il Palazzo è uno scrigno, mai aperto al pubblico, di arte e architettura. Il Gruppo vi conduce, con visite dedicate ai soli iscritti FAI, a scoprire la storia delle famiglie che lo hanno costruito, la storia e i toponimi del tessuto urbano ad esso circostante e la bellezza che racchiude e lo collega agli altri edifici storici ad esso adiacenti.
ORATORIO DEL SS. ROSARIO (PESCIA, PT)
Durante le Giornate FAI di Primavera questo piccolo gioiello, di solito non visitabile, è appositamente aperto sia il sabato che la domenica per i visitatori che saranno accompagnati sia da narratori FAI che da "guide" locali che svelano il particolare rituale delle "vescie" che veniva allestito all'interno dell'Oratorio nel periodo pasquale. Senza dimenticare quanto anche i luoghi più lontani dalla città e meno conosciuti possano svelare ai visitatori più curiosi e attenti veri e propri tesori.
PIEVE DI CASTELVECCHIO (PESCIA, PT)
Durante le Giornate FAI di Primavera questo gioiello dell'architettura romanica è visitabile sia il sabato che la domenica accompagnati dal racconto di giovani studenti "apprendisti ciceroni" e di "guide" locali che narreranno le curiosità e le leggende della zona che erano dette le "canzone" (al singolare la canzona). Senza dimenticare quanto anche i luoghi più lontani dalla città e meno conosciuti possano svelare ai visitatori più curiosi e attenti veri e propri tesori.
SAN QUIRICO: CHIESA E ORTO DEL PRETE (PESCIA, PT)
In occasione delle giornate FAI di Primavera 2024 è possibile visitare la Pieve, l'oratorio in cui sono conservati gli antichi arredi sacri, alcuni di fattura pregevolissima, ed il "giardino del prete": uno spiazzo verde posto all'altezza del camminamento delle mura e dei bastioni di San Quirico da cui si potrà godere dello splendido panorama della Valleriana.
PRATO
IL FABBRICONE: LA FABBRICA E IL TEATRO
Gli immobili sono attualmente sede di attività produttive in buona parte svolte dal lanificio F.lli Balli e sono perciò difficilmente aperti al pubblico principalmente per motivi di sicurezza. Si tratta forse del più rappresentativo esempio cittadino di archeologia industriale, sia per le dimensioni, sia per la tipologia e le qualità dei componenti architettonici, sia per le originarie caratteristiche di lavorazione a "ciclo completo". Per l'occasione della giornata del FAI verranno aperti locali di particolare pregio ed importanza che vengono ormai usati solo raramente.Entreremo nella zona storica attraversando il cancello intermedio del viale centrale che, non essendo dotato di portierato, viene eccezionalmente aperto in questa particolare occasione, consentendo di godere dello splendido cannocchiale visivo dalla via Bologna al fiume Bisenzio.
SIENA
CHIESA DELLE CARCERI DI SANT'ANSANO
S. Ansano Nato intorno al 284, proveniva forse dalla gens Anicia, antica e nobile famiglia romana, ed era figlio del senatore Tranquillino. Fu proprio il padre a denunciarlo come cristiano e Ansano fuggì verso nord fermandosi prima a Bagnoregio e poi ad Allerona, per arrivare infine a Siena su indicazione di un angelo. A Siena iniziò a predicare e battezzare i primi senesi, ma, venne incarcerato, secondo la tradizione nella torre accanto alla chiesa di S. Ansano delle carceri, continuando a battezzare i senesi dalle sbarre della prigione. Subì la prova del fuoco. All'interno, sull'altare maggiore è una tela di Francesco Rustici, detto il Rustichino che raffigura il Processo a S. Ansano firmata e datata 1617.Sulla parete sinistra sono presenti degli affreschi più antichi riferibili all'ambito del Vecchietta o più probabilmente a Priamo della Quercia, fratello del più noto Jacopo. Raffigurano l'Adorazione dei Magi, la Crocifissione e S. Ansano.Sulla sinistra dell'ingresso si apre una piccola cappella con un quadro moderno di Enzo Cesarini (1967), pittore senese con affinità con Mino Maccari. Il dipinto raffigura S. Ansano in atto di battezzare i senesi durante la sua prigionia.
CHIESA DI S. NICCOLÒ AL CARMINE
L'opera più importante della chiesa è sicuramente S. Michele che caccia gli angeli ribelli di Domenico Beccafumi, databile al 1526-35. Sotto l'altare sono presenti le reliquie del beato Franco Lippi da Grotti.Sulla scorta del Vasari quest'opera è considerata la versione corretta, dopo il rifiuto dei Carmelitani della prima versione, oggi presso la Pinacoteca Nazionale di Siena. Era sicuramente già in chiesa nel 1535 quando Vasari la vide in compagnia di Baldassarre Peruzzi. L'opera aveva una sua predella, che fu separata in occasione del rifacimento dell'altare nel 1688. Gli schemi compositivi dell'opera sono molto tradizionali e simmetrici, probabilmente per via del precedente rifiuto da parte dei committenti della prima versione del dipinto. L'Altare maggiore è un manufatto seicentesco in marmi policromi sormontato da un ciborio probabilmente risalente al secolo precedente. Nella zona absidale della chiesa è presente una profonda cappella dietro all'altare maggiore, nella quale ci sono due stemmi dell'Arte della Lana e diverse piccole sculture che si richiamano alla scuola della famiglia Mazzuoli, attiva a Siena, sui modi barocchi del Bernini, fino al XVIII secolo.
RISERVA NATURALE DI CORNOCCHIA (RADICONDOLI, SI)
A Cornocchia, vedremo i cavallini di Monterufoli: usati nella zona fin da tempi antichi, sono animali intelligenti, docili e resistenti, molto adatti a territori impervi. I Carabinieri per la Biodiversità addestrano i Monterufolini per manifestazioni, come il "battesimo della sella" e attività dimostrative. L'itinerario di visita comprende la Villa, la cappella e una passeggiata naturalistica nel bosco ricco di avifauna di circa un kilometro.