Advertising

Connect with Firenze Made in Tuscany

Sign up our newsletter

Get more inspiration, tips and exclusive itineraries in Florence

+
Forte dei Marmi

text Rossella Battista

7 Luglio 2023

Forte dei Marmi nella letteratura

I versi dei più grandi scrittori e artisti che hanno raccontato la meraviglia di questa terra

… Per ore facevamo il bagno, mattina e pomeriggio tra le onde dimenticando le regole di Miss Parker. Facevamo passeggiate lunghissime sulla spiaggia umida vicino al mare, oltre il molo del Forte verso i Ronchi: raccogliendo conchiglie, guardando i granchi… è quella libertà un po’ salmastra che racconta Susanna Agnelli nel suo Vestivamo alla marinara, quella libertà un po’ selvaggia e antica che cerca ancora chi approda sui lidi, sempre esclusivi, del Forte.

Il molo di Forte dei Marmi, oggi pontile, dove fin dai tempi di Michelangelo venivano imbarcati i bianchetti puri (ph. Pasquale Paradiso)

Una libertà protetta dalla riservatezza unica dei fortemarmini che custodivano i segreti di Villa Costanza (dimora degli Agnelli e oggi Hotel Augustus) dove la madre di Suni poteva vivere il suo amore, contrastato dall’ex suocero, con lo scrittore pratese Curzio Malaparte. Lui che tanti anni dopo, nei Cinquanta, voleva rianimare quella costa aprendo, proprio a Forte dei Marmi, il locale più chic della Versilia: nei progetti dello scrittore pratese, quello - sotto l’insegna di Malaparte’s House o Chez Malaparte - sarebbe dovuto essere il più lussuoso night club mai visto nei paraggi. Ma alla fine rimase solo un bel sogno.

Le cabine tradizionali in legno colorato simbolo delle vacanze estive a Forte dei Marmi (ph. Ornella Burchianti)

In tema letterario, anche il supremo Pier Paolo Pasolini, ci ha lasciato un’immortale descrizione delle Alpi Apuane che si stagliano alle spalle della Versilia e del Forte codificandone l’immaginario ne La lunga strada di Sabbia uscito del 1959: I monti della Versilia ridenti o foschi? Ecco una cosa che non si può mai capire. Un poco folli, di forma, e inchiostrati sempre con tinte da fine del mondo, con quel rosa, quelle vampate secche del marmo che trapelano come per caso.

Grattando ancora più indietro tra ricordi e memorie riemergono le dune, l’imbarcadero oggi pontile, dove dai tempi di Michelangelo si spedivano i candidi blocchi. Senza dimenticare le tamerici salmastre ed arse e le ginestre fulgenti della pineta vicina di Marina di Pietrasanta che sessant’anni prima avevano incantato Gabriele D’Annunzio, insieme alla primordiale bellezza di questa terra, dove spesso il Vate risiedeva per restare vicino alla sua amante, l’attrice Eleonora Duse. D’Annunzio era stato così attratto da questo paesaggio selvaggio e incontaminato da dedicargli un’intera raccolta di poesie, Alcyone.

Bagno Piero e sullo sfondo la pineta di Forte dei Marmi e lo scenografico paesaggio montano delle Alpi Apuane (ph. Lorenzo Cotrozzi)

L’illuminato e gaudente  Pietro Leopoldo Lorena doveva avere in mente un progetto ambizioso quando tra Sette e Ottocento riorganizzò l’antica macchia mediterranea bonificando le zone paludose e coronandole di pinete e vasti arenili, che tanto piacquero agli aristocratici di mezza Europa. Per non parlare di Giacomo Puccini che calamitò musicisti e scrittori, pittori e scultori. Non è un caso infatti che Leonida Répaci alla fine degli anni ’20 dette vita al Premio Viareggio. E che Maria Bellonci proprio a Forte dei Marmi abbia accarezzato l’idea, trent’anni dopo, indugiando al Caffè Quarto Platano, al prestigioso Premio Strega.

Del resto la Versilia, sempre scomodando Genovesi, la conoscono tutti, perché tutti, almeno una volta nella vita, ci sono stati. Fin dall’800 infatti e prima che diventasse meta balneare fu amata da artisti, nobili, scrittori che qui presero dimora. Da Pirandello a Galileo Chini, da Nomellini a Viani, Soffici, Montale e ancora Pea e Pratolini, Gadda e Bontempelli fino a Mann e Huxley che si ritrovavano, chi prima e chi dopo, all’ora dell’aperitivo all’ombra dei platani di piazza Garibaldi.

Le due fontane zampillanti in marmo bianco di Carrara davanti al molo di Forte dei Marmi (ph. Dario Garofalo)

E’ qui che Enrico Pea avvia quel salotto letterario, Il Quarto Platano (oggi Caffè Roma), che si appresta a trasformarsi in museo (a Villa Bertelli).

Vita vissuta o romanzata da leggere sotto l’ombrellone, tornando anche un po’ indietro nel tempo, verso la fine degli anni’50. Timida, riservata, un po’ goffa, Andreana figlia di un nuovo ricco, si ritrovava sulla spiaggia esclusiva di Forte a guardare da lontano una gioventù dorata che trascorre il suo tempo in feste esclusive, notti brave alla Capannina, corse in Maserati o in motoscafo. Inaspettatamente viene accettata… racconta Antonella Boralevi nel suo intramontabile Prima che il vento.

Certo, quelli erano gli anni in cui nessuno avrebbe pensato che il boom economico non sarebbe durato in eterno e che le guerre sono sempre in agguato. Come suggerisce Sandro Veronesi in Venite venite B52. Dove racconta di giovani tormentati degli anni ’80 col sottofondo degli aerei militari che irrompono sui cieli versiliesi quasi a sfiorare le creste del Procinto, del Pizzo d’Uccello, o del Foratovenite qui, buttatela qui la bomba, venite spazzate via tutto recitava Viola… davanti ai suoi occhi, più azzurro dei suoi occhi l’alto Tirreno disegnava un orizzonte netto…

Sabbia, legno, tessuti naturali e colori tenui... questa è l'elegante grammatica del Bagno Alpemare (ph. Lorenzo Cotrozzi)

E se Dario Ferrari col suo La ricreazione è finita, indaga nella precarietà di giovani ricercatori dentro intrighi e misteri di una Versilia non sempre benigna, con scanzonato umorismo, ma con una vena davvero noir è Fabio Giannotti, che tra l’autobiografico e il fantasy indossa le vesti del giornalista Pompilio Nardini detective suo malgrado in Giallo Versilia. Spy e detective story che nel nuovo millennio sono state inaugurate dal versiliese Giampaolo Simi autore di gialli anche per la tv come la serie Nero a metà. Anche se sotto l’ombrellone è più intrigante seguire La ragazza sbagliata o L’estate di Piera o, pensando al mare d’inverno … le scuole rimasero chiuse per il resto della settimana permettendo agli studenti di trasformare le loro tavole da body surf in slittino… nel pomeriggio di quel 14 febbraio ben 46 centimetri di neve ricoprirono la Versilia… scrive nel suo Cosa resta di noi. C’è infatti sempre un aspetto ironico o tragicomico nelle avventure e disavventure dei personaggi che popolano una Versilia di contraddizioni e trabocchetti come il suo mare di sabbia. Come sottolineava Aldo Valleroni in quella pietra miliare che è Versilia anni ruggenti. E che ispirano autori come l’imprenditore e politico pratese Edoardo Nesi che indaga la società con Storia della mia gente o fughe da fermo. O la spumeggiante Jessica Franchi che racconta le vacanze di una sgangherata famiglia del terzo millennio con Se è maschio si chiama Gino.

La pineta di Forte dei Marmi e sullo sfondo una tipica residenza degli anni '20(ph. Dario Garofalo)

E ancora il prolifico Fabio Genovesi che ambienta i suoi romanzi sempre in Versilia, come Il calamaro gigante o Il mare dove non si tocca o, tanto per rimanere sospesi tra realtà e finzione Elisabetta Sottili con Senti che vento. E se proprio si volesse fare un salto nel passato, il Moscardino di Pea è un classico della letteratura post bellica. Dove il mollusco è solo il soprannome di un ragazzino alle prese con le asperità della vita.

Potrebbe interessarti

Inspiration

Connect with Firenze Made in Tuscany