Firenze e i suoi palazzi: gli edifici più belli e le loro storie
Curiosità e aneddoti affascinanti dei palazzi più celebri della città
Firenze affascina con bellezza, arte e storia, ma girando per le strade, col naso all’insù, scopri inattese curiosità: un cagnolino col gregge, in una formella del Campanile di Giotto, diventa firma del suo grande padrone. Giotto, vi ha lasciato memoria di quando, pastorello, scoprì la vocazione all’arte.
Nel cuore della città, davanti al Bargello, la Badia Fiorentina, antichissimo luogo di culto della Vergine, con l’esagonale torre, distrutta nel 1307 per il rifiuto dei monaci di pagar tassa, ricostruita nel 1330, diviene oggi, richiamo per cinefili che, in Inferno di Dan Brown, l’hanno ammirata nel drammatico episodio dove un misterioso personaggio sfugge agli inseguitori gettandosi dal campanile.
A poche centinaia di metri, al 18 di borgo Albizi, c’è un curioso palazzo quattrocentesco, il Palazzo dei Visacci. Sulla facciata sono incastonate, 15 erme di figure della storia di Firenze, scolpite, nel 1600, da G.B Caccini, con la tecnica dello “schiacciato”, che, per un gioco di prospettiva, dai 40 metri d’altezza, danno l’idea di essere guardati.
“Visacci”perché i fiorentini non riconobbero nelle sculture i loro illustri concittadini: Dante, Petrarca, Boccaccio, Lorenzo il Magnifico.
In Piazza della Signoria c’è la Loggia dei Lanzi, dal nome dei feroci Lanzichenecchi di Carlo V che, in marcia verso Roma, si acquartierarono in quello che il Buontalenti nel 1583, trasformò in terrazza giardino-pensile. Tra piante e fiori, i Medici frescheggiavano ascoltando musica e godendo la vista. Oggi è il caffè degli Uffizi.
A due passi da qui, sorge un percorso sopraelevato sull’Arno, voluto dal gran duca per spostarsi dal Palazzo alla residenza di Pitti. L’architetto, il Vasari, lo realizzò nei 5 mesi imposti da Cosimo I per solennizzare le nozze di Francesco con Giovanna d’Austria e stupire gli ospiti.
Al centro del Corridoio Vasariano, si aprono finestre con un panorama incantevole sul fiume.
Le botteghe di macellai, verdurai dell’antico ponte furono sostituite da orafi e argentieri per evitare cattivi odori e poco nobili visioni a chi attraversava questo luogo. Proprio sul Ponte Vecchio, uno dei simboli della città, spicca sul tetto di una bottega, un oggetto a mezzaluna, su una colonna.
È la Meridiana, orologio solare, memoria dell’alluvione del 4 novembre 1333.
Tutti i ponti furono travolti dalle acque, tranne questo. L’antico strumento misura ancora tempo, sole, giorni di Firenze.
Al numero 25 di Via Maggio, Oltrarno,c’è la casa di Bianca Cappello, veneziana che ammaliò l’infedele Francesco I de’ Medici. Per starle vicino fece costruire, a pochi passi da Palazzo Pitti, questo edificio, nido di un amore scandaloso che, né la morte della consorte né il matrimonio, fecero accettare alla famiglia. Storia finita forse, col veleno per i due.
La facciata del palazzo è ornata da grottesche bianche, raffiguranti arieti, grandi figure maschili e femminili, opera di G.B.Poccetti, con la tecnica del graffito, che fa emergere il bianco sottostante delineando il decoro. Bianca non godè di questa meraviglia, perchè diventata duchessa, donò il palazzo all’ospedale di Santa Maria Nuova.
Percorrendo Via Maggio, il ponte S. Trinita ci porta nell’omonima piazza dove c’è la Colonna della Giustizia, la più alta, più bella di Firenze. Dono di Pio IV a Cosimo I, è un raro reperto archeologico delle terme di Caracalla. Monolita di granito, di 50 tonnellate e di mt 11,17.
Arrivò a Firenze, il 23 settembre 1563, dopo un avventuroso viaggio di circa 1 anno . In cima è posta la statua della Giustizia di porfido rosso, che celebra la vittoriosa battaglia di Marciano sui senesi.
Altro luogo di straordinario è Orsanmichele, antica loggia del mercato del grano che, anche da chiesa, conservò la vocazione di protezione di arti e mestieri.
Qui, all’esterno, nei tabernacoli dedicati ai Santi protettori di ogni mestiere, i più grandi scultori dell’epoca: Ghiberti, Brunelleschi, Verrocchio, Luca della Robbia, hanno lasciato firma della loro arte e del Rinascimento.