Elena Corsini tra passioni e aneddoti curiosi legati alla sua illustre famiglia
La nostra intervista all'appassionata designer d’interni che appartiene a una delle più importanti casate fiorentine
Una tra le più illustri casate fiorentine, i Corsini, sono legati da oltre otto secoli alla storia di Firenze e, come poche altre famiglie, anche alla storia toscana e italiana. Dediti fin dal Medioevo alla mercatura e all’attività bancaria il loro prestigio si estese a livello europeo. Una delle prime figure di rilievo è sant’Andrea Corsini, vissuto nel Trecento, vescovo di Fiesole. Nel corso dei secoli la grande stirpe fiorentina crebbe in ricchezze e potere economico, tanto da acquisire un inestimabile patrimonio fondiario. Fece costruire due splendidi palazzi a Firenze, oltre a quello grandioso di Roma, alla Lungara, tutti abbelliti da strepitose collezioni d’arte.
Nel Settecento la famiglia ebbe il suo massimo splendore con l’elevazione al pontificato del cardinale Lorenzo col nome di Clemente XII, nel 1730. La fontana di Trevi, il palazzo della Consulta al Quirinale e la facciata di San Giovanni in Laterano a Roma sono adornati dallo stemma dei Corsini segni inconfutabili del prestigio e potere raggiunto dalla famiglia in quegli anni. Dal Papa furono investiti dal titolo di Principi. Incontriamo oggi una giovane esponente dell’ultima generazione, Elena, figlia di Duccio e Clotilde Corsini, appassionata designer d’interni che appena può corre in aiuto del padre - uno dei più apprezzati vigneron del Chianti Classico - fra barrique, filari, trattori ed etichette di vino.
Tra i tanti personaggi della sua famiglia, a chi è più legata?
Alla mia omonima bisnonna che visse a Firenze durante la Seconda guerra mondiale. In quel periodo riuscì a nascondere la nostra collezione d’arte per evitare che venisse trafugata dai soldati nazisti o distrutta dai bombardamenti. Organizzò, infatti, un coraggioso e rocambolesco viaggio da Firenze fino a Le Corti, a San Casciano in Val di Pesa, a 30 km da Firenze, e la nascose lì; lo stesso luogo dove poi sono nata io e dove vivo ancora adesso con la mia famiglia.
Donna Elena, dopo aver nascosto tutte le opere nella cantina, tirò fuori il quadro di sant’Andrea Corsini e lo piazzò davanti al nascondiglio segreto, come a dire: “Io ho fatto la mia parte, ora pensaci tu”. A guerra finita, chi fu incaricato di recuperare le opere si è trovato di fronte il quadro del Santo forato da un proiettile all’altezza della testa; forse un soldato capitato lì ha sparato al quadro e se n’è andato senza immaginare che dietro la porta c’era un tesoro immenso. Chi visita oggi la Quadreria a Palazzo Corsini a Firenze, può vedere il ritratto di sant’Andrea ancora sfregiato la nostra famiglia ha deciso di non restaurarlo in quel punto, in ricordo della mia coraggiosa bisnonna.
Un itinerario a Firenze attraverso i luoghi legati ai Corsini?
Si può dedicare un intero fine settimana a Firenze per vedere solo le cose dei Corsini! Dalla Stazione di Santa Maria Novella, con una camminata di 5 minuti, si raggiunge il giardino monumentale di Palazzo Corsini al Prato; poi è bello visitare Palazzo Corsini sui lungarni con la Quadreria che conserva i dipinti di cui abbiamo parlato prima. Attraversando l’Arno si raggiunge la Chiesa dei Carmine dove ci sono le reliquie del nostro sant’Andrea Corsini. Poi, se si ha voglia di fare una gita fuoriporta nel Chianti Classico, consiglio di raggiungere Ville Le Corti a San Casciano per degustare il nostro vino, visitare le cantine storiche e mangiare cucina toscana nel nostro ristorante.
Tra i vini prodotti da suo padre a Villa Le Corti, qual è il suo preferito?
È Fico, che però non è stato pensato da mio padre. è stato invece un esperimento di mio fratello, venuto a mancare purtroppo nel 2016. Filippo, durante un viaggio in Argentina, aveva visto fare un vino biodinamico, con le tecniche dei vignaioli prima dell’avvento dell’industria chimica, senza solfiti. Papà gli aveva affidato otto filari della vigna migliore e oggi questa è la sua eredità. Da quando non c’è più, mio padre, mia madre, mia sorella Selvaggia e io la portiamo avanti, aumentandone la produzione di anno in anno. Questo è il nostro vino preferito, e penso che lo sia di tutti i membri della famiglia e di tutti quelli che lavorano all’azienda Le Corti.
Un sogno per il futuro della sua famiglia?
Trovare una chiave per rendere contemporaneo il nostro patrimonio storico e trasmetterlo ad altre persone. Sono ancora molto giovane per cui sto ancora vivendo e facendo esperienze per trovarla.