Alla scoperta di Dante a Firenze
Le rappresentazioni più belle del Poeta in città
Lo spunto per questo itinerario che celebra Dante a 700 anni dalla sua scomparsa è il ritratto di Dante del pittore del Rinascimento toscano Andrea del Castagno, custodito dalla Galleria degli Uffizi, che ha ritrovato la sua naturale giovinezza grazie al recente restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
L’affresco - uno dei più noti volti dell’Alighieri nella storia dell'arte – presentava in origine un’immagine serena e pacata del poeta, diversa da come si presentava prima. ll progressivo deposito di sedimenti sulla superficie pittorica e i successivi interventi e ritocchi avevano infatti scurito ed appesantito il cromatismo dell’opera, dandole un aspetto da "dipinto a olio ". L’offuscamento dei colori aveva avuto inoltre l’effetto di invecchiare il volto di Dante, che risultava così ben più cupo e accigliato del suo aspetto originario.
Il restauro ha ripristinato nell’opera la leggerezza tipica della pittura murale, riscoprendo un volto di Dante luminoso ed animato da una freschezza quasi giovanile, finora del tutto inedita.
La Divina Commedia illumina Firenze, conosciuto anche come La Divina Commedia di Dante Alighieri, è invece un affresco che si trova nel Duomo di Firenze. Opera di Domenico di Michelino basata su un disegno di Alessio Baldovinetti vide la luce nel 1465. Nel dipinto appare Dante con una copia della sua Commedia, fra i tre mondi ultraterreni descritti in essa e una veduta di Firenze.
Si contendono il titolo di rappresentazione più antica di Dante, due ritratti fiorentini.
Il primo si trova al Bargello, all'interno della decorazione della Cappella della Maddalena, realizzata da Giotto e dalla sua scuola tra il 1321 e il 1337 circa, che si può ammirare al primo piano del Palazzo del Bargello. In questo ciclo pittorico sono raffigurate le Storie della Maddalena, di San Giovanni Battista, l'Inferno e il Paradiso e, appunto, il ritratto di Dante. Dopo la scialbatura delle pareti nel 1570 e, nel corso dei secoli, di una serie di modifiche agli spazi della Cappella, le pitture murali furono riscoperte nel 1840, divenendo subito celeberrime e oggetto di diversi studi e campagne di restauro.
Il secondo si trova invece nel Palazzo dell'arte dei Giudici e Notai. Fa parte di un prezioso ciclo di affreschi dove è raffigurato., oltre a Dante, anche il più antico ritratto mai realizzato di Giovanni Boccaccio. Il ritratto dantesco, in particolare, ha suscitato un grande interesse perché dimostrerebbe, assieme al ritratto di pochi anni precedente nella cappella del Bargello, che le fattezze del poeta sono ben lontane dall'iconografia tradizionale con il naso pronunciatamente aguzzo e la fronte accigliata. Dante doveva avere sì un naso lungo, ma non aquilino come siamo abituati a immaginarlo. Per quanto riguarda l'autore e la datazione, i documenti sul palazzo riportano come fosse stato incaricato Jacopo di Cione, fratello dell'Orcagna, nel 1366 di affrescare le volte e le pareti di quella che era la sala maggiore dell'Arte. Nella lunetta dei poeti, oltre a Dante e Boccaccio, si vedono le gambe (i busti e i volti sono andati perduti) di altre due figure identificate con Francesco Petrarca e Zanobi da Strada.
Non possiamo non citare la Maschera di Dante Alighieri nota anche come Maschera Kirkup, risalente al XVI-XVII secolo, visibile al pubblico ed inserita nel percorso museale di Palazzo Vecchio a Firenze. In passato, l’opera, era ritenuta una maschera funebre, tratta da un calco impresso sul volto del Sommo Poeta. In realtà deriverebbe dal calco di un ritratto scultoreo andato perduto.
Chiudiamo con le statue del Poeta in città.
Alla sinistra della facciata della Basilica di Santa Croce, la statua in marmo bianco di Carrara fu realizzata dallo scultore Enrico Pazzi nel 1865, a 600 anni dalla nascita di Dante (1265-1321). Nel 2011 in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia l’opera è stata restaurata.
La costruzione del cenotafio di Dante nella basilica di Santa Croce a Firenze fu realizzata con una sorta di raccolta fondi ante litteram. Inaugurata nel 1830 e realizzata dallo scultore Stefano Ricci, l'opera prese però le mosse nel 1818 quando sulla Gazzetta di Firenze apparve il manifesto per la costruzione del monumento firmato, tra gli altri, da Gino Capponi e Vittorio Fossombroni. Il recente restauro verrà presentato in occasione del prossimo Dantedì, il 25 marzo.
Infine la statua di Dante fa parte anche della galleria di uomini illustri nel Cortile Degli Uffizi.