Claudio Tipa, anima e cuore di ColleMassari
L'amore dichiarato per la Toscana, tra grandi vini e castelli
Da oltre vent’anni Claudio Tipa è il proprietario - con la sorella Maria Iris, madre di Ernesto Bertarelli (patron di Alinghi) - della Tenuta di ColleMassari nella doc Montecucco in Maremma, poi si è aggiunto Podere Grattamacco a Bolgheri, azienda che ha abbinato il suo nome all’omonimo vino-bandiera, e successivamente Poggio di Sotto e San Giorgio a Montalcino. Mecenate, sportivo con la passione della vela, appassionato di vino da sempre e presidente del consorzio del Montecucco ha portato nell’enologia la decisione e la lungimiranza che l’hanno accompagnato nella sua vita imprenditoriale costellata di successi.
Delle sue quattro aziende vitivinicole in Toscana ColleMassari è la prima e forse la più speciale, perché nata da un innamoramento. Quali sono state le tappe di questo colpo di fulmine?
L’idea è partita nel 1998, quando tra le opzioni per cambiare vita c’era quella della vita in campagna. Mi proposero ColleMassari, in una Doc neonata; il castello era piuttosto diroccato ma fui preso emotivamente in modo forte, chiamai mia sorella e mio nipote e alla fine dicemmo ‘facciamo questa follia’. Quello che è iniziato come un gioco è diventato il mio lavoro.
Quali sono i pregi e le caratteristiche di questa punta estrema della Maremma che la rendono adatta a produrre vini di qualità?
La localizzazione geografica, a metà strada tra il Morellino e Montalcino ma con il nostro Sangiovese che ha preso l’importanza, la profondità e la longevità dei vicini ma con un pizzico di gioia in più dato dalla vicinanza al mare. Ottima posizione anche per la produzione del Vermentino.
ColleMassari è una delle prime aziende in Europa, per estensione, che pratica agricoltura biologica. La strada del biologico è quella giusta?
Abbiamo 1400 ettari, quasi 17.000 piante di olivo, 125 ettari di vigneti tutti ad agricoltura biologica. In più abbiamo boschi demaniali incontaminati tutti intorno. Quindi questo era il luogo migliore per il bio.
La sua filosofia di produzione?
La semplicità. Le mode si rincorrono e poi muoiono, noi invece ci siamo affidati alla tradizione e non ce ne pentiamo.
Il momento che preferisce del suo lavoro?
Amo stare in cantina e assaggiare i vini. Ma il momento che preferisco su tutti, è il periodo della vendemmia.
Ricorda la prima?
Certo, è un ricordo legato alla vela e a quando vincemmo la Coppa America in Nuova Zelanda nel 2003 portai laggiù alcune delle 10 mila bottiglie, davvero troppe, di ColleMassari della raccolta del 2000, che fu la prima vera vendemmia. Fu un momento indimenticabile.