La chiesa e il museo di Orsanmichele
Riapre al pubblico l'ex granaio di Firenze dove ammirare capolavori del Rinascimento di Donatello e Verrocchio
In principio c’era un oratorio dedicato a San Michele, circondato da un giardino, o meglio un orto come veniva chiamato allora. Da qui San Michele in orto, diventato poi Orsanmichele. Dopo essere stato per lungo tempo un convento benedettino, all’inizio del 1200 diventa la sede cittadina del mercato del grano. Nel 1284 acquista prestigio con la grande loggia per lo scambio del grano firmata da Arnolfo di Cambio. Inizia qualche anno dopo, nel 1290, la doppia vita di Orsanmichele: la bellissima Madonna affrescata al suo interno lo rende luogo di preghiera oltre che di commercio.
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La struttura che possiamo ammirare oggi è datata 1337: a seguito di un importante incendio, la costruzione originale è completa distrutta. Si rende necessario un ripensamento di Orsanmichele, tenendo sempre conto della duplice funzione acquisita nel Medioevo. La nuova struttura si distingue per bellezza e prestigio grazie alle 12 nicchie che accolgono le figure di Santi volute dalle Arti Fiorentine e firmate dai grandi artisti del primo Cinquecento, come Lorenzo Ghiberti, Verrocchio, Donatello, Gianbologna, Baccio da Montelupo. Capolavori che da soli raccontano un passaggio epocale, dalla scultura tardo gotica a quella rinascimentale. All’interno della chiesa l’Orcagna, altro nome importante dell’epoca, dà vita a un tabernacolo che per maestosità e bellezza non teme confronti, e protegge come uno scrigno la Madonna firmata da Bernardo Daddi.
Orsanmichele, che nel XV secolo assumerà la sua definitiva struttura, resta nodale anche per la Signoria Medicea. Nel 1569 Cosimo I trasforma i piani alti in un archivio. È in questa occasione che Buontalenti progetta l’arco esterno munito di scala per arrivare direttamente all’archivio, ancora oggi presente.
Nei secoli Orsanmichele vedrà scorrere al suo cospetto la vita fiorentina, dalla Signoria al Granducato, fino alla nascita della Repubblica Italiana, passando per gli anni duri del Fascismo e della Guerra. È proprio in questi anni, a causa dei bombardamenti, che le statue vengono spostate in un luogo sicuro per poi tornare al loro posto alla fine del conflitto. Negli stessi anni il Salone del Primo Piano diventa la sede della Società Dantesca Italiana per la pubblica lettura del capolavoro fiorentino.
Un restauro degli anni ’60 dà vita alla grande scala moderna firmata Archizoom che collega il primo e il secondo piano. Negli anni ’80, per i rischi dovuti all’inquinamento le grandi statue vengono restaurate, sostituite da copie e spostate al Primo Piano secondo il progetto di Paola Grifoni. Il Museo apre nel 1996. Dal 2015 il Museo di Orsanmichele fa parte dei Musei del Bargello. Interventi di restauro sul tabernacolo e sul San Marco di Donatello sono stati preliminari a un più ampio progetto di restauro del 2020, affidato agli studi Map Architetti e Natalini Architetti.
Nuove bussole, una illuminazione più avvolgente e morbida, il riallestimento del primo piano con le statue poste su delle piattaforme con uno sfondo chiaro, che ricreano l’effetto una visione dal basso come fossero poste in una nicchia. Dopo quasi 3 anni di lavori Orsanmichele - con una storia millenaria che l’ha vista oratorio, convento, granaio, archivio, museo – riapre al pubblico nel gennaio 2024 con un orario più ampio.