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Piero Chiambretti
16 Giugno 2009

Chiambretti Day

Gli ingredienti segreti del più ironico dei presentatori

E’ famoso per le sue astute ed irriverenti interviste a personaggi famosi e influenti. Per il suo look elegante-trasgressivo da perenne ottimista. Per la battuta sempre pronta, anche nella vita privata. E per la sua statura napoleonica.
Ma Piero Chiambretti esorcizza il suo metro e 65 guardando dall’alto della sua simpatia e della sua intelligente ironia chiunque gli capiti a tiro: una dote che l’ha portato a circondarsi di tanti amici, molti dei quali toscani, ma anche a farsi temere da chi ha paura di finire nel fuoco incrociato delle sue domande.

Piemontese, artista poliedrico, tifoso del Torino, Chiambretti ha alle spalle un curriculum ormai lungo: tanta radio all’inizio, poi la scoperta della televisione e la consacrazione sul piccolo schermo, dove è diventato uno dei pochissimi ad avere successo tanto sui canali Rai che su Mediaset, senza contare il trionfo di Markette su La 7. E da grande comunicatore si concede volentieri anche alle domande a tema obbligato sulla Toscana, ma non solo.

In Toscana ha molti collaboratori ed amici. Qual è il suo feeling con la nostra regione?
Ho un legame di fascino ma anche di terrore, perché i toscani sono di lingua veloce e spesso i colloqui si trasformano in duelli rusticani. Per questo preferisco venire in Toscana nel tempo libero o per le vacanze, evitando le serate di lavoro.

Mare o città, arte o divertimento, mondanità o relax?
Mare e colline, e quindi la Maremma di Costantino della Gherardesca, (amico e ospite fisso di molte sue trasmissioni, ndr). Ma anche le terme, come quelle di San Casciano, dove uno nella vita deve andare, prima o poi. Quando sono a Firenze ovviamente prevale l’arte, anche perché con il mio amico Fabrizio Moretti (mercante ed esperto d’arte, ndr) posso visitare senza problemi qualsiasi museo. E’ un perfetto cicerone.

Quali sono i locali di Firenze dove va più volentieri?
Alloggio sempre con piacere al Jk Place o al Four Seasons, dove servizio e location sono ineguagliabili. Mi fermo volentieri a mangiare alla piccola Osteria Belle Donne, al Fuor d’acqua, dove si mangia il pesce più buono d’Italia e logicamente a La giostra, visto che sono… l’amante della proprietaria, Rosita Celentano (Rosita è la compagna di Soldano, proprietario e oste ndr).
A proposito di ristoranti: ne ha aperti tre a Torino. E’ una passione o un business?
Tutt’e due. O forse nessuna delle due. In realtà mi sono ispirato a John Belushi, che aprì un bar per se stesso visto che non ne trovava mai uno aperto quando usciva di casa, ovvero alle 5 del mattino. Io ho fatto lo stesso con i ristoranti, perché non volevo essere costretto a tarda sera a cercarne sempre di aperti o con tavoli liberi.

Ha sempre un look elegante ma con personalità. E’ Chiambretti che sceglie o ha un personal shopper, uno stylist?
Io sono troppo burlone per prendermi tanto sul serio da avere bisogno di uno stylist. Venendo da una città che è stata per anni un punto di riferimento per la moda come Torino, sono da sempre attento a tessuti, tagli, foggie e a tutto quello che è espressione dell’eleganza, che però non va intesa come snobismo ma come fattore culturale. Vestirsi bene significa comunicare bene, farsi piacere agli altri e piacere a se stessi. Io seguo i trend, ma poi faccio di testa mia, perché la moda passa, noi restiamo, quindi dobbiamo costruirci da soli il look, anche con qualche azzardo che esce dalle regole fondamentali. Basta avere la personalità e saperlo sopportare.

Ha intervistato centinaia di personaggi. Qual è stata l’intervista che le ha dato più soddisfazione e quale invece quella più difficile? E quella che non è mai riuscito a fare?
Non esiste un’intervista migliore o peggiore di un’altra, perché hanno vita propria come un film, un romanzo o un disco. Cerco di non replicarle mai, anche perché cambia sempre lo scenario. L’intervista che uno vorrebbe fare è quella che non ha mai fatto, ma tutte sono importanti per vari motivi. E’ chiaro però che più i personaggi sono importanti e più dovrebbero, teoricamente, darti soddisfazione. Alcune interviste, da Gorbaciov a Mourinho passando per Cossiga e i politici della Prima Repubblica fino agli stilisti, vanno inserite nel palmares, ma nel mio caso hanno funzionato anche le interviste comuni come quella che ho fatto a un portiere di un grande palazzo dove vivono persone delle quali ho scoperto i segreti.

La radio è stata la sua prima passione. Ha intenzione di tornare alle origini, come hanno fatto alcuni suoi colleghi?
La radio è il primo amore, e appena si presenta l’occasione eccomi davanti ai microfoni, ma la televisione assorbe tanto tempo e quindi non prevedo di lavorare in radio a tempi brevi. Stesso discorso per teatro e cinema, dove preferisco essere spettatore che protagonista.

Ha riportato alla ribalta le conigliette di Playboy e ha dato notorietà a Dana Matthews, ballerina del Moulin Rouge. Si sente un talent scout della bellezza femminile?
Mi ritengo un osservatore e uno chef, per tornare alla gastronomia. Tenendo conto che la televisione può essere paragonata a un grande pentolone, mettendo ingredienti sempre diversi si dà più sapore a quella brodaglia che si chiama programmazione televisiva. L’importante è che gli ingredienti siano misurati, in qualche caso delicati e altre volte piccanti, ma sempre ben amalgamati.

Allora qual è il menù per la prossima stagione?
Ripartirò con Chiambretti Night, e potremo raccogliere quanto di buono abbiamo seminato quest’anno. Ma il mio impegno è di migliorarlo ulteriormente, per dare ai telespettatori l’impressione di crescere con il programma. E noi con loro.
 

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