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27 Luglio 2015

Chadwick - Retrospettiva per due giardini a Firenze

Dal 9 maggio al 30 agosto 2015, Museo del Giardino di Boboli e Giardino Bardini

Dopo più di 50 anni, torna in Italia Lynn Chadwick (1914 -2003), uno dei più importanti scultori della sua generazione e uno dei maestri della scultura britannica della metà del secolo scorso. Le sue opere sono parte delle collezioni dei maggiori musei del mondo come MoMA New York, Tate Gallery Londra e Centre Georges Pompidou a Parigi. I primi riconoscimenti internazionali arrivarono nel 1952 con la Biennale di Venezia, dove due edizioni dopo, nel 1956, ricevette il premio internazionale per la scultura. Iniziò da quel momento un percorso di grande importanza a livello internazionale che lo vide protagonista alla Biennale di San Paolo e con mostre nelle più importanti istituzioni a New York, Parigi, Bruxelles.

Il progetto pensato per il Museo del Giardino di Boboli e il Giardino Bardini prevede il posizionamento in totale di 24 sculture che saranno disposte nei due parchi andando a creare un percorso di visita e scoperta tenendo al centro le caratteristiche monumentali e scenografiche dei due siti.

La possibilità di esporre le sculture di Lynn Chadwick nei due giardini fiorentini si lega fortemente con l’opera definitiva di costruzione di un parco per le sculture realizzato dall’artista inglese a Lypiatt Park in Inghilterra dove sono conservate la quasi totalità delle opere selezionate per il progetto fiorentino.

Il rapporto tra natura e artificio è alla base della creazione del Giardino di Boboli, massimo compimento dell’ integrazione tra l’architettura di giardini e la scultura.

Tale evidenza si ripresenta nel Giardino Bardini, dove differenti stili e culture di architetture dei giardini, da quello romantico a quello di gusto cinese, convivono in armonia con l’originaria destinazione di giardino a frutteto. 

L’idea naturalistica della rappresentazione presente in Chadwick si combina perfettamente con il naturale artificio della natura nei due giardini. Elementi di fauna dagli aspetti metamorfici uniti al controllo e selezione della flora ci portano costantemente a un ideale artistico completamente regolato, dove il naturale è domesticato e dominato dall’uomo

La scultura di Chadwick possiede una caratteristica principale che risiede nel ruolo e nell’idea sempre riconoscibile del lavoro manuale dell’artista.
Le sue opere sono il risultato di un pensiero compiuto in studio e trasmesso poi in un rapporto con l’ambiente dove le sculture saranno posizionate.
Questa evidenza esprime l’istanza da parte dell’artista di rimarcare non soltanto materialmente ma anche concettualmente l’elemento creativo.

Le superfici trattate come pelle, modellate nei dettagli sono il frutto di una composizione, che, passando da un interesse quasi anatomico, è arrivata successivamente a una raffigurazione prevalentemente geometrica.

Quest’ultima appare più presente ed evidente nelle sculture in acciaio, come sgorgate da un origami, in grado di manifestare tutta la loro naturalistica espressività grazie alla geometria. 

Idiosincratici rapporti tra struttura e composizione, una combinazione tra ordine e disordine. In questa relazione l’artista mette in moto un dinamico intreccio di componenti biomorfe dove creature in parte umane, parti animali e parti insetti si definiscono in una loro autonoma forma.
La triangolazione di questi elementi determina un’identità quasi meccanizzata della natura, regolata da una mente creativa in grado di controllare e comporre il rapporto uomo-macchina-natura.

Altra volontà dell’artista è la visibilità delle sue sculture dall’alto – da lontano – desiderio che deriva dal suo passato da aviatore, dalla sua personale visione della realtà da un punto di vista diverso. Questa sua urgenza imprime alle opere un dinamismo che le lega al volo, come nel caso di The stranger del 1956 e alla leggerezza, in antinomia con la stabilità che le lega al terreno dove sono posizionate.

Movimento e stasi come chiavi interpretative dell’opera di Chadwick, concetti che si legano fortemente alla sua biografia di architetto, professione mai esercitata, ma che impresse in lui una forte idea e regola di composizione. Le linee sulla carta, i piani del progetto, si trasformarono così in volumi nello spazio.

Info e prenotazioni:
Firenze Musei 055.294883
firenzemusei@operalaboratori.com 

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