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28 Settembre 2015

Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana

A Palazzo Strozzi dal 24 settembre 2015 al 24 gennaio 2016

Il rapporto tra arte e sacro tra metà Ottocento e metà Novecento è l’oggetto di una profonda riflessione in scena fino al 24 gennaio 2016 a Palazzo Strozzi di Firenze con la bella mostra Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana.

Bellezza divina costituisce un’occasione straordinaria per confrontare opere famosissime studiate da un punto di vista inedito, presentate accanto ad altre di artisti oggi meno noti, il cui lavoro ha contribuito a determinare il ricco e complesso panorama dell’arte moderna, non solo sacra. In mostra oltre cento opere di importantissimi artisti italiani, tra cui Domenico Morelli, Gaetano Previati, Felice Casorati, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Emilio Vedova, e internazionali come Vincent van Gogh, Jean-François Millet, Edvard Munch, Pablo Picasso, Max Ernst, Georges Rouault, Henri Matisse. 

Grandi protagonisti della mostra sono veri e propri capolavori come L’Angelus di Jean-François Millet, eccezionale prestito dal Museé d’Orsay di Parigi, opera che emana una religiosità atavica, un senso del sacro trasversale e universale; la Pietà di Vincent van Gogh dei Musei Vaticani, fondamentale perché – nonostante la vocazione religiosa e mistica – l’artista ha rappresentato raramente soggetti sacri, e lo ha fatto ispirandosi a opere di altri autori; la Crocifissione di Renato Guttuso delle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, opera emblematica con un’intensa connotazione politica che esprime, come Guernica, un grido di dolore; la Crocifissione bianca di Marc Chagall, proveniente dall’Art Institute di Chicago, l’opera d’arte più amata da papa Bergoglio.

Dal percorso espositivo emerge come ogni artista abbia sentito il bisogno di confrontarsi in qualche modo, magari in forme conflittuali, con la dimensione della trascendenza, e così pure come l’ambiente di fede abbia sempre sentito il bisogno di riconoscere nell’arte una via alta di espressione dei propri contenuti, anche in questo caso non in modo uniforme, ma attraversando gli spazi della sacralità liturgica, di quella devozionale o di quella semplicemente spirituale.

La mostra, suddivisa in sette sezioni, presenta un allestimento ritmato da un sistema di campate, come in un chiostro ideale in cui le volte non si chiudono.
Come per tutte le mostre di Palazzo Strozzi, l’esposizione offre lo spunto per creare un percorso nel territorio alla scoperta dei luoghi e delle opere del sacro legate al tema della mostra nella città di Firenze e in tutta la Toscana. Una mostra oltre la mostra tutta da scoprire. 

Non perdetevi poi, a partire dal 18 marzo 2016, sempre a Palazzo Strozzi, Da Duchamp a Pollock. Le collezioni Guggenheim tra Europa e Stati Uniti.

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