Avere la stoffa. Una speciale intervista a JW Anderson
“Voglio che il mio lavoro mi sopravviva” parola di J.W. Anderson. Che sfila a Firenze
Trent’anni, ma non li dimostra. Un indocile ciuffo biondo su una faccia da bravo ragazzo. Nato nell’Irlanda del Nord, presto si è trasferito a Londra per studiare e laurearsi al London College of Fashion nel 2005.
Durante gli studi ha fatto la gavetta come visual merchandiser nella fucina di Prada, sotto le direttive e l’occhio attento di Manuela Pavesi, braccio destro di Miuccia, stylist d’eccezione, fotografa e figura incomparabile nella moda. Una bella fortuna avere tali credenziali che, insieme a una forte determinazione, hanno fatto il resto.
Nel 2008 fonda il suo omonimo marchio, J.W. Anderson, presentandolo alla stampa con una capsule collection durante la settimana della moda londinese. Ottiene gran lode tanto che nel 2010 sulla scia dei successi accumulati, completa i look con accessori e gioielli, e propone la prima collezione donna. Nel 2013 il gruppo Lvmh acquisisce una quota del brand consolidandone la reputazione come marchio di ultima generazione in forte ascesa. Solo poco più tardi il giovane Anderson viene nominato direttore creativo di Loewe, brand del lusso spagnolo sempre della scuderia Lvmh.
Una prestigiosa serie di premi ottenuti, fino alla doppia acclamazione nel 2015 dei British Fashion Awards per il Menswear Designer of the Year e Womenswear Designer of the Year. Eclettico, innovatore, innamorato di uno stile che mescola il passato con il presente, il maschile con il femminile. Percepisce ‘la stagione’ del fashion con uno stesso vocabolario femminile/maschile, e pensa ai look delle collezioni non al loro genere.
I panneggi e i drappeggi degli abiti per lei risultano ultra femminili, le piume di struzzo rifiniscono le gonne appena più ampie, le chiusure asimmetriche dei capospalla giocano ruoli dominanti.
C’è una incantevole blusa che si stringe al petto e alla vita con maniche infinite, ha volumi dolci, una struttura da madame Grès, ma è inverosimilmente all’avanguardia. E nuove proporzioni, nuovi giochi di lunghezze, baggy per lui, maglieria pesante con insospettabili inserimenti di vecchio, nostalgico crochet. Siamo felici di vedere questo artista a lavoro qui nella nostra Firenze per la presentazione della collezione maschile.
Come definisce il suo marchio?
C’è sempre questa idea di un guardaroba condiviso e di spingersi oltre i confini. Il brand semplicemente continua a evolversi insieme a me.
Cosa ha determinato la sua passione per la moda
Ho cominciato a lavorare per Prada, sotto la direzione di Manuela Pavesi e lì ho cominciato ad essere ossessionato dalla moda.
A che uomo/donna pensa quando crea?
Ogni stagione è la stessa ma anche una persona diversa, come tutti noi.
Creatività e altissima qualità manifatturiera. Così giovane e così determinato
Non si può scendere a compromessi con questi due elementi se si vuole distinguersi.
Come si relaziona con un mondo dominato dai social?
Fanno parte della mia generazione e mi piace il fatto che abbiano democratizzato la moda.
Cosa ne pensa della vendita immediata di un prodotto subito dopo la sfilata?
È un servizio offerto ai clienti ma riflette anche il nostro passato.
Come vede il domani della moda?
Più velocità!
Che cosa è il lusso oggi?
Lusso è una parola antica. Dobbiamo esprimere il lusso in modo diverso, perché viviamo nel mondo della cultura del “like”. Per me, JW Anderson è un agitatore culturale.
Come si sente prima di una sfilata?
Emozionato.
Chi, cosa la fa sentire bene?
Quello che faccio tutti i giorni mi fa sentire bene.
La cosa più importante per il business?
Essere agile.
L’evento che ha cambiato la sua vita?
Conoscere Manuela Pavesi.
La sua dieta mediatica quotidiana
BBC e Instagram.
30 years old, but he looks younger. An untamed blond lock over his polite features. Born in Northern Ireland, he quickly moved to London to study and graduate from the London College of Fashion in 2005. While he was studying he worked as a visual merchandiser for Prada, under the guidance and watchful gaze of Manuela Pavesi, Miuccia’s right-hand woman, an outstanding stylist, photographer and unparalleled personality in the fashion world. A gritty determination accomplished the rest.
In 2008, he launched his own brand, J.W. Anderson, presenting it to the press with a capsule collection during London Fashion Week.
The collection was so well received that in 2010 he completed his look with accessories and jewelry, and embarked on his first women’s collection.
In 2013, the LVMH Gruppo bought into the brand with a share, consolidating its reputation as a latest-generation brand on the rise. Soon afterwards Anderson was appointed creative director of Loewe, the Spanish luxury brand, part of LVMH.
A prestigious line up of awards achieved lead to the double acclaim in 2015 at the British Fashion Awards as Menswear Designer of the Year and Womenswear Designer of the Year.
Eclectic, innovative, in love with a style that blends past and present, male and female, Anderson perceives ‘the season’ of fashion with the same male/female language and focuses on the look of his collections as opposed to the gender.
Drapery for women’s clothing with a ultra-feminine finish, ostrich feathers refine slightly more ample skirts, asymmetric closure systems for coats play a dominant role.
There’s an enchanting blouse that clings to the bust and waist with endless sleeves, which is gentle in volume, with a Madame Grès structure, while also being improbably avant-garde. New proportions, new plays on length, baggy for him, heavy shirts with unsuspecting old inserts, nostalgic crochet: we’re happy to see this artist at work here in Florence to present his men’s collection.
How would you define your brand?
There’s always this idea of a shared wardrobe and pushing the envelope. The brand is simply continuing to evolve with me.
What led to your passion for fashion?
I started to work for Prada, under the direction of Manuela Pavesi, which is where I started to become obsessed by fashion.
Which man or woman do you think about when you’re designing?
Every season is the same, but also a different person, like all of us.
Creativity and the highest manufacturing quality. So young and so determined.
You can’t compromise on these two factors if you want to stand out.
How do you relate to this social-dominated world?
It’s part of my generation and I like the fact social media has democratized fashion.
What do you think after product sales immediately after the runway?
It’s a service offered to clients but which also makes us reflect on our past.
How do you view fashion tomorrow?
It’ll be quicker.
What is luxury today?
Luxury is an old word. We have to express luxury differently because we live in a culture of “likes”. For me, JW Anderson is a cultural shaker.
How do you feel before a runway?
Excited
Who and what makes you feel good?
The things I do every day are comforting to me.
The most important thing for your business?
Being flexible.
The event that changed your life?
Meeting Manuela Pavesi.
Your daily internet diet?
BBC and Instagram.