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Arturo Galansino è Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze dal 2015
30 Novembre 2020

Arturo Galansino, Direttore Generale di Palazzo Strozzi, ci racconta in esclusiva Jeff Koons e le imperdibili mostre del 2021

Dal 3 dicembre il cortile di Palazzo Strozzi si illumina con Marinella Senatore

Alla vigilia del nuovo progetto di Palazzo Strozzi firmato dalla visual artist Marinella Senatore, in apertura il 3 dicembre, la nostra esclusiva intervista con Arturo Galasino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

Tòmas Saraceno: un grande successo, nonostante le difficoltà. Cosa ha rappresentato la mostra e che riflessioni ha fatto emergere? 

Si, è stato un grande successo nonostante tutto, in grado di incarnare appieno il momento storico che vivevamo e stiamo ancora vivendo. E’ stata definita da molti una mostra profetica, da più punti di vista: aperta pochi giorni prima della pandemia, ci ha fatto riflettere in primo luogo su come ogni nostra azione ha una ripercussione sull’ambiente che ci circonda. Una mostra che ha messo al centro l’elemento aria, mai come in questi mesi così importante per la nostra quotidianità e la nostra sopravvivenza. Il percorso espositivo stesso si è rivelato di grande attualità: le installazioni reagivano ai nostri movimenti, rappresentavano quindi un invito alla lentezza, a vivere in maniera più consapevole e sostenibile.

Arturo Galansino, Direttore della Fondazione Palazzo Strozzi

Marinella Senatore: un progetto di inclusione e dialogo. Ci racconta come lo avete studiato e composto con l’artista?

L’idea è stata di mettere in campo un progetto possibile in un momento in cui le mostre sono impossibili. E’ composto da una installazione di arte pubblica, nel cortile, all’aperto, liberamente accessibile a tutti; accanto un ampio programma digitale, con laboratori pensati soprattutto per le fasce più sociali deboli: dai carcerati, alle persone affette da Parkinson. Questo virus sta lasciando segni profondi sul tessuto sociale, con il risultato che gli ultimi sono ancora più ultimi. Con Marinella Senatore abbiamo voluto lanciare un messaggio di empowerment, inclusione e coesione.

Marinella Senatore

40 anni di arte americana. La mostra della primavera. Ce la descrive? 

Sì, sarà una mostra storica curata da Vincenzo de Bellis del Walker Art Center di Minneapolis e da me.  Un percorso espositivo con un taglio cronologico che copre gli anni da Kennedy a Bush Jr, indicativamente dal Vietnam alle Torri Gemelle coinvolgendo i più grandi artisti americani della storia americana: Jasper Johns, Donald Judd, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Kerry James Marshall, Bruce Nauman, Cindy Sherman, Robert Rauschenberg, Kara Walker e Andy Warhol, solo per citare alcuni degli altri artisti selezionati.

Sherrie Levine, Fountain (after Marcel Duchamp: AR), 1991 Minneapolis, Collection Walker Art Center

Accanto all’interesse storico della mostra l’arte diventa uno strumento per affrontare temi come il consumismo e la produzione di massa, il femminismo e l’identità di genere,le questioni razziali e la lotta per i diritti civili. Questi ultimi temi a me particolarmente cari per la loro contemporaneità, e che ciclicamente tornano nella storia americana.

Veniamo alla star dell’anno, almeno nell’accezione più pop: Jeff Koons …

Si, è la sua più importante esposizione mai realizzata in Italia, in programma per l’autunno 2021. In mostra alcuni pezzi iconici entrati nel nostro immaginario, accanto a opere ancora mai mostrate al pubblico. Un percorso cronologico, che allo stesso tempo porta avanti un tema centrale dell’arte di Koons: l’artista trova nell’idea di “lucentezza” (shine) una delle principali caratteristiche della sua arte. Un concetto che va oltre la superficie specchiante, e quindi l’idea di decorazione o abbellimento, e diviene la materia stessa dell’arte di Koons, unendo insieme esteriorità ed essenza. C’è un grande riflessione filosofica dietro al lavoro dell’artista, accanto alla indubbia spettacolarità. Koons è poi un grande appassionato di arte antica e della nostra città. Siamo felici di ospitarlo a Palazzo Strozzi.

Jeff Koons, Rabbit, 1986 Collection Museum of Contemporary Art Chicago Photo by Nathan Keay, © MCA Chicago, © Jeff Koons

A Palazzo Strozzi non avete perso il passo, nonostante il momento unico e difficile. Qual è il segreto? 

Programmazione a lungo termine, qualità dei collaboratori e non ultimo il supporto dei nostri sponsor privati e pubblici. Questo ci consente di partire con largo anticipo e essere più flessibili anche nei cambiamenti. 

 

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