Andrea Bocelli. Una voce, un’anima
Le passioni legate alla sua terra d'origine, l'amore profondo per la Toscana della voce più amata del mondo
Andrea Bocelli non ha bisogno di presentazioni. Senza dubbio oggi è la voce più universalmente conosciuta e amata nel mondo. E’ nato a Lajatico, tra le colline da cartolina della campagna pisana, vive in Versilia con la moglie Veronica e i figli Amos, Matteo – che ha intrapreso con successo la carriera musicale - e Virginia. Un anno fa, nell’aprile 2019, ha inaugurato a Firenze la nuova sede della Andrea Bocelli Foundation nel complesso che ospita anche il Centro Franco Zeffirelli. Il legame tra la città e la Fondazione, istituita nel 2011 a scopo benefico dal tenore toscano, è maturato negli anni attraverso eventi di grande rilievo tra cui la Celebrity Fight Night in Italy, che grazie a Bocelli ha portato a Firenze ospiti d’eccellenza (dalla regina Rania di Giordania a George Clooney).
Quali potenzialità riconosce a Firenze?
Stiamo parlando della culla del Rinascimento, madre della lingua italiana, patria dell’opera lirica: le potenzialità sono illimitate come sconfinato è lo stupore che coglie puntualmente il visitatore da ogni parte del mondo.
Quali sono le grandi passioni che le ha regalato la Toscana?
Stare in sella a un cavallo e vagare per sentieri tranquilli, al margine di boschi costeggiando campi, attraversando prati. Mio padre amava la terra, come mio nonno che diceva sempre: "della terra noi siamo i poeti!", e senza sensi di colpa non esitava a lasciare la bottega per andare nei campi.
Forte dei Marmi, dove vive, e Lajatico, dove è nato. Cosa ama di più dell’uno e dell’altro?
Per me sono ormai come due stanze di una medesima casa, la mia.
Lajatico è anche sede del Teatro del Silenzio, di cui lei è un grande sostenitore…
L’idea del Teatro del Silenzio, non mia, è tanto folle quanto straordinaria, per la quale molta gente ha già fatto altrettante follie, giungendo nel mio piccolo paese da ogni parte del mondo. Non è magia tutto questo?
Il suo consiglio per chi viene a Lajatico la prima volta?
Quello di perdersi con calma e curiosità, tra quelle colline, colme di una bellezza semplice e verace... Al viaggiatore la campagna della Valdera propone un incanto genuino, autentico e vitale. Qui ancora oggi l’eco dei trattori si mescola al fruscio degli alberi e anche il visitatore a mio avviso può introiettare quella cultura contadina, quei valori che hanno innervato i figli di questa terra. Me compreso.
Forse c’è lo zampino della Toscana anche nella sua vocazione musicale?
Quella della nostra terra è una tradizione importante. Qui sono nati autori come Boccherini, Piccini, Mascagni e Catalani, e cantanti come Mario del Monaco, Ettore Bastianini e Galliano Masini. Ho respirato questa atmosfera fin da giovanissimo e sento di farne parte.
E’ vero che fu Renato Zero a scoprirla tanti anni fa?
La verità è che a scoprirmi sono stati in tanti, fra i quali, anche Renato.
Come considera la storia della sua vita artistica?
Un po' come una fiaba. In pochi anni ho vissuto le esperienze più esaltanti e incredibili che un artista possa immaginare e sperare: non posso dimenticare di aver cantato per due Papi. Ho cantato nei luoghi più belli del mondo e, soprattutto, ho avuto il privilegio di ascoltare da vicino le voci più importanti del panorama internazionale. Per un appassionato di voci come me, è stato uno dei doni più belli della vita.
Un aneddoto sui suoi inizi?
Tanti anni fa insieme a un gruppo di amici dovevamo fare il nostro primo concerto al teatro di Peccioli, ma giunto sulla porta mi chiesero il biglietto. Ai ragazzi che incontro dico sempre di fare, senza paura di sbagliare, perché dove c’è una volontà, c’è una via.
Alla beneficenza dedica un bel po' di energie, a partire dalla Fondazione che porta il suo nome…
Con l’Andrea Bocelli Foundation dal 2011 promuoviamo e sosteniamo progetti nazionali e internazionali con cui miriamo a far sì che le persone in difficoltà a causa di malattie, disabilità, condizioni di povertà ed emarginazione sociale possano esprimere sé stesse.
Cosa dice di solito per incoraggiare i giovani?
Fare senza paura di sbagliare, perché dove c'é volontà, c'é una via.
C’è un affetto che la lega in modo particolare a Firenze?
La mia tata Oriana. La prima volta che ha messo piede nella casa della mia famiglia lei aveva solo tredici anni e ci è rimasta fino a quando tredici anni non li ho avuti io. Si è sposata ed è andata a vivere a Firenze. Oriana mi ha cresciuto; è stata per me e per mio fratello Alberto una specie di seconda mamma. A lei sono legati molti tra i più bei ricordi della mia prima infanzia.
Quali impegni l’attendono per i prossimi mesi?
Un celebre regista italiano disse una volta: "Noi abbiamo molti progetti per il futuro; peccato che Lui abbia, molto spesso per noi, progetti molto diversi”. La penso così anche io, non faccio mai programmi che vadano oltre le ventiquattrore.