Alla scoperta di una Firenze Barocca
Chiese, palazzi e opere d’arte: un itinerario alla scoperta delle più belle testimonianze del Barocco a Firenze
Quando si visita Firenze, l’idea che questa meravigliosa città trasmette è quella di una città medievale e rinascimentale. Se escludiamo l’area intorno a piazza della Repubblica, completamente stravolta nella seconda metà dell’Ottocento, i suoi più importanti monumenti sono stati edificati quasi totalmente tra il medioevo e il rinascimento e contribuiscono a conferirle quel fascino che la rende una delle mete più ambite dal turismo internazionale. Eppure all’interno di questa meravigliosa scatola magica, sono stati “inserite” nel corso dei secoli significative testimonianze artistiche che rispecchiano gusti differenti da quelli per cui la città è conosciuta nel mondo.
Una di queste è il barocco che proprio a Firenze ha vissuto momenti di grande fortuna con opere d’arte d’importanza europea: basta entrare nella Cappella dei Principi in San Lorenzo, nella chiesa della Santissima Annunziata o nel Salone di Giovanni da San Giovanni nel Museo del Tesoro dei Granduchi di Palazzo Pitti per rendersene conto. Partendo da questa breve premessa cercheremo di creare un itinerario alla scoperta delle meraviglie della Firenze Barocca.
Il primo grande monumento da segnalare è l’imponente complesso di San Firenze, situato alle spalle di Palazzo Vecchio e a lungo occupato dal tribunale ad eccezione della chiesa di San Filippo Neri. La costruzione risale al 1640, quando i padri Filippini ricevettero in dono l’area da papa Urbano VIII. Il lavoro iniziale che comprendeva il convento, la chiesa e l’oratorio fu affidato nel 1645 a Pietro da Cortona, ma il progetto presentato era troppo ambizioso. Così, dopo vari tentativi di ridimensionamento, solo nel 1715 Ferdinando Ruggieri realizzò la facciata. Oggi è possibile visitare solamente la chiesa di San Filippo Neri, mentre l’ex convento e l’oratorio sono chiusi al pubblico. L’interno della Chiesa, ornato sotto la direzione di Gioacchino Fortini (1715) ricco di marmi, sculture, rilievi, affreschi e tele, è una sorta di galleria dell’arte fiorentina del Sei-Settecento.
Un altro importante esempio di barocco è la Chiesa dei Santi Michele e Gaetano in piazza Antinori. Edificata tra il 1604 e il 1630 da Matteo Nigetti, la chiesa deve la sua facciata in pietra forte a Pier Francesco Silvani che la realizzò nel 1683, mentre la scalinata è stata risistemata nel 1701. L’interno, a navata unica a croce latina, è uno dei rari esempi di barocco fiorentino rimasto integro e decorato da importanti cicli scultorei, pittorici e a fresco del Seicento Fiorentino.
Nella Sala di Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi è custodito uno dei capolavori del barocco europeo. La Galleria, architettata da Pier Maria Baldi, con la volta dipinta, gli stucchi dorati, le specchiere decorate da putti, fiori e animali, è uno degli esempi più belli del barocco fiorentino cui lavorò anche Luca Giordano dal 1862 al 1865.
Altro importante palazzo pubblico che custodisce impressionanti decorazioni barocche è Palazzo Pitti. Se al piano terreno, nel Museo dei Tesori dei Granduchi, è possibile ammirare il più imponente salone affrescato da Giovanni da San Giovanni, è nella Galleria Palatina che si trovano i capolavori di Pietro da Cortona. Un primo elegante esempio della maestria dell’artista cortonese è all’interno della piccola ma sontuosa Sala della Stufa, decorata dal 1637 con il tema delle Quattro età dell’uomo ispirate a Ovidio e suggeriti da Michelangelo Buonarroti il Giovane. Nelle sale rivolte verso Piazza Pitti si ammirano l’allestimento a “incrostazione” ispirato alle gallerie barocche romane e i favolosi affreschi delle sale dei Pianeti, decorate da Pietro da Cortona e Ciro Ferri dal 1641.
Un accenno infine lo merita il Palazzo Corsini sui lungarni, scrigno di tesori costruito a metà del Seicento. La struttura è caratterizzata da due logge sovrapposte disposte intorno ad una corte, da una balaustra ornata da statue sulla sommità dell’edificio e da una baroccheggiante scala elicoidale.
Terminiamo il nostro viaggio al Bargello che custodisce Il ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini. Il busto, arrivato a Firenze nel 1645, è un ritratto “privato” della presunta amante del Bernini che la raffigura con la camicia aperta sul seno, le labbra socchiuse e i capelli senza acconciatura e in cui l’artista imprimendo nel marmo la bellezza provocante della sua amata ha creato uno dei più impressionanti ritratti barocchi di tutti i tempi.