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19 Gennaio 2015

Alla scoperta di Florentia

La Chiesa di Santa Reparata e il nuovo percorso del sito archeologico

Sotto la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, batte ancora il cuore dell’antica Florentia. Il nuovo percorso espositivo, inaugurato lo scorso ottobre, offre a chi entra qui l’opportunità unica di osservare la vita della città dal I secolo d.C. al XIV secolo, senza soluzione di continuità.

Un sito archeologico quindi che, lungi dall’essere semplicemente una finestra sulla storia della Cattedrale, costituisce un osservatorio privilegiato per conoscere le vicende urbanistiche della Firenze meno nota, quella romana e paleocristiana.

L’inaugurazione del nuovo percorso ha reso possibile anche alcuni interventi di carattere tecnico. Tra questi emerge soprattutto una nuova illuminazione che pone l’accento sui punti chiave della narrazione, come lo splendido pavimento a mosaico di epoca paleocristiana, a figure geometriche e con un emblema a forma di pavone, fatto da maestranze nord-africane.

Il nuovo assetto del percorso di Santa Reparata fa parte di una serie di operazioni messe in campo dall’Opera di Santa Maria del Fiore per migliorare la fruizione dei monumenti del “Grande Museo del Duomo”: oltre a Santa Reparata, il percorso di visita della Cattedrale (già attivo), il riallestimento del Campanile di Giotto, la collocazione di una nuova segnaletica interna ed esterna ai monumenti. Interventi attuati anche in vista dell’inaugurazione del nuovo Museo dell’Opera di Firenze, fissata per il 29 ottobre 2015, in occasione del V Convegno Ecclesiale Nazionale della Chiesa Italiana, previsto nella città toscana dal 9 al 13 novembre 2015, dove sarà possibile ammirare l’antica facciata di Santa Maria del Fiore e ripercorrere le affascinanti vicende legate alla sua realizzazione.

Tornando al percorso, per comodità esplicativa, seguiamo nella nostra descrizione l’avvicendarsi delle varie epoche.

FASE PALEOCRISTIANA (in colore verde sulla pianta)
La tradizione medievale la fondazione della Chiesa di Santa Reparata è da far risalire alla vittoria sulle orde barbariche di Radagaiso, sconfitte nel 405 d.C. nei dintorni di Firenze nel giorno dedicato alla santa. Sulla base di queste fonti, si può affermare che, nei primi decenni del V secolo, a breve distanza dal percorso della cinta muraria settentrionale vide la luce una chiesa di 52 metri di lunghezza per 25 di larghezza (presunti, manca la facciata), divisa al suo interno in tre navate separate da due file di 14 colonne realizzate in cunei di pietraforte intonacati. Il pavimento era costituito da un tappeto musivo organizzato in schemi geometrici (esagoni, losanghe, nodi di salomone) aventi al centro della navata principale un emblema con pavone. L’attribuzione a maestranze africane del pavimento non deve stupire nel quadro dell’economia cittadine del V secolo d.C. : come hanno dimostrato i recenti scavi di Piazza Castellani, infatti, quasi la totalità delle anfore (e quindi delle derrate in esse contenute) e del vasellame da mensa (la cosiddetta “sigillata africana”) utilizzati a Firenze in questo periodo proveniva proprio dall’area dell’attuale Tunisia. Dell’edificio originario si conservano anche importanti tracce del muro settentrionale, realizzato in opera listata, e del muro meridionale, sul quale si imposta direttamente quello di epoca romanica. In questa fase la chiesa, certamente l’ecclesia episcopalis della città, faceva probabilmente parte di un complesso costituito dal battistero in asse con la facciata e dal retrostante palazzo episcopale, per una presunta estensione complessiva pari a due isolati.

FASE MEDIEVALE,
VIII-XI secolo d.C.
In questa fase l’edificio mantiene la proporzioni dell’epoca precedente anche se vengono realizzate numerose modifiche concentrate soprattutto nell’area presbiteriale. All’episcopato di Andrea, tra l’870 e l’890, risale il rifacimento dell’abside, probabilmente concomitante alla nuova dedica della chiesa a Santa Reparata. Allo stesso periodo si data la costruzione delle due torri campanarie, la cappella meridionale con sacello a croce (che costituiva anche il passaggio con la canonica) e la trasformazione delle colonne originarie in pilastri a pianta rettangolare con lesene sulle facce opposte. Ad un arco di tempo compreso tra l’avanzato VIII secolo e il IX risale anche il nuovo pavimento in cotto, frammenti marmorei e lapidei di riutilizzo.

FASE ROMANICA,
XI-1375 secolo d.C. 
In questa fase la chiesa conosce radicali trasformazioni che tuttavia non modificano ancora l’icnografia originaria. L’edificio è sicuramente rialzato ed è sorretto da 7 pilastri per lato a dividere le tre navate, è creata una cappella settentrionale speculare a quella altomedievale così da dar vita a una pianta a transetto e sono erette le due absidiole ai lati della principale. A questo momento risale anche il nuovo pavimento in cotto e posto a circa 65 cm sopra il precedente. Controverse sono le ipotesi relative alla cripta: secondo l’ipotesi più accreditata fu realizzata sotto la navata centrale già nell’XI, per essere poi ampliata nel corso del XIII sino ad occupare le navate laterali. La chiesa venne decorata con affreschi e continuò a essere un luogo di sepoltura privilegiato fino alla fine del XIV secolo, quando il cantiere della nuova cattedrale era in un’avanzata fase di esecuzione. 

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